KuTso: “Ci piace fare quello che nessuno fa”!

Si autodefiniscono “l’unione di scherzo e provocazione ad un linguaggio musicale gioiosamente frenetico. La loro musica solare e irriverente è il tappeto sonoro di testi segnati da forti dosi di simpatico disfattismo e smielato sarcasmo”, e non potremmo trovare parole più indicate per descrivere i KuTso, band romana classificatasi al secondo posto tra le Nuove Proposte a Sanremo 2015.

Il loro particolare nome nasce grazie ad un’insolita consuetudine di Matteo Gabbianelli, che sui banchi di scuola si divertiva a scrivere parolacce mascherandole con termini inglesi.

kutso3Nel 2013 hanno pubblicato il loro primo album ufficiale “Decadendo (su un materasso sporco)” e successivamente sono stati impegnati per oltre un anno in un tour senza sosta, denominato “Perpetuo Tour”.

Nel 2014 partecipano a numerosi eventi: dal Concerto del Primo Maggio a Roma, passando per le aperture a Caparezza a Miami (USA) e al Rock In Roma 2014, arrivando fino all’Hard Rock Live Roma in Piazza del Popolo, insieme a grandi nomi come i Negramaro.

Dopo la positiva partecipazione a Sanremo con il brano “Elisa”, il 12 febbraio è uscito il loro secondo album “Musica per persone sensibili”.

Li abbiamo intervistati, ed ecco cosa è venuto fuori dalla nostra chiacchierata!

Ciao Matteo! Iniziamo dal vostro nome: è molto irriverente, lo avete scelto per provocare o siete solo dei gran simpaticoni?

La scelta di questo nome in realtà è stata dettata proprio dal rifiuto dell’idea di scegliere il nome per il gruppo e dell’importanza di quest’azione. Pensavamo che un nome valesse l’altro, quindi abbiamo detto “Usiamo subito il più brutto così tagliamo la testa al toro”.

In realtà non siamo dei fautori del turpiloquio, è capitata questa cosa del nome in questo modo e quindi l’abbiamo usata, naturalmente coscienti che aveva anche un carattere provocatorio, però ci piace fare quello che nessuno fa. Se la regola è quella, noi andiamo subito a vedere se è giusta e se non lo è perfettamente allora facciamo esattamente il contrario. Il nome va visto così, come va vista così anche la partecipazione a Sanremo.

Ascoltando attentamente le parole delle vostre canzoni si coglie una certa negatività, mentre invece le melodie sono molto allegre. Come mai questo contrasto?

Proprio perché nel momento in cui ci troviamo a scrivere delle canzoni anche noi “spurghiamo” il malessere interiore che abbiamo, come tutti. Però la reazione a questa negatività è proprio la musica, che contrasta con questi testi in una maniera gioiosa, solare. E’ proprio perché la vita non è tutta di un colore. Si vive continuamente in questo contrasto tra stare bene e stare male e noi lo riportiamo in musica.

I vostri video sono altrettanto geniali e divertentissimi. Come vi vengono in mente?

Solitamente c’è un’idea di base, ad esempio sul video di “Via dal mondo” era quella di sfasciare una macchina, fare acrobazie fino a che non l’avremmo distrutta, e questo è stato. Quindi l’idea portante è molto semplice e poi si va a braccio, infine nel montaggio si cerca di creare un filo che non sia logico ma sia in qualche modo aderente ritmicamente alla musica. Si crea un discorso per analogia, non per logica. Tutto questo sempre all’insegna della spettacolarità e in modo molto economico.

Anche il montaggio dei video lo fate voi?

Guarda, abbiamo appena finito le riprese del nostro secondo video che sarà “Io rosico”, e questo è stato il primo video fatto con tutti i crismi della professionalità, con un regista conosciuto come Roberto Tafuro che ha girato i video per Caparezza e tanti altri artisti. E’ il primo video in cui c’è anche uno storybord, serio insomma. Tutti gli altri fatti precedentemente sono stati realizzati con amici videomaker o fotografi, tutte cose indipendenti e spesso amatoriali. Nel montaggio avevamo molta ingerenza, eravamo noi a dirigere l’idea, ma realizzavano tutto loro.

Parlando del disco, come mai avete scelto il titolo “Musica per persone sensibili”?

Questo è il nostro secondo disco, e siccome la nostra sonorità gioiosa, quando viene ascoltata superficialmente, può sembrare musica demenziale, il titolo era proprio un invito ad ascoltare la nostra musica con maggiore attenzione e calma per poter apprezzare tutte le sfaccettature che poi avete colto anche voi.

Voi siete molto sfacciati e genuini, come mai la scelta di partecipare a Sanremo?

Perché noi pensiamo che si debba sfruttare ogni occasione che si presenta. Si è presentata l’opportunità di tentare la carta sanremese insieme all’etichetta It.Pop, che è l’etichetta di Alex Britti che conosciamo da molti anni e con cui ora abbiamo iniziato un rapporto professionale. Ci è stato proposto Sanremo e noi avevamo già questo brano e tutto il disco pronto, e cercavamo un’occasione per promuoverlo al meglio. Quindi abbiamo detto “Perché no?”, il Festival lo abbiamo vissuto non da Sanremesi ma da extraterrestri che sono piombati in mezzo ad un contesto serioso e ufficiale, siamo arrivati lì un po’ da guastafeste e abbiamo rovinato tutto.

Vi aspettavate di arrivare secondi?

No! Sinceramente no, noi siamo andati lì con l’intenzione di divulgare al meglio il nostro progetto. Praticamente in quei due minuti e mezzo di brano abbiamo condensato quello che accade ai nostri concerti in un’ora e mezza. Travestimenti, movimenti inconsulti, tutto quello che si è visto sul palco è quello che poi accade in giro ai concerti. Abbiamo sfruttato quest’occasione come una vetrina, certo un po’ ci pensavamo che la nostra partecipazione sarebbe stata l’elemento eclettico del Festival e questo sarebbe risultato, però non ci aspettavamo di arrivare in finale, quello assolutamente no.

Abbiamo visto che Alex Britti suonerà con voi a Roma, il 16 Aprile. Che rapporto avete con lui?

Lui è co-produttore del disco, è una persona che ci è sempre stata vicina. Noi siamo andati per la nostra strada ma con Alex c’è un rapporto pluriennale, addirittura da prima che lui diventasse famoso, perché le nostre famiglie si conoscono, quindi è sempre stata una persona che ha orbitato intorno a questo gruppo. In più occasioni durante gli anni ci siamo incontrati e abbiamo collaborato insieme a dei brani, alcuni di questi sono contenuti su “Decadendo (su un materasso sporco)” che è il nostro primo disco, e altri sono sull’ultimo disco. Quindi la sua co-produzione è stata abbastanza disorganica e distribuita negli anni.

Infine quali sono i vostri progetti futuri?

Adesso siamo in tour, e ci saremo per vari mesi, probabilmente ci saremo per un anno intero, come abbiamo sempre fatto, e come faremo per tutta la vita spero. E poi stiamo già scrivendo il nostro prossimo disco. A fine Aprile uscirà il video del secondo singolo “Io rosico”.

Grazie mille, speriamo di vedervi presto live!

Grazie a voi, sicuramente ci saranno occasioni!

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Camilla Ortolani e Noemi Schiari

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