IL CILE – “Fare musica per me è una terapia per liberarmi!”

La fate facile, il nuovo album di Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, è in uscita l’8 settembre in tutti i negozi di dischi ed è stato anticipato dal singolo radiofonico Era Bellissimo e dal video del brano La fate facile.
Noi abbiamo incontrato per voi Il Cile, ecco cosa ci ha raccontato!

Hai scritto il disco in tre anni, quindi il tempo che ti sei preso è tanto, ma si percepisce anche questa ansia nei confronti proprio del tempo, della frenesia di un mondo che in qualche modo opprime. Ti senti toccato da questo problema o no?
Sì, credo di averlo percepito di più in questi tre anni perché c’era sempre questa spada di Damocle sopra di me, cioè questo disco che cercavo di chiudere in maniera soddisfacente sia per me, sia per chi lavora con me, sia per l’etichetta. Sono successe tante cose in tre anni, anche al di fuori della musica, com’è normale che sia: è qualcosa che fa parte del mio lavoro, a volte ci si trova in situazioni più complesse rispetto a quando facevo altro nella vita, però credo che sia stata una grande liberazione. Ho esorcizzato tanti dei dolori che mi erano rimasti dentro come un nodo alla gola. Io non posso nascondere che in parte per me fare musica è anche una terapia per liberarmi, accettare, capire.

Io dico sempre che scrivo perché è più economico che andare da uno psicologo!
La vedo esattamente come te!

Scrivere è sicuramente un modo per “buttare fuori”, quindi c’è un contrasto forte tra il fatto che sia una cosa tua, personale, che richiede i tuoi spazi e i tuoi tempi, e il fatto che ci sia una tempistica da rispettare, come in ogni lavoro.
Sì certo, fare dischi ha sia dei costi sia delle dimensioni contrattuali, però non posso negare che ho avuto un supporto totale da parte di Universal, che ha aspettato di avere un lavoro che convincesse tutti. Questo disco ad oggi mi ha fatto sentire molto protetto da un punto di vista discografico.

Una canzone è molto corta e riuscire a dire tutto non è facile, tu prima parlavi di “cesellare ogni parola”: la tua è quindi più una scrittura di getto o al contrario è molto calibrata e studiata?
Non c’è mai lo stesso meccanismo: alcune canzoni sono nate di getto, come Il lungo addio e Buttami via, altre sono state più elaborate come La danza delle notti o La cenere dal cuore, quindi è difficile spiegare come nascono certe cose. Io credo, un po’ alla Vasco, che alla fine siano le canzoni che cercano te e questa volta ci è voluto un po’ di più per farmi trovare, ma alla fine sono queste a cui tenevo veramente e che davvero rappresentano me stesso.

C’è un collegamento tra le canzoni? Un filo rosso? Io ho notato un parallelismo forte tra La danza delle notti e La cenere dal cuore, in netto contrasto tra loro: entrambe riprendono il tema della guerra, ma nella prima si parla di combattere senza armi, nella seconda del rialzarsi anche dopo la sconfitta.
Sì, c’è un collegamento sia tematico che cronologico, perché alcune sono state composte anni fa e altre recentissimamente. Credo che il filo rosso sia la mia vita, nei suoi alti e nei suoi bassi, la fine di una relazione e il mio cercare di riprendere in mano un’esistenza che ti porta a vedere il mondo con occhi diversi, anno dopo anno. Tutto questo l’ho mescolato e l’ho fatto confluire nei miei testi.

Metti tanto di te nei tuoi lavori, ma ti senti una persona timida?
Sì, credo di sì, eccetto quando salgo sul palco, che è l’unico posto dove trovo una certa sicurezza! Nella vita di tutti i giorni e in particolare in questi frangenti ho più difficoltà ad aprirmi, anche perché ho e subisco il fatto che la mia stima verso me stesso ha sempre oscillato tantissimo, sotto ogni aspetto: fisico, artistico e umano e questo nei rapporti umani si vede e non l’ho mai nascosto.

Può essere anche un punto di forza, però!
Sì, come si dice, quando non si può vincere qualcosa si cerca di utilizzarla a proprio favore e io ci ho sempre provato.

Grazie Lorenzo!
Grazie a te!


Il Cile nei prossimi giorni sarà impegnato in un instore tour, che anticiperà i concerti veri e propri. Ecco le date:

– Milano: 12 settembre ore 18, Feltrinelli, Piazza Piemonte.
– Torino: 13 settembre ore 18.30, Feltrinelli, Stazione Porta Nuova.
– Bologna: 14 settembre ore 18, Feltrinelli, Piazza Ravegnana.
– Roma: 15 settembre ore 18, Feltrinelli, Via Appia Nuova 427.

 

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Sara Picello

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