HEROES, ARENA DI VERONA: DALL’ALTRA PARTE DELLO STREAMING

E’ stato presentato come il primo grande concerto italiano in live streaming: si tratta di HEROES. Più di 40 artisti si sono alternati sul palco dell’Arena di Verona per una staffetta musicale di 5 ore a sostegno dei lavoratori dello spettacolo. Un evento senza precedenti, dove il pubblico in streaming aveva la possibilità di scegliere la regia che meglio preferiva. E quelli che erano presenti? Ve lo raccontiamo noi, che eravamo in Arena.

HEROES

Heroes, il progetto

Lo scopo di Heroes è stato quello di dare sostegno ai lavoratori dello spettacolo, tanto se n’è sentito parlare in questi mesi ma forse mai abbastanza. Inoltre, per i lavoratori del servizio sanitario, l’ingresso in Arena era gratuito.

Lo show dal vivo

Se il concerto in streaming aveva ben 5 regie diverse, tra cui una del backstage, da poter scegliere, per i presenti in Arena come noi, la scelta non c’era e non è stato poi così semplice capire come fosse organizzato il tutto.

Un grande palco centrale, ma diviso in due parti. Il palco A rivolto verso un lato dell’anfiteatro, e il palco B al suo opposto. Per chi era laterale, come noi, una visione limitata di entrambi i palchi e degli artisti che vi si alternavano sopra senza interruzioni.

Un bell’esperimento. Sicuramente il primo in Italia, lo si è visto soprattutto dai problemi tecnici e di organizzazione iniziali. Il concerto infatti è iniziato con l’ingresso di Michele Bravi, annunciato solamente dalle urla della gente che lo ha visto. Il maxi schermo a 360 gradi non era ancora pronto durante le esibizioni dei primi artisti, perciò per chi non era di fronte al palco non è stato possibile vederli bene. Quando la regia è stata sistemata  andata molto meglio. Uno spettacolo godibile, seppur con una visione parziale, con la costante curiosità di capire chi sarebbe stato il prossimo ad uscire.

Sappiamo bene che organizzare uno show del genere è impegnativo e che la scaletta non sarà stata per niente facile, ma diciamo che ci sono state diverse perplessità sulla scelta di lasciare determinati artisti esibirsi per tre canzoni rispetto ad altri a cui ne sono stati concessi al massimo due. Nonostante questo è stato gestito molto bene.

I primi artisti

Dopo un inizio un po’ in sordina, durante il quale si sono alternati Michele Bravi, Coez, Gaia, Random, il pubblico si è scaldato con l’arrivo di un Gazzelle, in formissima. Dai Pinguini Tattici Nucleari ci si aspettavano i pezzi più famosi, ma i ragazzi sono contro corrente e seguono davvero il cuore: cantano “La Storia Infinita“, il loro nuovo singolo, e la bellissima “Bergamo“. Dimostrano sempre di essere dei grandi musicisti, la differenza tra chi vive di live e chi no si vede sempre. Levante ha incantato l’Arena con la sua “Sirene“. Magnetica proprio come le voci delle creature mitologiche.

Relativamente presto rispetto a ciò che ci si aspettava, arriva sul palco un Tommaso Paradiso che con la sua “Non avere paura“. Non sono stati da meno Rocco Hunt e Ana Mena, che hanno fatto saltare e ballare il pubblico come ad una vera e propria festa in spiaggia. Ma uno degli artisti che ci è piaciuto di più è Brunori Sas: prima al pianoforte e poi alla chitarra, nella sua semplicità è sempre convincente e potente.

Mahmood canta “Rapide” e “Dorado“, e per noi che è la prima volta che lo sentiamo live, incanta davvero la sua voce spaziale. Niente che non ci aspettassimo da Achille Lauro che canta “Bam bam twist” in completo dorato di paillettes e a petto nudo. Una canzone in più su cui esibirsi se la sarebbe decisamente meritata però. Con Francesca Michielin al piano l’Arena diventa magica . Voce delicata ma la ragazza ormai è sicurissima di sè, e con Fedez ci regalano forse il momento più romantico della serata con “Magnifico“.

Fedez è l’unico a ringraziare tutti gli operatori sanitari presenti tra il pubblico, ed omaggiarli per il loro lavoro.  

Verso la fine dello show

Gli Afterhours, con un Manuel Agnelli in forma smagliante, confermano perché sono nella storia della musica italiana con un’esibizione che non lascia spazio a molti commenti. Si mangiano il palco e qui, davvero, si vede chi ci sa fare.

Manuel prende la parola per dire una cosa fondamentale: “Tutti possono vivere la musica come preferiscono, spesso come un passatempo. Ma ricordatevi che i lavoratori dello spettacolo non sono saltimbanchi. Lavorano come tutti, e in Italia questa cosa non è ancora chiara.” Non sono da meno i Subsonica: l’esperienza è dalla loro, ma il carisma non si compra.

Diodato decide di non cantare “Fai rumore“, ma è anche l’unico a scendere dal palco e fare il giro dell’Arena, salutando tutto il pubblico. Una grande emozione per lui che solo pochi mesi fa per l’Eurovision ha cantato nell’anfiteatro completamente deserto.

La chiusura dell’evento ci è sembrata infinita: a ruota Margherita Vicario, Nitro e Shiva. Ancora non abbiamo capito il perché siano stati gli unici ad esibirsi con tre pezzi ciascuno. Gran finale affidato a Salmo, che neanche a dirlo fa esplodere Verona con la sua “90 MIN“.

I duetti

Una certa rilevanza è stata data ai duetti della serata: primo tra tutti sicuramente Marracash ed Elisa. Il King con la sua sicurezza ed Elisa con la sua delicatezza sono un mix perfetto. Gli Zero Assoluto con Gazzelle sono una bella squadra, ma c’è da dire che quando entra Gazzelle fa la differenza. Inutile dire che il duetto che ci ha gasato di più è composto dalla coppia Annalisa ed Achille Lauro, che dopo Sanremo ha dimostrato di essere molto affiatata ed azzeccatissima insieme.

 

Leggi anche: “La mia generazione festival: 12/13 settembre”

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