Twiggy è morta – Credo mi citeranno per danni (EP)

twiggy è mortaI “Twiggy è morta” sono una delle nuove realtà che stanno prendendo sempre più  piede nella scena rock romana.
In otto mesi sono riusciti a produrre due ep: “Twiggy è morta”, il primo, e “Credo mi citeranno per danni” il più recente, uscito il 15 giugno dell’anno scorso, di cui mi occuperò in questa recensione.

Loro non sono certo ragazzi che rimangono con le mani in mano. Attualmente, infatti, stanno già lavorando alle tracce rimaste fuori dai due lavori, le quali andranno a comporre l’album in uscita prossimamente, ma di cui già si conosce il titolo: “Le parole sono un muscolo involontario” .
Quattro sono le canzoni che compongono  Credo mi citeranno per danni , distribuito dall’etichetta  Hit Bit Records :

Il parossismo del cuore
Crepapelle
Legno
A bocca aperta

Il brano che apre il disco è anche il primo singolo estratto, l’ideale per far capire agli ascoltatori qual è l’anima della band. Un sound potente con un grande uso di chitarre e un canto melodico, quasi cantautoriale, ma  allo stesso tempo aggressivo, sono le caratteristiche che li contraddistinguono e che possiamo ritrovare anche nelle restanti canzoni, pur con qualche leggera differenza.

Il punto di forza della band, a mio avviso, sta nell’aver scelto di restare fedeli all’italiano, rischiando di non uscire dai confini del nostro Paese, ma con il vantaggio  di poter così creare testi pieni di poesia che ben si sposano con l’atmosfera dark della parte strumentale.

Ammetto che all’inizio, quando mi è stata affidata questa recensione, ero un po’ perplessa, perché per me Twiggy è un’icona di stile, simbolo di anni che purtroppo non torneranno più, dove moda e musica portavano avanti vere e proprie rivoluzioni, introducendo capi e generi musicali che ancora oggi indossiamo e ascoltiamo. I “pregiudizi”, però, sono spariti una volta che ho ascoltato le quattro canzoni e ho scoperto che, a differenza di quello che ci si può aspettare da una band con un sound del genere, l’uso dell’italiano ha permesso loro di differenziarsi dalla stragrande maggioranza dei gruppi emergenti che, a volte, usano l’inglese perché sono convinti di risultare più “fighi”.

Meritano davvero e, non per niente, alcune soddisfazioni se le sono già tolte: sono stati premiati al M.E.I come gruppo indipendente, si sono esibiti al Circolo degli Artisti l’anno scorso e possono vantare un brano presente nella compilation “Le canzoni migliori le scrive la fame”.

Se non siete appassionati del genere, vi consiglio comunque un ascolto dell’ep, anche solo per i testi, delle vere e proprie perle. Se queste sono le premesse, sentiremo parlare ancora a lungo dei Twiggies e siamo certi che le possibilità di ampliare il loro pubblico non mancheranno.

Valentina Pesenti

www.twiggyisdead.it
http://www.youtube.com/wearetwiggyisdead
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