I The Groots e i loro “Personal Clichés”!

Il 23 novembre 2016 è uscito Personal Clichés, l’album d’esordio dei marchigiani The Groots!

I The Groots nascono nel 2014 in provincia di Ancona, quando decidono di unire i loro talenti creando musica insieme. Il loro nome è ispirato al film Marvel “I guardiani della galassia”, perché affascinati dal concetto di rinascere da un proprio frammento, se distrutti.

Tracklist:

1. Intro
2. Lies
3. Wet Parades
4. Reunions
5. The Quay
6. Circus
7. Recovery Plan
8. Not Another Hallelujah
9. Wanderlust
10. Kintsugi

Il disco si apre con un’introduzione potente, caratterizzata da chitarre predominanti e distorte, un’autentica onda di suono che ti colpisce a primo impatto.

La tracklist prosegue con “Lies”, brano con un’introduzione in cui un giro di basso la fa da padrone, per aprirsi in una strofa ritmicamente tutt’altro che facile e scontata. E’ una traccia breve, in cui viene racchiusa tutta la bravura tecnica della band.

La traccia seguente ci porta a ritmi hawaiani, a feste in spiaggia e relax. “Wet Parades” è una boccata di aria fresca che si alterna al tipico suono dei The Groots e alle loro chitarre predominanti.

Il primo singolo estratto dal disco, “Reunions”, è una scelta non banale e ricercata. La melodia delle chitarre riesce ad entrare in testa e racchiude perfettamente il suono ricorrente e caratteristico dei The Groots.

Si prosegue con “Recovery Plan”, paragonabile musicalmente ai migliori Paramore: ritmo lento e cadenzato che si apre improvvisamente con un muro di suono e un assolo che non possiamo non menzionare.

Not Another Hallelujah”, come si può intuire dal titolo, esorcizza le classiche ballate con il suo motivetto trascinante che resta in testa a primo ascolto. Il disco chiude poi con “Kintsugi”, titolo ricercato che si contrappone alla semplicità del brano; chitarra e voce trascinante ma mai banale, dove la voce della cantante viene messa totalmente in luce.

Gli stessti The Groots definiscono le loro canzoni “con un ossimoro: dei “clichés originali””, da qui il titolo Personal Clichés!”, e di personale in questo album c’è molto, perché la loro impronta musicale è ben riconoscibile fin dal primo ascolto. Ogni traccia ha un suono ben compatto e una sonorità diversa che rendono il disco un lavoro completo. C’è qualcosa di elettronico che si fonde perfettamente alle chitarre distorte e al suono del basso ben percepibile in ogni brano, un frammento che li rende davvero unici.

 

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Noemi Schiari

 

 

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