Castelli: “Sarei un Negroni, gli ho anche dedicato una canzone”

E’ uscito venerdì 9 dicembre 2022 “Festa” il nuovo singolo di Castelli, il progetto solista di Stefano Castelli. Un nuovo capitolo e primo assaggio di un album di prossima uscita: una discoteca oscura ai confini del mondo fa da sfondo a parole magnetiche cantate da Castelli e Luca Urbani, che raccontano la lontananza e l’impossibilità di riabbracciarsi. Un brano dedicato a chi ama ballare anche se su note tristi e fare tardi anche in inverno. 

Incuriositi da questo mix unico, che è stato definito un feat. fantascientifico tra Baustelle e Depeche Mode, lo abbiamo incontrato per fargli qualche domanda, a partire come sempre dai suoi tre dischi fondamentali.

castelli intervista

Castelli intervista

Quali sono tre dischi che sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E come mai?

Domanda difficilissima, quindi ne scelgo 3 dei primi anni 2000 a cui sono molto affezionato per varie ragioni.

1. Postal Service – Give up: disco del 2003 capolavoro synth pop, mi ha fatto riscoprire e amare il genere che avevo comunque passivamente assimilato da bambino negli anni 80.

2. Arcade Fire – Funeral: ho avuto la fortuna di vederli live nel 2005 qualche mese dopo l’uscita di questo disco. Concerto indimenticabile e disco consumato.

3. Unicorns – Who Will Cut Our Hair When We’re Gone?: disco del 2003, band molto weird e suono lo-fi. Per me contiene alcuni dei riff di synth più fichi di sempre ed è il disco che mi ha spinto da ragazzo a comporre musica nella mia cameretta.

Qual è il ruolo di un’etichetta discografica nel 2022? Come si instaurato il rapporto con un’etichetta come quella di Bordello a Parigi?

Nel 2022 un’etichetta deve, con passione, supportare i progetti e cercare di creare una scena. È importante per me che mantenga una coerenza di stile e di pubblico creando davvero una sorta di comunità intorno ai propri artisti. Bordello a Parigi è questo, un’etichetta che sa coltivare un sound e una nicchia mantenendo coerenza. Il nostro rapporto è nato alla vecchia maniera, da una mail inviata con i link dei miei pezzi (cosa invece rarissima ormai tra le etichette in Italia che nel 99% dei casi non rispondono mai)

Milano è ancora una città favorevole per fare musica? Quali sono i luoghi imprescindibili per i musicisti e per la scena musicale indipendente?

Credo di sì, anche se dipende dai generi ma anche se le realtà sono sicuramente diminuite dopo la pandemia, ci sono ancora luoghi e promoter attivi e vogliosi di supportare la scena indipendente (Arci bellezza, rock’n’roll Milano dove suonerò il 14/1 etc…) comunque troppo poco considerando la rilevanza della città in Europa. Generi affini al mio (synth pop / wave / post punk etc) sono comunque più suonati e ballati in Germania e nei paesi del nord e dell est Europa.

Come nasce in genere un brano di Castelli?

Nasce a casa sul mio IPad, poi il progetto viene inviato a Luca Urbani (Soerba) il mio producer, che lavora con me sul sound definitivo nel suo studio. Per quanto riguarda i testi, ultimamente sto scrivendo molto in aeroporto durante le trasferte di lavoro (il mio lavoro vero, non il musicista)

Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti? E perché?

Il Negroni. Ma giusto perché era il mio drink preferito pre gastrite cronica. Gli dedicai pure una canzone in passato.

 

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