I mille volti di Gianturco secondo Francesco Di Bella

copertina-nuova-gianturcoGianturco, quartiere periferico di Napoli.
Napoli, città delle credenze, dei falsi miti, delle leggende metropolitane: solo chi ci vive oppure ci ha vissuto può sapere davvero cosa possa rappresentare per i suoi abitanti e non solo. Come cantava il grande Pino Daniele “Napul è mille colori”, e Francesco Di Bella in “Nuova Gianturco” ha cercato di rappresentarli tutti.
Primo album di inediti da solista per Di Bella, dopo una carriera ventennale con i “24 Grana”, una delle più importanti ed affermate realtà indie dagli anni ’90 al 2013, con cui ha vinto numerosi premi e riconoscimenti ed ha girato tutta l’Italia, “Nuova Gianturco” viene pubblicato il 30 settembre 2016 da “Sintesi 3000 – La canzonetta record”, dopo essere stato anticipato dai due singolo “Tre nummarielle” e “Progetto”.

Un album scritto dalla periferia, pensando alla periferia” che narra, attraverso i dieci brani di cui è composto, una vera e propria storia, quella del quartiere Gianturco appunto e dei suoi abitanti: quella che per molti è solo una semplice città, per alcuni può essere teatro di “speranza, dolore, umanità, rabbia, che si incrociano e si confondono in maniera a volte imprevedibile”, come ha affermato il cantante stesso; e “sono proprio i sogni degli artisti e le speranze della gente che vi abita a poter trasformare la periferia, tutte le periferie del mondo, di cui quella napoletana è solo un singolo eppure meraviglioso esempio”, continua.

Il suo album di debutto sembra, più che un semplice album, un omaggio alla terra che gli ha dato i natali ed alla musica napoletana: pensiamo a “Briganti se more”, l’unico brano non inedito presente, di Eugenio Bennato e Carlo d’Angiò, chiaro omaggio a questi cantautori nello specifico e quindi alla tradizione partenopea.
Ma per questo suo primo album da solista, Francesco Di Bella ha saputo anche scegliere grandi collaborazioni: da Neffa (in “Progetto”) ai 99 Posse (in “Aziz”), da Dario Sansone dei Foja a Claudio “Gnut” Domestico (entrambi in “Briganti se more”).

Lo stile è definito, chiaro, quasi inconfondibile: c’è una chiara linea che unisce tutte le canzoni, sia per sonorità che per tematiche ovviamente. Alcune canzoni vantano un sound abbastanza lineare, altre possono contare invece sull’inserimento di suoni alla tastiera, al pianoforte ed al violino, che toccano davvero l’anima; si alternano canzoni con un ritmo incalzante, come “Blues Napoletano”, “Briganti se more”, “Aziz”, ed altre capaci di disegnare atmosfere quasi intime, come “Tre nummarielle”.
Non è un caso che questo album si apra proprio con l’omonima “Nuova Gianturco”, canzone carica di ritmo, con dei tocchi di tastiere e synth che arrivano prima al cuore e poi alle orecchie. “Rind o scur addo l’at s perdn, là sicur m può truvà”: c’è ancora chi, anche nel buio, riesce a vedere la luce, la luce delle proprie speranze; c’è ancora, cioè, chi crede che realizzare i propri sogni sia possibile.
Napoli non è solo terra dei napoletani, ma anche chi viene da lontano qui ha bisogno di urlare, di far sentire a tutti la propria voce: così nasce “Aziz”, con la collaborazione dei 99 Posse, con una sonorità che in alcuni tratti rimanda alla musica etnica, forse per evidenziarne il tema, con tocchi di pianoforte nel ritornello che sembrano suonare proprio la sofferenza di tutte quelle parole soffocate.
Napoli non è purtroppo solo la città in cui batte sempre il sole, è anche la città in cui si piange, si soffre, si desidera cambiare la propria situazione: come racconta in “Tre nummarielle”, dalla struggente strofa “Mi sveglio ogni mattina, spengo i sogni nel caffè, se non posso portarli con me”, che narra del nobile desiderio di dare una vita migliore alle persone amate; o in”Non ho più tempo”, che parla di come il caos quotidiano possa offuscare i desideri tanto da portare a guardare “un grande sogno da lontano” e da desiderare di “imparare ad ignorare la fretta meditando per ore”.
Ma Napoli è anche la città in cui non ci si arrende mai e non ci si dimentica mai dei valori importanti, che regolano la vita: basti pensare a “’Na bella vita”, che invita a non perdersi d’animo, nonostante la perdita dell’amore e l’aggravarsi delle condizioni economiche, perché “e ccose vere nun s perdono”.
In definitiva, Napoli (e più nello specifico il quartiere Gianturco) è il perno attorno cui ruota tutto l’album: la città in tutte le sue sfaccettature, con i suoi problemi, ma anche con il suo clima sempre vivo, nel bene e nel male.

Uno dei pochi album che, già dal primo ascolto, mi ha entusiasmata talmente tanto da non vedere l’ora di ascoltare la canzone successiva, al termine di ogni brano, per poterla assaporare e capire, per poter poi tornare indietro e riascoltarle tutte di nuovo.

Se chi inizia bene è già a metà dell’opera, Francesco Di Bella può dormire sonni tranquilli.
Tracklist:
1. Nuova Gianturco
2. Aziz
3. Tre Nummarielle
4. ‘Na bella vita
5. Non ho più tempo
6. Progetto
7. Blues Napoletano
8. Gina se ne va
9. Briganti se more
10.  Guardate fore

Anna Gaia Cavallo

Link utili:
https://www.facebook.com/francescodibellaofficialpage/

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