Robi: “Sarei una birra perché è semplice e sempre pronta quando hai bisogno”

Fuori su tutte le piattaforme digitali da venerdì 11 aprile 2025 “Carezze”, album che nasce dalla penna di Roberto Ballauri, in arte Robi. Nasce dalla necessità di comunicare con semplicità, naturalezza, perché è così che nascono le canzoni più belle. 

Robi intervista

Il tuo nuovo disco “Carezze” è nato anche grazie alla collaborazione con Kevin Mancardi e Davide Tagliapietra. In che modo hanno arricchito il tuo progetto?

Grazie a Kevin “Carezze” è diventato un disco a tutti gli effetti: i brani hanno avuto modo di indossare abiti diversi, sperimentare arrangiamenti, esplorare più strade sonore. Producendo insieme siamo cresciuti, passo dopo passo, imparando tanto. Davide ha curato mix e master con l’esperienza che a noi mancava. Abbiamo registrato alcune voci del disco nel suo studio, è stata una fortuna poter cantare dove sono passati grandi come Tiziano Ferro e Gianna Nannini.

Che cosa può raccontare di te questo album a chi non ti conosce?

Credo che questo disco racconti di me quanto credo nella bellezza delle cose semplici, genuine, ma mai banali. Che sappia spiegare come la fragilità non sia un limite, e che faccia intuire l’importanza dei piccoli dettagli e dei grandi sogni, in cui spero molti continuano a credere come faccio anche io.

E come si distingue rispetto al tuo primo lavoro in studio “Occasioni”?

Sono due lavori nettamente differenti, il primo è silenzioso, ricercato al punto da diventare complesso da comprendere. Carezze è diretto. Negli arrangiamenti, nelle melodie, nel linguaggio. È di di tutti e per tutti.

Quali sono tre dischi che sono stati fondamentali per la tua formazione musicale e perchè?

Di pancia, i primi tre dischi che mi vengono in mente sono
“Una somma di piccole cose”, di Niccolò Fabi, che mi ha fatto comprendere l’importanza dell’essere fragili.
“Continuum” di John Mayer, che ad oggi non smetto di suonare e cantare.
Ultimo ma non per importanza direi “Il mio canto libero”, di Battisti, auguro a tutti di scoprire e innamorarsi di Battisti.
Tre dischi sono difficili, sono rimasti fuori Dalla, Stevie Wonder, Elliott Smith.

Ultima domanda: se fossi un drink, quale saresti e perchè?

Penso una birra media: semplice, sempre pronta quando hai bisogno.

 

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