Si è tenuta sabato 17 maggio la finale della 69esima edizione dell’Eurovision Song Contest, uno degli eventi musicali più attesi dell’anno, capace di unire bandiere (non solo europee), culture e stili differenti sotto un unico grande palcoscenico.
Già, perché l’ESC è una vera e propria festa! E’ oramai molto più di una semplice competizione: è uno spettacolo travolgente, un vero e proprio show globale dove, diciamolo, l’impatto visivo conta tanto quanto — se non più — della canzone stessa. Non sempre i brani in gara sono rappresentativi del Paese d’origine, e delle tradizioni musicali, ma sono selezionati seguendo criteri del tutto discutibili.
Per l’Italia, come da regolamento, partecipa la canzone vincitrice del Festival di Sanremo. Quest’anno, però, c’è stata una variazione sul tema…
La canzone vincitrice: Wasted Love
La serata è stata dominata (e menomale!) da uno che di talento ne ha da vendere. L’austro-filippino Johannes Pietsch, in arte JJ, classe 2001 vince questa edizione (ed è il primo di tali origini) e porta all’Austria il trofeo, assieme al contest da ospitare nel 2026. Cresciuto a Dubai, si è spostato in Austria recentemente, dove ha iniziato ad occuparsi di musica prima partecipando a vari contest (tra cui The Voice U.K.) e poi frequentando la scuola lirica all’Opera di Stato di Vienna. E sarà proprio l’incontro tra lirico e pop a caratterizzare la sua proposta musicale, tra cui la vincitrice Wasted love. Impressiona la bravura di JJ, che riesce a raggiungere un registro di soprano, in un brano travolgente che parla di un amore tormentato, non corrisposto.
In una recente intervista ad un quotidiano austriaco, JJ ha dichiarato:
“C’è un dolore particolare nel possedere un amore immenso da donare, senza però avere un luogo in cui possa arrivare. È come galleggiare in mare su una fragile barca di carta, aggrappandosi a ogni scintilla di speranza, solo per vederla dissolversi sotto di sé. Eppure c’è una bellezza incontestabile in questa ingenua devozione. Perché, alla fine, è meraviglioso poter semplicemente amare, non importa quanto sia sprecato”.
Perché l’Austria ha meritato la prima posizione
Per l’originalità. Siamo abituati a grandi show, più o meno ripetitivi. Qui c’era qualcosa di decisamente diverso.
Ma partiamo dal contesto: la scenografia accompagna in maniera eccellente l’andamento del brano (interamente in lingua inglese), che passa da un cantato sussurrato, velatamente malinconico, all’eleganza senza tempo di un lirico che spiazza il pubblico presente nella St. Jakobshalle Arena di Basilea. Atmosfera quasi melodrammatica. Luci “dark”, niente colori, inquadratura in 4:3 e regia cinematografica. Al centro della scena solo una barca che si avventura in un mare che poco a poco diventa più tempestoso e difficile da navigare. La tensione visiva cresce man mano che la barca ondeggia e si incrina, culminando in un’esplosione musicale che, negli ultimi trenta secondi, sfocia in una techno potente, perfetto completamento del crescendo costruito nei tre minuti precedenti. E’ il perfetto compimento di un brano tormentato e la dimostrazione che anche un testo meno “impegnativo” può risultare straordinario se interpretato con la giusta intensità.
Possiamo dire che questa sia stata la canzone che ha catturato maggiormente l’attenzione del pubblico. Nessun altro concorrente di questa edizione è riuscito a proporre qualcosa di simile. Le transizioni tra i vari stili vocali e musicali sono davvero sbalorditive.
Ve ne consigliamo l’ascolto, perché merita davvero.
Nel frattempo l’Italia…
Per il 2025 l’Italia ha fatto un’eccezione: il vincitore sanremese Olly ha rinunciato alla sua partecipazione, lasciando spazio ad un ben più interessante Lucio Corsi (di cui avevamo già parlato qui), che meritava di essere attenzionato da un pubblico molto ampio. Con Volevo essere un duro Corsi porta a casa un ottimo quinto posto finale, che spiazza anche noi (oggettivamente non ci aspettavamo questo riconoscimento né nella fase televoto, né dai vari Paesi che ci hanno sommersi di punti nella classifica finale). Ma forse spiazza lo stesso cantautore toscano, che ha puntato tutto sulla semplicità disarmante, in un contesto che sembrava distante dal suo mondo musicale. Lui e Tommaso Ottomano: voce, chitarra, piano, ed una piccola armonica che ha fatto la differenza (oltre ai sacchetti di patatine utilizzati come reggi-spalline…. mica male, no?).
Gabry Ponte, che delusione!
Male invece per l’altro connazionale, Gabry Ponte, che finisce a rappresentare San Marino con una 26esima, nonché ultima posizione, difficile da accettare. Forse l’attenzione non è mai stata puntata su questo piccolo stato che troppo spesso viene messo da parte a fronte dei “big”, su cui si sposta l’attenzione generale. O forse non ha convinto il suo essere DJ – da notare, tra l’altro, l’unico in gara alla consolle- piuttosto che vero performer. Niente da fare per Tutta l’Italia.
L’Espresso macchiato è stato servito
Ma diamo spazio anche al terzo artista che in qualche modo ci riguardava: Tommy Cash, con il suo Espresso Macchiato che ha decisamente ben servito a tutti quanti. Molti lo definirebbero un pazzo. Certo, uno così non lo si trova tutti i giorni, ed è forse anche per questo che il brano dell’Estonia è arrivato a quasi tutta Europa, conquistando un ottimo terzo posto – sottolineiamo, terzo con un solo punto di distanza dal secondo classificato, Israele.
La canzone-parodia di Tommy Cash è diventata virale in Italia da molti mesi oramai, e non poteva che andare altrimenti: un mix di parole italiane – o luoghi comuni mal pronunciati – in un testo inglese. Il balletto demenziale ci ha spiazzati letteralmente (c’era anche una curiosa troupe di anziane pronta a partire per Basilea e salire sul palco). Eppure tutto questo ci ha divertito un sacco, e in fondo uno come Tommy Cash non possiamo che adorarlo. Intelligente ed ironico, ne sentiremo parlare per molto (anzi, si prevede anche una futura collaborazione con il trapper Tony Effe).
Gli altri Paesi: dalla quotata Svezia alla delusione Svizzera
La classifica finale di questa edizione dell’ESC è risultata complessivamente (tranne qualche colpo di scena) abbastanza prevedibile: pochi i brani capaci di sorprendere davvero in positivo, e alcune posizioni in zona alta classifica che ci hanno lasciato inevitabilmente perplessi..
Tra le delusioni il quarto posto della Svezia, data tra le favorite alla vigilia, che ha voluto lasciare il segno con un orecchiabilissimo pezzo incentrato sulla sauna.
Poco convincenti altri brani, come quelli portati da Finlandia e Malta, che avrebbero potuto risparmiarci un certo tipo di spettacolo per trattare temi legati all’emancipazione femminile. Messaggi importanti? Sì, ma in una confezione fin troppo sopra le righe. Da evitare.
Emotiva la Francia, con un brano strappalacrime ma musicalmente poco innovativo, rimanendo comunque fedele ad uno stile consolidato nel Paese. Nella sezione “trash” anche il Regno Unito (a cui l’Italia ha donato generosamente i propri 12 punti… e ci stiamo ancora chiedendo il perché) con una versione mal riuscita delle Spice Girls, e i giovanissimi dell’Islanda, con il loro pezzo piuttosto caotico. Discutibile sia la scenografia stile videogame, dove i nostri eroi extra-terrestri sono chiamati a combattere dei malvagi in stile Minecraft, sia i richiami musicali a qualche pezzo italo-dance di fine ’90.
Nota di merito per Ucraina ed Albania – rispettivamente 8° e 9° posizione- che avrebbero meritato qualche posizione in più, soprattutto per la scelta coraggiosa di portare brani leggermente più significativi rispetto alla media.
Non commentabili gli zero punti assegnati alla Svizzera, che hanno scomposto la classifica e deluso le aspettative di molti!
In definitiva
L’edizione 2025 dell’Eurovision ci ha regalato una serie di emozioni contrastanti, ma anche di spunti interessanti. Il Festival continua a essere un riflesso del nostro tempo: un mix di sperimentazione, tradizione e qualche, inevitabile, eccentricità. Nonostante qualche flessione, è chiaro che la manifestazione rimane un palcoscenico imprescindibile per artisti e appassionati di tutto il mondo della scena pop contemporanea. Non ci resta che aspettare la prossima edizione, per vedere cosa ci riserverà. E, chissà, forse l’anno prossimo troveremo nuove sorprese, nuovi talenti, e magari anche qualche altra barca che ondeggia in un mare tempestoso..
->Il link all’esibizione del brano vincitore: Raiplay
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