Il viaggio di Fabio Sirna

Fabio Sirna, musicista Varesino, inizia lo studio della disciplina musicale sul pianoforte a nove anni, per poi passare alla chitarra a 14 anni. Consegue poi con ottimi voti il diploma in chitarra rock- fusion presso il C.P.M European Institute.

Da questo momento inizia in maniera stabile e continuativa l’attività didattica.
Negli anni successivi si applica al Live Electronics unendo, in un unico spettacolo, tecniche come il live looping, il finger drumming e l’improvvisazione poli-strumentistica.

Ma è nel 2016 che vede l’alba il suo album d’esordio “Orpheus“.

“Orpheus”, come si intuisce dal titolo stesso, trae ispirazione dalla mitologia greca e, con esattezza, dal mito di Orfeo: la leggenda narra dell’unico uomo ad essere sceso negli Inferi e poi tornato, per salvare la donna amata, Euridice. In questo lavoro, però, l’artista non tenta di salvare qualcuno, bensì di riscoprire se stesso, le sue origini: è un viaggio alla ricerca del suo io, del suo essere “doppio”, della sua personalità, e che ha come fine ultimo quello di conoscersi, accettarsi, comprendersi.

Fabio Sirna

Nove sono le tracce che compongono l’album, e rappresentano andata e ritorno dagli Inferi: nella prima e nella seconda, “Memory Of The Sea” e “Garden Of Stone”, Sirna ricorda, rispettivamente, il mare ed un giardino di pietra della Sicilia, la sua terra natale; la terza, “December Sun”, esprime malinconia, ma una malinconia leggera, abbastanza da non riuscire ad abbattere chi la prova, come il mese di dicembre, freddo, ma non tanto da non permettere a qualche raggio di sole di scaldare. Arriva poi il turno di “Doppelgänger Pt 1”, “Ophidian” e “Doppelgänger Pt 2”, che affrontano proprio il tema della discesa negli Inferi e del doppio. “Two Become One”, “Learning”, rappresentano poi la risalita dagli Inferi e, quindi, la ritrovata serenità. Chiude l’album “Maya”: è questa la sintesi dell’intero lavoro, ed il compositore abbatte la routine in cui era abituato a vivere e, dopo essersi riscoperto, è pronto ad affrontare di nuovo il cammino che lo ha condotto fin qui.

“Orpheus, di stampo ambient, permette a Fabio Sirna di mostrare a pieno le sue abili doti di musicista, grazie all’utilizzo del tapping polifonico, del fingerstyle, dello slap e degli arpeggi.

Questo album è un buon punto di partenza, senza dubbio.

 

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Anna Gaia Cavallo

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