Le luci della centrale elettrica, un fiume incontrollato di emozioni

La prima cosa che salta all’occhio, all’ingresso del cortile del castello di Pavia, è l’atmosfera. Nonostante le nuvole all’orizzonte, il castello illuminato possiede una magia particolare e improvvisamente non puoi fare a meno di chiederti perché non ci siano eventi ogni sera di ogni giorno dell’anno.

Il primo concerto della rassegna Estate in castello 2017 è quello de Le luci della centrale elettrica, giovedì 29 giugno, seguito a breve distanza da Paola Turci e Giovanni Allevi, rispettivamente l’1 e il 16 luglio.

Giovedì sera, poco prima del concerto, ci hanno pensato La Colpa e Nylon – le band di apertura – a riscaldare l’atmosfera e a far dimenticare a tutti i presenti della pioggia che incombeva. Solo verso le dieci Vasco Brondi è salito sul palco, regalando al suo pubblico un inizio da brividi: il primo brano in scaletta è Coprifuoco, a cui si alternano poi grandi successi come Piromani, C’eravamo abbastanza amati e l’immancabile Cara Catastrofe, ma anche pezzi più recenti, tratti da Terra, l’ultimo album, come Chakra, A forma di fulmine e Nel profondo veneto.

L’aspetto scenografico è ridotto al minimo, ma la verità è che Vasco non ne ha bisogno: l’attenzione è comunque tutta rivolta a lui, alle sue parole, che vengono cantate, sussurrate, ballate, sentite.

Si alternano pezzi in cui è accompagnato dalla band a canzoni piano e voce o chitarra e voce, alcune addirittura rimaneggiate rispetto alla versione originale proposta nell’album, ma il trasporto dei fans presenti non cambia: “ogni concerto è un rito liberatorio”, ha scritto il cantante su Facebook, ed è proprio quello che è successo giovedì sera a Pavia, provocando un fiume incontrollato di emozioni.

Sara Picello

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