Green Day – Casalecchio Di Reno (06/06/2013)

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Il mio rapporto con i Green Day è stato parecchio tormentato in questi ultimi tre anni. Ero al parco S. Giuliano di Mestre quando un nubifragio ha impedito loro di esibirsi all’Heineken Jammin Festival 2010, dove erano headliner il secondo giorno, e c’ero anche l’anno scorso all’I-day, quando  è stato trasmesso il videomessaggio di scuse di Trè e Mike, che ci mettevano al corrente di quanto successo a Billie Joe. All’uscita delle date di questo “mini tour” italiano mi ero concessa un’ultima possibilità e, se anche questa volta qualcosa sarebbe andato storto, li avrei eliminati dalla lista delle band da vedere live almeno una volta nella mia vita. Il programma originale prevedeva la mia presenza alla data di Rho, all’aperto e quindi con l’incognita del maltempo in agguato,ma per problemi di trasporto e un altro concerto, alla fine la scelta è ricaduta su Bologna, dove almeno le condizioni atmosferiche non sarebbero state motivo di annullamento, dato che il tutto si sarebbe tenuto al coperto dell’Unipol Arena di Casalecchio.

Per i concerti di gruppi simili a loro il mio approccio è diverso rispetto al solito: alla prima fila preferisco “la lontananza”, dove il pogo è meno frequente, la possibilità di respirare è concreta e il pericolo di tornare a casa con qualcosa di rotto è praticamente inesistente. Questa scelta mi ha permesso di avere qualche ora in più di sonno all’attivo, visto che il treno sarebbe partito da Milano nel primo pomeriggio. Arrivata intorno alle 17.30 e trovati i miei compagni di concerto, ho notato che le persone in fila erano tantissime, cosi di comune accordo abbiamo deciso che non ci saremmo accodati subito, ma solo quando la maggior parte della gente sarebbe entrata. Superati agevolmente i controlli a borse e zaini, non ci restava che capire quale zona del parterre sarebbe stata la prescelta per passarci la serata, prima però abbiamo fatto tappa al bar per un rifornimento di liquidi. Poco dopo era già arrivato il momento degli All Time Low, scelti per aprire il concerto qui e a Roma il giorno precedente. Questa è stata la loro scaletta:

Lost in Stereo
Damned If I Do Ya (Damned If I Don’t)
Coffee Shop Soundtrack
Somewhere in Neverland
Stella
Time-Bomb
Backseat Serenade
The Reckless and the Brave
(So Long and Thanks for All the Booze intro)
Weightless
Dear Maria, Count Me In

 Pur non essendo loro fan, ho approvato la scelta di chiamarli come gruppo spalla e, come me, anche il resto del pubblico, visto che molti cantavano le canzoni e chi non le conosceva si è comportato comunque in maniera civile, cosa purtroppo mai cosi scontata quando si viene a suonare in Italia.

Una volta finita la loro esibizione, abbiamo fatto tappa in bagno e, a causa della fila chilometrica, abbiamo fatto ritorno in pista solo un paio di minuti prima che i Green Day iniziassero quasi in linea con l’orario prestabilito, e questo è stato molto apprezzato. Hanno avuto trenta canzoni a disposizione per farsi perdonare le ultime due defezioni in terra italiana e un palco pieno di luci che hanno creato giochi molto ben riusciti, tra cui il nome della band comparso verso l’inizio o la bandiera americana (provate ad indovinare su quale canzone!). La carica che avevano sul palco si poteva percepire anche se non si era tra le prime file e la stessa cosa si può dire anche per il livello di coinvolgimento ed interazione con il pubblico, in quanto due fans sono saliti sul palco, era presente l’immancabile coniglio già comparso durante gli ATL e Billie Joe ha sparato sui fan quella che da lontano sembrava carta igienica, per poi deliziarci con i suoi travestimenti da re, mago… e con le frasi in italiano rispolverate dal 2009, bestemmia inclusa.  Unica pecca, a mio avviso, è stata l’assenza di maxischermi, presenti nell’impianto e funzionanti per tutta l’attesa, che avrebbero permesso anche alle persone più lontane di vedere quanto stava succedendo (molti episodi ci sono stati raccontati solo a fine concerto mentre facevamo ritorno a casa).

Premesso che i loro ultimi tre dischi, facenti parte di una trilogia, non mi sono piaciuti per niente e che quindi ero più interessata ai loro vecchi successi, assistere ad un loro concerto è una di quelle esperienze da provare almeno una volta nella vita, perché si può passare nel giro di tre ore dal “pogo più duro” a vedere un’intera arena che canta con accendini e telefoni a fare luce. Cosa non meno emozionante è vedere la varietà di pubblico presente, dal bambino di quattro anni che si gustava lo spettacolo a bocca aperta ,e per nulla spaventato dalla musica alta, sulle spalle del padre che cantava tutte le canzoni, dalla ragazzina che ancora non era nata quando i tre si sono avvicinati alla musica, alla mamma che, obbligata ad accompagnarla, pur non sapendo le canzoni teneva il ritmo o accennava a balletti. Generazioni distanti tra loro, ma unite dalla Musica, quella fatta da Artisti con la A maiuscola che, ebbene sì, esistono anche nella scena punk.

Queste sono state le canzoni eseguite dai Green Day:

99 Revolutions
Know Your Enemy
Stay the Night
Stop When the Red Lights Flash
Letterbomb
Oh Love
Holiday
Boulevard of Broken Dreams
Stray Heart
Nice Guys Finish Last
Waiting
Missing You
Burnout
Hitchin’ a Ride
Welcome to Paradise
Longview
Going to Pasalacqua
Knowledge (Operation Ivy cover)
St. Jimmy
When I Come Around
Basket Case
She
King for a Day
Shout / Always Look on the Bright Side of Life / (I Can’t Get No) Satisfaction / Hey Jude
X-Kid
Minority
American Idio
Jesus of Suburbia
Brutal Love
Good Riddance (Time of Your Life)

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Valentina Pesenti.

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