Il viaggio di Nicola Caboto

È stato pubblicato il 13 dicembre “Hey caboto”, il primo album di Nicola Caboto.

Il tema del viaggio invade letteralmente questo lavoro e viene assorbito da ogni brano che lo compone: Caboto ha la capacità di prendere le sue esperienze di vita, la sua quotidianità, e trasformarla in musica.

Sono frequenti i temi della partenza e della separazione: in “Casa casetta”, che parla dei frequenti traslochi e della difficoltà che ne consegue di sentirsi a casa, nel senso più profondo del termine; in “Non una parola”, che narra di un quindicenne che guarda, con nostalgia, la sua vicina di casa prepararsi a partire per realizzare i propri sogni; in “E nebbia ho nel cuore”, che racconta di un difficile addio.

Viaggiare significa partire, ma anche tornare; e a volte quando si torna ci si scopre diversi: un viaggio può arricchire, può plasmare, può portare a riflettere e meditare. “Hey caboto”, omonima traccia, racconta di un viaggio senza gloria: ma la bellezza di averci provato supera di gran lunga l’amarezza e quindi vale la pensa non abbattersi, alzarsi e ripartire.

Esiste però anche un altro tipo di viaggio, il più intimo, il più intenso: quello alla ricerca e alla scoperta di se stessi. “Romanzo esistenziale” ruota intorno all’introspezione: la vita viene vista come un romanzo, le cui pagine però non sono ricche nè di consapevolezza nè di empatia. L’invito del cantante è, quindi, quello di vivere a pieno la propria vita.

L’album è di stampo rock, tendente al blues, in brani come “Casa casetta”, con tocchi di jazz e funky, in “Romanzo esistenziale” e di swing in “Gelo siberiano”. C’è anche spazio per una ballata,  “E nebbia ho nel cuor”.

Nicola Caboto con questo album dimostra di saper comunicare e, soprattutto, di sapersi raccontare. “Hey Caboto” è davvero un buon esordio.

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Anna Gaia Cavallo

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