Christian Draghi: “Potrei essere un vino bianco, fermo e deciso”

Il 26 novembre è uscito “Quelli Furbi”, il nuovo singolo di Christian Draghi. Titolo ironico dietro cui si celano i piccoli artisti indipendenti messi alle strette dalla pandemia. 

christian draghi

Christian Draghi intervista

Ciao Christian, la tua canzone ci piace sia per il sound che per il testo un po’ ironico. “Quelli furbi” sono tutti i musicisti emergenti (o quasi) che continuano ad inseguire i loro sogni. Giusto? Perché li hai definiti “quelli furbi”?

Li ho definiti “furbi” in senso ovviamente ironico, dato che in questi tempi di assoluta incertezza la scelta di continuare a insistere su quello che a fatica viene considerato un lavoro non sembra per nulla scaltra. Il buonsenso suggerisce piuttosto di cercarsi qualcosa di più stabile e sicuro, ma visto che siamo’furbi’ facciamo altro. 

Il settore musicale stava già vacillando e la pandemia gli ha dato il colpo di grazia. Come hai passato questi mesi? Come ha influito nella tua musica?

Ho trascorso gran parte del lockdown in Germania, e durante i lunghi mesi di isolamento ho riscoperto il piacere di scrivere canzoni per il solo piacere di farlo, senza la pressione di doverne fare a tutti i costi qualcosa di utile o remunerativo. Un’esperienza sicuramente positiva, che mi ha rimesso in contatto con la parte più pura del procedimento artistico. Quei pezzi che ho scritto ho iniziato poi a registrarli, all’inizio da solo, poi dopo le riaperture in compagnia di altri musicisti. Prima o poi ne farò un album, di questo sono sicuro.

Hai vissuto diversi anni in Germania, com’è la situazione là per gli emergenti?

Per quello che ho visto la situazione non è molto diversa da quella italiana a livello pratico, nel senso che uscire dall’underground è difficile ovunque. La grande differenza è culturale. In generale posso dire che in Germania c’è più curiosità, interesse e voglia di ascoltare.

Un paragone tra Germania e Italia dal punto di vista musicale? Quali sono i pro e i contro di entrambe?

La Germania è il posto in cui ogni musicista vuole andare in tour. Le paghe sono buone, il pubblico è caldo, la scena è viva e interessata. In Italia troppo spesso si finisce ad esibirsi in locali dove si fa da sottofondo al chiacchiericcio. Se non sei già conosciuto è più difficile ottenere attenzione o anche solo un rispettoso silenzio. Ci sono eccezioni ma sono rare. L’Italia è un paese passionale, emotivo, la gente da importanza al “viver bene”: sono questi i pro. In Germania sono più ‘quadrati’, la parte razionale è dominante nel loro carattere. Ma quando escono per ascoltare un concerto si lasciano andare, cercano l’emozione e questo li rende un pubblico partecipe e interessato. In Italia cerchiamo sempre di godercela, un concerto non è una scusa per ‘andar fuori’.

“Quelli furbi” è il tuo primo singolo in italiano. Come mai questo cambiamento?

Perché il messaggio che lancio con il testo è ancora più importante della musica stessa e voglio quindi essere capito dalla maggior parte del mio pubblico, che è italiano. La canzone in verità era nata in inglese, poi l’ho fatta sentire a un po’ di amici e collaboratori e, dopo l’ennesimo “carina ma cosa dice esattamente?” ho deciso di tradurla, per frustrazione!.

Ultima domanda: se dovessi descriverti con una bevanda o un cocktail, quale saresti e perché?

Questa è bella… direi che potrei essere un vino bianco, fermo e deciso. Un Riesling magari, o un Vermentino. Il vino piace a molti ma non a tutti, è più impegnativo della birra ma allo stesso tempo non eccessivamente complesso. Scalda il cuore, ma se esageri non perdona!

Leggi anche –> Organizzare concerti, come si scelgono headliner e band d’apertura

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
0.00 avg. rating (0% score) - 0 votes