Ermal Meta: “Stare lontano dai palchi è una sofferenza enorme!”

Ermal MetaLe sue canzoni sono state ascoltate e cantate da migliaia di persone attraverso le voci di Marco Mengoni, Chiara, Emma, Francesco Renga e molti altri. La sua voce, leggera e raffinata, è stata ascoltata insieme al progetto de La Fame di Camilla, band con cui ha partecipato a Sanremo e che lo ha portato in giro per l’Europa dal 2007 al 2011, anno del loro scioglimento.

Ora è tra le Nuove Proposte che parteciperanno alla 66esima edizione del Festival di Sanremo ed è in studio ad ultimare il suo primo album da solista. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e guardate cosa ci ha raccontato!

 

Innanzi tutto complimenti perché sei tra le Nuove Proposte che parteciperanno a Sanremo 2016! Sin dalle selezioni, da quando hanno reso noti i vostri nomi, eri uno dei favoriti e ti danno tutti molta fiducia: questa cosa ti mette ansia o la vivi serenamente?

No, non ho tensione, sono molto tranquillo e sono felice di esserci!

 

Il brano che hai presentato a Sanremo si chiama ”Odio le favole”. Come lo hai scelto?

Mi sembrava giusto per quest’occasione. Di canzoni ne avevo molte, però questa mi sembrava un giusto compromesso tra profondità e leggerezza.

 

Sappiamo che sei un autore affermato nel mondo della musica: dopo anni cos’è che ti ha spinto a “metterci la faccia” e tornare con un tuo progetto?

La voglia di metterci la faccia, appunto. Ho iniziato mettendoci la mia faccia e mi piaceva l’idea di ritornare da dov’ero partito, è un po’ un ritorno a casa. Avendo iniziato con una band mi piaceva l’idea di riproporre un qualcosa che mi appartenesse totalmente, in cui ci fosse la mia faccia.

 

Quando scrivi un brano sai già a chi è destinato? E come lo capisci?

Dipende, non è detto che io sappia per chi è. Magari ascoltando il brano e cercando di capire il suo divenire può diventare più chiaro per chi può essere, però inizialmente quando scrivo lo faccio per me.

 

Spesso gli autori reinterpretano i brani che hanno ceduto ad altri interpreti: se dovessi sceglierne uno dei tuoi da reinterpretare, quale sceglieresti?

Tutti! Mi piacciono tutti e li sceglierei tutti, nessuna distinzione.

 

Sei in studio a comporre il tuo primo album da solista: puoi anticiparci qualcosa sulle sonorità? E hai già qualche idea per i live?

Per i live l’unica idea che ho è quella di andare a suonare un casino, tantissimo e ovunque perché mi manca, sono partito da quella roba lì quindi stare per due anni lontano dai palchi per me è veramente una sofferenza enorme! Il disco invece avrà delle sonorità abbastanza 80’s, a tratti modernizzate, ed è un album abbastanza crudo, molto vero. Descrivere la musica è sempre difficile!

Farai ancora parte della colonna sonora di Braccialetti Rossi?

No, quest’anno no perché non ho avuto tempo e modo di dedicarmi in maniera importante come mi piace fare. Per come sono abituato o una cosa la faccio bene oppure preferisco non farla, e non ho avuto tempo, a causa di vari impegni, di dedicarmici come mi ci sono potuto dedicare nelle precedenti edizioni. Però sono sicuro che Niccolò Agliardi ha fatto un grandissimo lavoro e sarà sicuramente una bellissima colonna sonora, senza ombra di dubbio.

 

Ultima domanda: qual è la canzone che più di tutte avresti voluto scrivere?

“C’è tempo” di Ivano Fossati!

Grazie mille, e in bocca al lupo!

Evviva il lupo!

 

 

Noemi Schiari

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