“Verde”, EP d’esordio del power trio femminile romano Wasabi 

Disponibile dal 26 gennaio su tutte le piattaforme digitali Verde, EP d’esordio del power trio romano tutto al femminile Wasabi. Cinque brani in cui si alternano attitudine punk-rock a fumose esplosioni elettroniche che convergono in un consapevole alternarsi di mood positivo e atmosfere cupe.

verde wasabi

Verde – Wasabi

L’EP ‘Verde’ nasce dalla voglia di far vibrare le persone, generando oscillazioni positive e negative. Entrambi i poli, infatti, sono importanti nella nostra musica. Abbiamo optato per un sound orecchiabile e ballabile (il polo positivo) ma associato a testi cupi, che mettono in luce le parti più scure e quasi disperate della personalità (il polo negativo). L’obiettivo è liberare, attraverso le note e le parole, le parti inespresse, non concesse, censurate di chi ascolta, affinché si abbandoni, anche solo per qualche minuto, a un caos catartico dalle sembianze di un buco nero interiore, che strappa via il tossico del nostro universo personale, per trasformarlo in nuove stelle” – Wasabi.

CREDITS
Testi e musica: wasabi (Chiara Sella, Alessandra Garofalo, Simona Mellone)
Recording, mix & mastering: Filippo Strang – VDSS Recording Studio
Cover: arrivedlate

TRACK BY TRACK

VERDE: rompe l’illusione della speranza come cura e la dicotomica necessità di aggrapparcisi ed essere salvati. Verde è prendere una medicina sapendo che sarà un placebo eppure ingoiare lo stesso.

CENERE: è un urlo silenzioso, parole che con fatica arrivano alla bocca e finalmente esplodono, ma l’urlo, invece che dirigersi all’esterno, rimane dentro e brucia tutto. Ora rimane solo cenere. Cos’è la cenere? Vita, morte, furore, disperazione.

FORZE CONTRAPPOSTE: sarebbe più facile vivere in un posto senza gravità, dove non ci sono forze che ci attraggono e confondono, grazie alla fantasia, l’arte, la musica, l’alterazione della propria coscienza. La controindicazione è che una volta giunti lì, si fa tanta fatica a tornare.

MIA: una parafrasi della Bulimia. Mia, una persona, un’ossessione, una possessione, forse un Dio che consuma divorando chi divora, rigettandolo nelle fauci di una natura che abbandona e che tanto si brama. Mia vuol dire auto-fagocitarsi senza rendersene conto.

ID: rappresenta l’incapacità di riconoscersi, la stanchezza nel non ritrovarsi nella staticità del quotidiano e di sentirsi labili, inconsistenti, vacui. Il tutto contrastato da una lotta verso una nuova identificazione, una vera e propria rivolta verso gli altri e verso se stessi per Essere.

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