Il nome del duo e il loro lavoro potrebbero suggerire un prodotto d’oltralpe, ma Alessandro Cavazzana (chitarre, tastiere, drum machines ) e Marco Rodella (batteria e percussioni) sono, per nostro orgoglio, una band veneta. Il sound che ci iniettano è deriva cosmica di rock progressive ed elettronica, strisciato di psichedelica. Maggio 2014 segna il debutto della band, che si presenta con l’album Empire Of Light, uscito per Seahorse Recordings.
Si comincia nel 2012, ma è solo nel febbraio 2014 che l’EP autoprodotto dalla band nel 2013 sconfinerà nell’attuale LP di otto tracce, un vero concept album in cui viene misurato quasi alla perfezione il dosaggio del mix di krautrock su groove di stampo electro. Il primo singolo estratto è Your Life in Unique Meaning, un brano che nasce dallo sforzo di ri-arrangiare un vecchio pezzo e si plasma su di un pattern tutto nuovo con basso e batteria a ritmi sincopati. Un disco che disarma, basti pensare alle tastiere in Dressed Up, che danno un senso all’aggettivo “progressive” di cui parlavo nelle prime righe o A Bit Bad, che cavalca groove danzerecci.
Sembra che non manchi davvero nulla all’album, ogni traccia arricchisce una sfaccettatura del rock di cui il duo si fa portavoce; Interstellar Collapse, introdotto da una serie di bip e respiri cosmici, è assolutamente “spaziale”, con accordi che si innestano su di un synth più intenso che mai. Non mancano nemmeno quegli sprazzi di malinconia di natura un po’ “radioheadiana”, che ritroviamo in House Of Clouds (il cui titolo, forse non a caso, richiama la struggente House Of Cards del quintetto di Oxford), nel quale la voce si fa mal celatamente triste e le distorsioni noise fanno da scudo ad un cantato lento e trascinato.
Empire Of Light è un album di grande impatto, fatto di canzoni venate da una malinconia di fondo quasi disarmante e nel contempo straordinariamente eccezionale. Da ascoltare assolutamente.
A cura di Marianna Alvarenz
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