Federico Albanese: “La musica è il mio modo per descrivere il mondo”

Federico Albanese è nato in Italia, ma vive a Berlino. E’ un compositore, ma va oltre la musica classica: riesce a fondere generi e stili diversi per produrre brani che chiunque, anche chi di questo tipo di musica non se ne intende per niente, può imparare ad apprezzare e amare.
“The Blue Hour”, il suo nuovo disco, è appena uscito ed è già stato definito “magico” dal pubblico.

 

Federico_Albanese

Il tuo è un genere difficile, forse meno alla portata del grande pubblico, come vivi questa situazione?
A me non sembra un genere poi così tanto difficile o almeno per me non lo è, ci sono cose estremamente più difficili credimi. I dischi si vendono da sempre, anche se in passato di più, mentre oggi va diversamente. Io personalmente non ho mai visto e mai vedrò la musica come strumento di “commercio”, penso sia l’arte che conta. Per esempio nel 2014 ho pubblicato il mio primo album con una label indipendente tedesca che a fatica riesce a mantenersi producendo dischi, eppure vanno avanti, supportando artisti agli inizi. A tutto pensano tranne al commercio.
Sta per uscire un tuo album di inediti, “The Blue Hour”, ci racconti un po’ com’è nato?
“The Blue Hour” è nato a Berlino tra Febbraio e Aprile 2015 circa. Avevo già delle bozze prima ma in quel periodo mi sono chiuso due mesi a lavorare e il disco ha preso forma.
E’ un album che descrive un momento di transizione. Può essere visto in modi diversi, tra il giorno e la notte, la luce e il buio, il sonno e la veglia, il bianco e il nero e via dicendo. Racconta di un mondo di mezzo, un limbo di idee che attendono di prendere forma. Una sorta di culla dell’incertezza in cui le cose sono ancora vaghe, non definite.

C’è un brano, nel nuovo disco o nei precedenti, a cui sei legato maggiormente? Puoi dirci perché?
Tutti i brani hanno uguale importanza, raccontano momenti diversi in situazioni diverse con emozioni diverse e contrastanti. Ce ne sono però alcuni che mi diverto di più a suonare dal vivo.

Stai per partire per un tour che toccherà anche l’Italia, come ti senti a riguardo?
Benissimo. L’approdo al live è sempre una sfida e un immenso piacere per me.
Mi ritengo fortunato e privilegiato nel poter avere la chance di viaggiare e portare la mia musica al pubblico. E’ sempre stato tra gli aspetti più importanti della mia carriera.

Cosa ispira prevalentemente le tue composizioni?
E’ molto vario, non definito direi.
Nella mia musica cerco di raccogliere suggestioni, raccontare storie o semplicemente a volte c’è qualcosa che mi suscita curiosità o interesse e cerco di trascriverlo in musica. E’ di fatto il mio modo per descrivere il mondo che mi circonda.

Hai lavorato molto con Jessica Einaudi: com’è andata la vostra collaborazione e cosa ti ha lasciato?
Abbiamo lavorato tanto e continuiamo a farlo, ho prodotto il suo primo album solita “J Moon” e siamo in procinto di lavorare al secondo.
Ho riniziato a scrivere musica col piano grazie al nostro progetto La Blanche Alchimie nel 2008, per me è stato l’inizio di tutto. Jessica è semplicemente un ‘artista di straordinario talento con cui sono onorato di aver collaborato e di continuare a farlo.

Hai prodotto la colonna sonora di numerosi film e documentari, come nasce il collegamento tra film e musica?
Non ho fatto molti film quanti vorrei, il cinema per me è una passione e una costante fonte d’ispirazione. Amo il legame che si può creare tra un’atmosfera musicale e una scena, di come si riesca ad interagire descrivendo un’emozione visiva in musica. Trovo poi estremamente interessante lasciarsi ispirare da storie e visioni altrui e reinterpretarle in una chiave personale, e di come quella storia o visione possa essere messa in luce o cambiare a seconda del layout musicale che la accompagna.

Che progetti hai per il futuro? Puoi svelarci qualcosa?
Per il momento sono molto concentrato sul presente, ho molto lavoro e sono felice di portare il disco nuovo dal vivo. In un futuro vicinissimo, fine Febbraio, parteciperò ad un evento a Berlino con diversi altri artisti, per il quale sto scrivendo una suite per orchestra d’archi che eseguirò dal vivo. E’ una cosa nuova per me e sono onorato ed emozionato di farlo!

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Sara Picello

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