Cabruja: “L’idea è nata nella solitudine di un teatro polveroso”

Eduardo Losada Cabruja è un musicista di origini venezuelane attualmente residente a Genova, dove vive dal 2006. Nonostante sia un biologo, la musica fa comunque parte del suo quotidiano da sempre.

Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo fatto qualche domanda.

cabruja

Cabruja

Ci sono tante curiosità che vorremmo chiederti e per prima cosa siamo curiosi delle tue origini: secondo te quali sono le caratteristiche della tua terra d’origine che porti con te nella tua musica?

Penso che più che della mia terra d’origine, porto con me il fatto di essere da un’altra parte. Ovvio, ho incluso nel mio disco un paio di brani latinoamericani, uno venezuelanissimo. Ho anche scritto nella mia lingua e anche su come ho vissuto la mia città, Caracas, ma penso che sia comunque una questione tanto personale che va oltre il mio essere venezuelano. Il mio gentilizio, di cui vado molto fiero, è comunque soltanto uno dei tanti aspetti della mia persona.

Il video di “Unravel” segna il compimento di un’opera di rivisitazione ben ragionata e composta. Qual’ è il concept dietro al video? Ci puoi raccontare com’è nata l’idea?

Nella solitudine di un teatro polveroso, mi improvviso una band con dei manichini che sistemo con cura, e così poter cantare e mettere in atto una specie di rituale per evocare la persona che amo ma che si trova distante, fisica e/o emotivamente parlando. Materializzandosi nel pubblico, possiamo allora ripartire e fare “nuovo amore”, come dice il testo scritto da Björk.
Questo concept non è stato sicuramente il primo che abbiamo buttato giù per Unravel. Altre idee erano molto belle ma più complicate e più difficili da realizzare. Dopo il concerto al Jazz Club Ferrara, che è stato il primo, ho parlato finalmente di persona con Anthony Armaroli e insieme abbiamo deciso che potevamo sfruttare meglio il fatto che a breve ci sarebbe stato il concerto al Teatro Zeppilli di Pieve di Cento e fare le riprese lì. Le idee sono arrivate subito e ti posso dire che in 7 minuti e mezzo abbiamo concepito il video, tutto in modo molto organico e fluido, che è sempre una cosa auspicabile.

Il video di Unravel è come una rinascita: dal buio arriva la luce. Quale tipo di rinascita è per te importante?

Per me è importante cambiare, evolversi, non rimanere fermi. È una costante rinascita. A volte però è necessario cambiare per tornare ad essere se stessi, anche se si tratta di un “se stesso” inedito, un “se stesso” che fino a quel punto non si era mai stato, ma che ora è arrivato il suo momento. Allora diventa fondamentale esserlo.

In base a quale criterio scegli le canzoni che poi hai interpretato nel tuo LP “Cabruja”?

Ci sono diversi aspetti da considerare. Sono tutte canzoni che fanno parte di me in qualche modo. Poi ci sono le domande: “Sono in grado di cantarla a modo mio? Posso renderla interessante? Dico qualcosa quando la canto?”. Ma forse il fattore più importante è la goduria. Io devo godere quando canto una canzone. A volte si tratta solo di un semplice passaggio, o un accordo, o una parola nel testo… ma mi deve far godere.

La grafica del tuo LP è scura, forse un po’ cupa, ma allo stesso tempo rassicurante. Chi si è occupato delle grafiche e in base a quale concetto ha operato questa scelta stilistica?

L’arte e la grafica del LP e anche della copertina dell’ultimo singolo è stata a cura di Luca De Vincentis, artista visuale con base a Roma, nonché il mio compagno. C’è tanto di me in quel disco: le foto sono tutte state fatte nell’appartamento ed il palazzo dove ho vissuto per tanti anni, fino all’anno scorso; il mio ritratto all’interno manifesta alcuni aspetti della mia persona e di come mi percepisco; e il “mood “ generale dell’arte rispecchia molto bene quello che è la mia dimensione musicale, che è decisamente più cupa di come mi presento come persona. Credo che Luca abbia fatto un bellissimo lavoro che rappresenta molto bene il disco, forse grazie anche all’intesa che abbiamo a livello personale.

Novità per il futuro?

Niente di cui ti possa parlare in questo momento :), ma sicuramente continuare a esplorare e fare nuovi pezzi

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