The Unikorni, fuori il secondo singolo “A un metro di distanza”

Il 24 settembre è uscito “A un metro di distanza”, il secondo singolo del duo The Unikorni. Il brano, come si può intuire dal titolo, è nato in piena pandemia. Il tema trattato è la paura che entra a far parte della nostra routine. Non si tratta però di un brano che rimane confinato in questo periodo di pandemia. No, tutt’altro. E’ un brano ispirato dalla pandemia, ma che mette in musica ciò che molto di noi vivevano anche prima del 2020.

the unikorni a un metro di distanza

The Unikorni – A un metro di distanza

I The Unikorni ci piacciono! Il leader dei Melody Fall si è messo in questo nuovo progetto e come ogni cosa che fa, è travolgente. Questo frizzante duo mescola sonorità ruvide, distorte con un’immagine sgargiante, piena di colori. Sono un po’ fuori dal comune: hanno chitarre distorte e una vocalità pop, proprio quello che ci piace. Il nuovo brano è pura energia. Accattivante, emozionante e ipnotico. Ci ritroviamo immersi nel mood dell’autore mentre dondoliamo la testa come fossimo ad un concerto grunge.

In questo brano i The Unikorni descrivono attraverso il loro sound Grunge, con chitarre e voci distorte, proprio quel contrasto tra il desiderio di stare con una persone alla quasi si vuole bene, che si ama, e il pensiero costante di non potersi avvicinare troppo, la paura di ammalarsi o di far ammalare un nostro caro.

Chi sono gli UNIKORNI

THE UNIKORNI sono Fabrizio Pan (voce e chitarra) e Giorgia (batteria), giovane duo torinese che unisce sonorità ruvide e vocalità pop, colori sgargianti e ispirazione rock. Un contrasto da cui nasce Latte Color Plastica, il singolo d’esordio uscito il 5 giugno che anticipa il primo album, atteso nell’autunno 2021 per Pan Music.

“Sono sempre stato un fan di Jack White e dei The White Stripes – racconta Fabrizio – ed erano anni che cercavo in lungo e in largo, senza successo, una batterista. Poi ho incontrato Giorgia, conosciuta al Pan Music Fest ad Off Topic (Torino). Parlando del più e del meno, scopro che suona la batteria e subito le dico che ho un po’ di pezzi da parte”. 

Il sound è volutamente sporco, costruito su riff ripetitivi e chitarre distorte, ma anche su ritornelli melodici e orecchiabili; i testi raccontano la realtà in maniera cruda e schietta attraverso storie ed emozioni nelle quali ognuno di noi si può ritrovare.

 
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