Matteo Amantia: l’anima degli Sugarfree sul palco di “Ora o mai più”

Matteo Amantia Scuderi (Sugarfree)

Con la sua partecipazione alla terza edizione di Ora o mai più (in onda il sabato sera su Rai 1), è tornato a farsi notare al grande pubblico Matteo Amantia, frontman degli Sugarfree. La lunga carriera segnata dall’enorme successo di Cleptomania nel 2005 – che continua a risuonare nelle playlist di molti- poi i progetti da solista, ed ora il ritorno in tv. Matteo ha saputo rimettersi in gioco in questo programma che dà nuova visibilità a chi ha in qualche modo scritto le pagine della musica italiana. Al suo fianco il ‘coach’ Alex Britti.

Abbiamo avuto il piacere di parlare con Matteo per saperne di più sul suo cammino artistico e sulle sorprese che riserva il futuro degli Sugarfree.
Prima però, una panoramica sul suo percorso musicale, per chi se lo fosse perso.

Matteo Amantia: gli esordi ed il successo con gli Sugarfree

Partiamo dall’inizio. Matteo comincia da giovanissimo a fare musica (prima con i Kataitna, poi il progetto Maya) ed entra a far parte come frontman degli Sugarfree nel 2004. La band siciliana si era già formata ad inizio 2000,  ma sarà proprio con Matteo che vivrà il maggior successo in seguito all’uscita del primo album Clepto-Manie ed alla firma con un’importante etichetta discografica.

Impossibile non citarla, Cleptomania è di sicuro la canzone che più di tutte viene in mente quando si nominano gli Sugarfree. Il successo del brano è così travolgente che in poco tempo si aggiudica la vetta dei singoli più venduti (classifica FIMI-Nielsen), raggiungendo 60000 copie di vendita ed il disco di platino. Il brano lascia il segno nel panorama musicale dei primi anni 2000, sia per la sua anima dark (come la definisce Amantia) che fa da sfondo all’intero testo ed alla voce, sia per l’impatto mediatico.

Cleptomania viene trasmessa praticamente ovunque: cosa non da poco, considerando che all’epoca erano inesistenti i canali social tramite i quali viene oggi indirizzato gran parte del flusso pubblicitario.

Il Festival di Sanremo 2006 e “Argento”

Nel 2006 gli Sugarfree partecipano a Sanremo, portando sull’Ariston il brano Solo lei mi dà. Il loro percorso si interrompe in semifinale, ma il brano riceverà ottimo riscontro tra il pubblico, contribuendo al successo della band che si conferma così all’interno del panorama mainstream.
Segue la pubblicazione del secondo album Argento, dalle sonorità pop-rock e contenente anche Scusa ma ti chiamo amore, colonna sonora dell’omonimo film di Federico Moccia.

Nel 2009 Matteo Amantia decide di prendersi una pausa dalla band in seguito ad esigenze personali.

Il percorso da solista

La voglia di fare musica rimane tuttavia una costante e Matteo continua la carriera artistica portando avanti progetti da solista e pubblicando un album, nonostante la lontananza dalle scene e dal grande pubblico.
Nel frattempo però, cambiano i modi di fare musica, cambiano le sonorità che accompagnano la vita di tutti i giorni. Il panorama italiano ed internazionale evolve e c’è bisogno di reinventarsi.

Il ritorno con la band ed il progetto elettronico RAMTRIP

Tra i vari progetti musicali (NatiadAprile, Liptrick) nasce in questi anni anche RAMTRIP che Matteo Amantia porta avanti assieme a Riccardo Gerbino e Ambra Scamarda. Qui siamo alla sperimentazione elettronica, un passaggio ben diverso dal pop degli Sugarfree.
Vengono pubblicati dei singoli a mio avviso particolarmente interessanti, che mescolano il sound elettronico con elementi più etnici, come richiama la stessa copertina di Free Yourself. Suoni di sottofondo rendono l’atmosfera quasi tribale. Da ascoltare se siete amanti di ciò che musicalmente è continua evoluzione.

Dal 2014 Matteo Amantia è nuovamente frontman degli Sugarfree. La formazione nel frattempo è leggermente cambiata, con Giuseppe Lo Iacono unico fondatore rimasto. La band pubblica nuovi singoli: il più recente, nell’aprile dello scorso anno, è intitolato “Non è l’amore” (qui il link).

Sugarfree

Gli Sugarfree nel 2024

Il ritorno in Rai con “Ora o mai più”

Arriviamo al 2025, Matteo Amantia (in rappresentanza degli Sugarfree) partecipa alla terza edizione di “Ora o mai più”, format ideato da Carlo Conti. Otto concorrenti, affiancati da altrettanti coach, si sfidano per il primo posto. Ma non ci piace vederla come una gara: ciascuno di essi è a modo suo talentuoso ed è stato inspiegabilmente per troppo tempo lontano dalle grandi produzioni.

E’ Alex Britti, musicista dallo stile inconfondibile – qui in veste di ‘coach’ – a seguire Matteo. La coppia è subito percepita come una delle più affiatate: entrambi grintosi, con una vena rock ad accomunarli.

Matteo ha saputo conquistare il pubblico nelle prime tre puntate, ricevendo supporto anche sui social e piazzandosi tra le prime posizioni. Dalla giuria poi, valutazioni altissime. Di lui, ci stupisce la capacità di reinterpretare i brani: ci riesce forse grazie al suo carisma (c’è chi lo ha già definito “animale da palcoscenico”), o alla sua voce, o magari ad entrambe le cose. Fatto sta che dona nuova vita alle canzoni, facendole risuonare in modo inedito.

Un esempio perfetto arriva dalla scorsa puntata, durante la quale abbiamo assistito ad una re-interpretazione di More than words degli Extreme (esibizione che trovate cliccando qui). Britti ci ha visto lungo: ha scelto un pezzo delicato, dall’arrangiamento soft, e lo ha messo in contrasto con l’animo più rock di Matteo. Risultato: una bella prova che dimostra la versatilità di Amantia, a conferma di quanto detto sopra. Di fatto, è riuscito a scaldare una canzone che in versione originale possiede un’impronta decisamente più fredda. Mica male!

Sia per chi ha atteso e seguito Matteo in questi anni, sia per chi non aveva avuto modo di scoprirlo con gli Sugarfree all’epoca, questo è un ritorno che sa di piacevole riscoperta.

A proposito, per votare ad “Ora o mai più” da casa basta collegarsi alla page ufficiale del programma (su Instagram oppure su X), ed al momento della diretta è sufficiente cliccare like sulla card dell’artista che si vuole sostenere.

Intervista – Matteo Amantia

 

Matteo, la partecipazione a ‘Ora o mai più’ è una preziosa occasione. Come ti senti ad essere parte di questo programma e soprattutto cosa ti aspetti da questa esperienza, considerando che hai accanto un coach così importante come Alex Britti? Nelle prime puntate si è percepita molta energia tra voi due!
 
Ora o mai più è una grandissima opportunità per noi. Mi sento veramente onorato e molto contento di partecipare a questa trasmissione. Nell’ultimo periodo con gli Sugarfree ci era tornata un po’ di ispirazione, per cui stavamo scrivendo parecchi brani e avevamo già programmato delle nuove uscite.. questa opportunità è arrivata in un momento perfetto, per cui l’abbiamo presa subito al balzo, ecco.
Non sapevamo in realtà quale coach ci sarebbe stato assegnato. Quando ho saputo che era Alex Britti sono stato felicissimo. Lui è un blues-man, ha un’anima rock, per cui ero molto felice e devo dire che già dalle prime volte nei nostri incontri si è subito creato un feeling e anche tanta energia tra di noi.
 
Potremmo dire che questa è la tua nuova occasione, forse anche più significativa di Sanremo 2006..
 
Sì, questa è sicuramente una grande possibilità. Come ben sapete, dopo Cleptomania, Sanremo 2006 e Scusa ma ti chiamo amore, c’è stato un calo in termini di visibilità. In realtà con la band non ci siamo mai fermati: abbiamo sempre suonato e fatto tour in giro per l’Italia. Chiaramente in questi anni è venuto a mancare il grande pubblico, e questa è un’occasione che può riportarci la visibilità che ci è mancata.
 
La tua carriera è passata per varie fasi: due album con gli Sugarfree, poi i lavori da solista fino a RAMTRIP (dunque un passaggio all’elettronica).
Guardando a questo tuo percorso e confrontandolo con il panorama attuale, come descriveresti la tua evoluzione musicale?
 
La mia carriera ha attraversato diverse fasi: da Cleptomania siamo poi passati ad Argento -il secondo album- che forse è quello che sento più mio, nel senso che ci ho messo molto di me nel realizzarlo, e probabilmente in esso si percepisce anche quell’animo un po’ più rock. Successivamente ho fatto un album da solista, al quale mi sono dedicato appieno.
Poi ho iniziato a sperimentare con le sonorità elettroniche, che sono quelle che mi affascinano di più. In quel periodo ho realizzato vari progetti musicali, tra cui RAMTRIP che mi piace molto proprio perché interamente dedicato alla sperimentazione: non ci sono velleità di successo, lo abbiamo realizzato con il solo scopo di sperimentare.

Per quanto riguarda la mia evoluzione musicale, non voglio darmi per forza una via. Mi piace prendere input e farmi trasportare un po’ da quello che mi arriva. Come si può ben capire, mi piace cambiare e mettermi alla prova musicalmente. Lo vedrete infatti nei prossimi singoli con gli Sugarfree, che saranno un po’ diversi dai nostri precedenti lavori.
 
E’ cambiato in questi anni il concetto di musica per te artista e per te uomo?

No, ad oggi la musica rimane al centro della mia vita. Ho avuto dei periodi in cui l’ho un po’ messa da parte, ma nonostante questo la ritengo sempre qualcosa che è con me. Ora sono in un periodo in cui sento molto forte il bisogno di fare musica.
 
Che bello! Stilisticamente parlando, hai degli artisti che ti hanno influenzato nel modo di fare musica?
 
Mi ritengo aperto a vari stili musicali: ad esempio il rock classico, ma come accennavo prima ascolto tantissimo anche l’elettronica. Ho amato i Kraftwerk, i padri fondatori dell’elettronica tedesca. Sono affascinato  dal cantautorato (ad esempio ascolto molto Vinicio Capossela), ma anche dal funk, e poi ora punto un occhio anche sull’indie. Di quel genere mi piace tantissimo il modo in cui scrivono i testi gli autori, li trovo molto naturali.
Insomma, mi piace ascoltare un po’ di tutto e credo che in ogni stile musicale- anche quelli che apparentemente potrei apprezzare meno, come la trap- ci siano degli artisti che riescono a dare qualcosa, a trasmettere delle emozioni, che è quello che conta.
 
In alcuni brani che hai realizzato con gli Sugarfree il linguaggio critico verso la società, il conformismo e la sua superficialità emergono in modo forte, penso ad esempio a ‘Piacere’. Ti ritrovi ancora in queste tematiche oggi? 
 
Sì, è vero. Brani come Piacere contenevano questa sorta di critica verso il conformismo, e questa è una cosa che ho sempre sentito forte in me. Anche nel mio album da solista si possono ritrovare dei brani che descrivono questo tipo di sensazione. Mr. Hyde , ad esempio, è un po’ il manifesto del mio lato “oscuro”, quello che va contro certi standard della società. Questo modo di pensare è una cosa che mi rimane e che sento tutt’ora, ma sicuramente con gli anni si è un po’ affievolita e questa “rabbia” si è di conseguenza spostata verso altre priorità. Alla fine l’importante è stare bene. In qualche modo le cose si ammorbidiscono con il tempo, quindi c’è ora una consapevolezza diversa.
 
A proposito di oscurità: pensando a ‘Cleptomania’, spesso hai spiegato come il suo successo fosse legato alla sua “anima dark”. C’è qualcosa che ti porti dietro da quel periodo, un aneddoto che vuoi raccontarci? 
 
Confermo: ho questo tipo di fascino verso il dark. Ad esempio i Cure erano e sono una delle mie band preferite, che hanno segnato la mia adolescenza.
Quando registrammo Cleptomania io cercavo di immaginare Robert Smith, e la sua interpretazione era ciò a cui facevo riferimento. E’ così che è nato poi il pezzo.
Tra l’altro, la mia preferenza verso queste atmosfere oscure la si può ritrovare anch’essa nel mio album da solista: penso ad esempio al brano La Luna non consola.
 
Arriviamo poi al periodo da solista, che coincide con quello in cui hai deciso di prendere una pausa  dagli Sugarfree, di cui parlavi anche prima. Pensi che sia stato quello il momento in cui ti sei sentito più distante dalla musica? 
 
Assolutamente sì. Dopo aver fatto il mio primo album da solista, in qualche modo mi sono sentito svuotato di tutto ciò che avevo dentro e non avevo più ispirazione nel fare musica. In quel periodo ho deciso di aprire un centro culturale a Mascalucia, vicino Catania, a cui poi ho dedicato la maggior parte del mio tempo. In tale contesto, ho avuto comunque modo di lavorare a contatto con la cultura, tuttavia la musica non la sentivo poi più così forte dentro me.
 
Poi è successo che un giorno mi sono ritrovato a parlare di cose riguardanti il passato con un’amica, e le ho detto queste parole: “Quando ero un cantante…” . Ecco, lì mi sono bloccato. Questa cosa mi ha fatto riflettere: io in realtà lo ero ancora un cantante, non era una cosa appartenente al passato. Da quel momento pian piano mi sono riavvicinato a questo mondo: ho cercato dentro di me quello che non stavo trovando più. La musica in qualche modo mi ha ripreso.
 
Oggi, guardandomi indietro, ritengo comunque quello un periodo importante della mia vita che mi ha fatto consapevolizzare tante cose, tra cui il fatto che la musica è una parte di me troppo forte, che non posso mollare.
 
Riallacciandoci a quanto hai appena detto, e tornando al presente, nel brano ‘Tutto’ c’è un forte desiderio di ricominciare e di fare le cose senza paura di sbagliare. Possiamo sintetizzare così questo momento? 
 
In quel brano, che viene dal primo album degli Sugarfree, c’è questo desiderio di ricominciare da “tutto”, appunto. Questa è una prerogativa che mi sono sempre tenuto in mente nella vita. Quando c’è qualcosa che non ti piace, qualcosa che ti fa star male, o anche solo la sensazione che hai preso una strada sbagliata, rimettere sempre le cose in discussione e ricominciare da capo è secondo me una cosa che ti fa star bene. Ritengo che il cambiamento debba essere sempre presente nella vita.
Con la trasmissione “Ora o mai più” c’è assolutamente da parte mia la voglia di rimettersi in gioco e di nuovo ricominciare da tutto.
 
Guardando invece al futuro, immagino ci siano progetti musicali in cantiere. C’è una direzione nuova anche in termini di sonorità che vuoi condividere con noi e con i tuoi fan?
 
In questo momento voglio dedicarmi esclusivamente agli Sugarfree. Siamo concentratissimi nello scrivere nuovi brani con Giuseppe. Siamo in una fase molto creativa.
Sulle sonorità invece non ci diamo troppi limiti: se ci viene un brano un po’ più rock lo facciamo. Siamo ancora molto attratti dalle sonorità elettroniche, ma non escludo in futuro che possano nascere anche dei brani più cantautoriali o più indie. In sostanza, non vogliamo porci dei limiti musicali, ma vogliamo essere aperti a ciò che verrà, senza alcun tipo di gabbia stilistica.
 
Possiamo aspettarci di tutto quindi! Come ultima domanda ti chiedo se vuoi lasciarci con un mini – mini anticipo sull’inedito che porterai alla fine del programma ‘Ora o mai più’, oppure no spoiler?
 
Come già detto prima, sicuramente sarà un brano fuori dal classico stile Sugarfree, ma molto elettronico e molto funk. Il testo è una riflessione sulla società moderna, sul fatto che in qualche modo siamo tutti collegati dai social, dalla rete.. e forse dentro di me c’è un forte desiderio di scappare da tutto questo. E’ un piccolo spoiler.
 
Grazie Matteo, ci hai conquistato di nuovo! Ti auguriamo buon vento!
 

Alcuni link utili:

Matteo Amantia: InstagramFacebook  
Sugarfree Official: Instagram,  Facebook , website
RAMTRIP: ascolta su Spotify
NatiadAprile: ascolta su Spotify
Sugarfree Official Fanclub: Instagram , Facebook
Matteo Amantia canta “Cleptomania” con Alex Britti: link Raiplay

Si ringrazia il Sugarfree Official Fanclub per la concessione delle immagini presenti nell'articolo.

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