Against The Current: “Sentiamo che fare musica è qualcosa che eravamo destinati a fare.”

Against The Current

Lo scorso 16 marzo sono approdati in Italia per la prima volta, esibendosi al Circolo Magnolia di Milano. Sono gli Against The Current, band newyorkese che ancora prima di aver pubblicato un vero e proprio album è riuscita a conquistare grazie ai loro EP milioni di views e fans su youtube, conquistandosi un tour da headliner anche in Europa. Il 20 maggio è uscito “In our bones“, il loro primo vero album, e vi proponiamo qui l’intervista con Chrissy, voce della band.

Ciao! Benvenuti in Italia!

Grazie mille!

E’ la vostra prima volta nel nostro paese. Come vi sentite al riguardo?

Sono molto emozionata. Fino ad ora mi sono divertita tantissimo. Ieri ho passato la giornata andando in giro per Milano, ed è stato bellissimo!

Siete in tour da headliners, anche se il vostro primo album non è ancora uscito. E’ curioso; potete parlarcene?

E’ decisamente molto strano. Questa è la nostra seconda volta in Europa, la prima in Italia, ed entrambe le volte abbiamo suonato da headliners, senza avere un album. Immagino che sia perché siamo riusciti a crearci una fan base e a conoscere gente in giro per il mondo, attraverso Youtube e i social media, ma anche con un paio di EP.

Il vostro primo album, “In our bones”, uscirà a maggio. Potete parlarci del significato del titolo e del processo creativo per l’album?

Il titolo “In our bones” rappresenta il fatto che sentiamo che fare musica sia una cosa molto naturale per noi; non è qualcosa che qualcuno ha dovuto insegnarci, o qualcosa che abbiamo deciso di fare tanto per: è qualcosa che c’è sempre stato, qualcosa che eravamo destinati a fare. Il processo creativo è stato interessante. Con gli altri due EP è stato tutto molto veloce – li abbiamo fatti in poche settimane; con questo album è stato diverso: abbiamo passato tanto tempo a scrivere canzoni (abbiamo scritto tra le trenta e le quaranta canzoni) e ci siamo davvero presi tutto il tempo necessario per renderle il meglio possibile. Ci abbiamo lavorato per circa un anno.

Potete parlarci delle vostre influenze musicali?

E’ una domanda difficile, perché non abbiamo influenze specifiche. Ascoltiamo tanta musica diversa da tanti periodi diversi; ascoltiamo pop, rock, country, un po’ di metal, radio pop, alternative, indie… Ci piacciono diversi artisti e band di generi diversi; prendiamo un po’ da ogni parte, è così che abbiamo sviluppato il nostro sound.

I concerti sono molto importanti per i fan quando un album non è ancora uscito. Come scegliete la vostra scaletta?

Abbiamo cambiamo la scaletta recentemente, dopo il primo show del tour. Vogliamo che ogni nostro show sia un’esperienza: iniziamo in maniera molto dinamica suonando un po’ di canzoni che facciano andare la gente su di giri, e poi dopo quattro, cinque canzoni, quando tutti sono esausti, suoniamo qualcosa di più dolce, rilassato, per poi tornare alle canzoni più movimentate alla fine.

Cosa ci dite dei vostri fan? Il loro supporto sembra incredibile.

E’ vero. Siamo molto fortunati perché abbiamo dei fan straordinari che ci supportano dal primo giorno. Ci scrivono ogni giorno su Twitter, spargono la voce sul gruppo, vengono ai nostri show… Siamo davvero molto fortunati ad averli!

La vostra etichetta è la stessa dei Paramore e dei Panic! at the Disco. Come siete stati scelti?

Sono venuti a vederci ad alcuni show che abbiamo suonato a New York, e immagino che abbiano creduto nel nostro progetto e nella nostra musica, e tutto è partito da lì.

Cosa vi aspetta dopo questo tour e dopo l’uscita dell’album?

Dopo l’uscita dell’album speriamo di tornare subito in tour: vogliamo portare l’album in ogni angolo del mondo; e speriamo di tornare in Italia e in tutti i posti in cui abbiamo già suonato per questo tour. Non vediamo l’ora!

Grazie mille!

Grazie a voi! E’ stato un piacere.

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