Caravaggio: “Il vero amore della mia vita è la musica”

Il 28 ottobre è uscito “Le cose che abbiamo amato davvero”, l’ultimo singolo di Caravaggio. Il brano è stato apprezzato così tanto da finire nella compilation di Rockit. Artista romano con un passato da rocker, andiamo a conoscere un po’ meglio l’eclettico Caravaggio.

caravaggio

Caravaggio – Intervista

Ciao Caravaggio, partiamo con la classica domanda, ma curiosa: come mai hai scelto questo nome d’arte?

Come già ho raccontato spesso ultimamente, qualche anno fa ero in un periodo particolare del mio percorso umano e artistico, avevo smesso da un po’ di tempo di produrre musica. Una notte mi è apparso in sogno il grande pittore lombardo, il quale mi ha invitato con voce imponente a riprendere la scrittura di canzoni, a patto che avessero come prerogative sincerità ed innovazione tecnologica. Mi ha chiesto di farlo usando il suo nome ed ecco mi qui!

“Le cose che abbiamo amato davvero” è il tuo nuovo singolo. Che cos’è che hai amato davvero e che in un periodo come questo ti manca di più?

Il vero amore della mia vita è la musica e avendone fatto un mestiere è sempre con me. Le persone entrano ed escono dalla nostra vita come viaggiatori nella stazione di una grande città, a volte si accalcano, altre volte c’è un vuoto surreale. Le grandi passioni invece non ti mollano mai, nel bene e nel male, ti accompagnano lungo tutto il viaggio. Mi ritengo molto fortunato ad avere la mia musica.

Come vivi questo momento di crisi del settore artistico e soprattutto musicale? Hai delle idee per il futuro?

Sento parlare di crisi del settore artistico dal primo giorno in cui ho iniziato a fare musica a livello professionale, circa 20 anni fa. All’epoca i meccanismi della discografia erano totalmente diversi, non c’era neanche Internet ma il mantra era il medesimo: “crisi…crisi…crisi”! Sono un figlio della crisi e sono da sempre stato abituato a rimboccarmi le maniche e a reagire nei momenti di difficoltà. Quando ci siamo ritrovati chiusi in casa per il lockdown ho cominciato a cercare modi alternativi per dare sfogo alla mia creatività. E’ stato, nonostante tutto, un periodo di intensa attività, quest’anno ho pubblicato 3 singoli accompagnati da altrettanti videoclip. Per il futuro prossimo ho in cantiere l’uscita di un nuovo brano a febbraio e di un disco ad aprile, quest’ultimo raccoglierà tutte le canzoni pubblicate fino ad oggi più un inedito.

In un momento così difficile dove tutto sembra essere senza speranza, cos’è che ti ispira nello scrivere i testi?

Perdonami ma non credo affatto che tutto sia senza speranza. So per certo che la musica e l’arte in generale sopravviverà e troverà nuove strade e nuovi linguaggi. Fino a che ci saranno esseri umani su questo pianeta ci sarà arte e gli esseri umani sono destinati a stare qui ancora per molto tempo. La mia musa è la stessa che ispira gli artisti da millenni, l’amore.

Leggendo la tua biografia una cosa che colpisce è che hai sofferto di distonia spasmodica. Puoi dirci che cos’è e soprattutto come ha influenzato il tuo percorso artistico oggi e la tua vita?

La distonia spasmodica è stata in realtà una grande maestra, può capirlo bene chiunque abbia a che fare con una disabilità. Da una disabilità non si guarisce ma si impara col tempo a superarla, si va oltre. Nei primi anni la perdita totale dell’uso della voce è stata per me un vero lutto. La malattia si è abbattuta su di me come un ciclone, distruggendo ogni aspetto della mia vita e trascinandomi in una profonda depressione. Poi l’incontro con una persona, anch’essa affetta dalla medesima sindrome, ha dato il LA al mio cammino di rinascita. Ho scoperto di avere più carattere di quanto immaginassi ed ho seguito per due anni un lento percorso di riabilitazione vocale. Alla fine sono riuscito a ricostruire una nuova vita e una nuova voce.

Oltre al chiaro riferimento del tuo nome, anche il tuo stile ricercato evoca inevitabilmente l’arte.
Sei un appassionato? Trovi una correlazione con la musica?

Amo le biografie dei grandi pittori del passato, andandole a leggere mi sono accorto che la maggior parte di loro viveva un’esistenza punk! Erano delle vere e proprie rock star. C’è molta affinità tra la musica e l’arte. Entrambe le discipline cercano di arrivare alle emozioni, una attraverso l’ascolto e l’altra passando per la vista ma sono fondamentalmente strade diverse che conducono allo stesso luogo.

https://caravaggiomusic.net/

Leggi anche –> “Le cose che abbiamo amato davvero”: indie pop con un pizzico di vintage

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