Friday in Love 2025 #21 dona a questo primo venerdì di giugno una sfumatura esistenziale, con le pagelle di “Body Count” di Filippo Poderini, “AOC” degli Zipper Blues e “Dimmi” di Giarmalena
FRIDAY IN LOVE 2025 #21
Filippo Poderini – Body Count
Con “Body Count”, Filippo Poderini invita in un viaggio notturno tra introspezione e synth anni ’80, camminando da solo per le strade di Città di Castello la notte di Capodanno, cercando risposte tra pensieri disordinati e riflessioni taglienti. Un brano che sembra nato da un flusso di coscienza, ma che trova nella produzione di SADI un equilibrio perfetto tra malinconia elettronica e urgenza emotiva.
La canzone non ha fretta di spiegarsi, e anzi, ci sfida a leggerla tra le righe: il “body count” qui non è un vanto, ma il conteggio silenzioso dei sé che abbiamo perso lungo la strada, quelli che siamo stati e che non saremo più. C’è rabbia, stanchezza, ma anche il bisogno di tenerezza. Il tutto tenuto insieme da un’estetica sonora che strizza l’occhio alla new wave e al pop alternativo, ma con un cuore molto umano sotto la superficie sintetica.
È uno di quei brani che non cercano l’impatto immediato, ma si attaccano addosso ascolto dopo ascolto, per chi ha bisogno di fare pace con il proprio caos interiore: personale, spiazzante, necessario.
RIYL: i pensieri lucidi (e un po’ scuri) di Vasco Brondi, i synth nostalgici di Any Other, o le confessioni musicali di Colapesce nei suoi momenti più riflessivi.
Zipper Blues – AOC
“AOC” è un’esplosione di chitarre ruvide, batteria che pesta dritta e una voce graffiante che non fa prigionieri. Il titolo – “Appellation d’Origine Contrôlée” – è già una dichiarazione d’intenti: come un vino pregiato, anche il rock ha bisogno di autenticità, di una provenienza tracciabile, di un cuore che batte davvero.
Questo singolo è il ritorno degli Zipper Blues alla materia grezza del loro suono, quella che affonda le radici nei ’90 ma guarda avanti con disinvoltura. È il classico pezzo che immagini suonato dal vivo, tra sudore, volumi alti e poghi sotto palco. C’è dentro tutto: l’ironia, la rabbia, e quel romanticismo da garage band che non ha mai smesso di crederci.
Ottima la partenza parlata, che spiazza e incuriosisce: un incipit teatrale che si trasforma subito in pura adrenalina. Interessante anche il contrasto tra la voce molto alta nel mix e il suono ruvido e corposo degli strumenti: una scelta spiazzante, che però gioca sul filo dell’urgenza espressiva. Un piccolo accorgimento tecnico potrebbe rendere il tutto più bilanciato: alzare un po’ il livello della musica per avvicinarla a quello della voce, senza perdere l’impatto emotivo.
Un brano che non ha paura di sporcarsi le mani, e che profuma di amplificatori caldi, sale prove e bottiglie condivise tra amici, un brano per chi vuole alzare il volume, scrollarsi di dosso la patina, e tornare all’essenziale.
RIYL Marlene Kuntz prima maniera, i Verdena più ruvidi, il rock diretto dei Queens of the Stone Age.
Giarmalena – Dimmi
Con “Dimmi”, i Giarmalena tornano dopo tre anni di silenzio discografico con una canzone luminosa, tutta cuore, determinazione e voglia di riscatto. Un pop-rock solare, che ti prende subito con un riff pulito e un ritmo che cresce, accompagnandoti verso un ritornello che si pianta in testa e ci resta. È una canzone che scorre bene, diretta e sincera, ma che sotto la sua leggerezza porta un messaggio importante: iniziare la giornata col piede giusto, affrontare una difficoltà con leggerezza, o semplicemente ricordarsi che si può sempre ricominciare.
“Dimmi” è una dedica a tutte quelle donne che non mollano, che sorridono anche quando sarebbe più facile arrendersi, che vincono guerre quotidiane senza fare rumore. C’è un’energia positiva che scivola tra le strofe e che si accende nel ritornello: “Se il mondo vuole farti la guerra, tu la vincerai” – una linea che potrebbe diventare un piccolo mantra per chi ha bisogno di ricordarsi quanto vale.
Musicalmente, il pezzo funziona: suona fresco, coinvolgente, e non cerca complicazioni inutili. La produzione è asciutta ma efficace, perfetta per dare risalto alla voce e al messaggio. È un pop-rock che guarda al cantautorato più melodico ma con un’attitudine moderna, quasi radiofonica, ma senza mai perdere autenticità.
RIYL: Tiromancino nei pezzi più ariosi, i Negramaro pre-ballad, o il Vasco Rossi più luminoso e positivo.
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