ARIETE RECENSIONE: “18 anni”

ARIETE è senza ombra di dubbio la rivelazione dell’indie al femminile del 2020. Un anno fortunatissimo per la cantautrice, che siamo sicuri continuerà a stupirci: la sua strada verso il successo è sempre più delineata.

Ariete, all’anagrafe Arianna Del Giaccio, nasce ad Anzio, in provincia di Roma, nel 2002. Inizia a suonare la chitarra all’età di 8 anni e pochi anni dopo anche il pianoforte, iniziando a comporre i primi pezzi. Arianna partecipa ad X Factor nel 2019 ma viene esclusa ai Bootcamp da Sfera Ebbasta. Ma la giovanissima ragazza non si abbatte e riparte con il suo progetto ad iniziare dal nome: Ariete.

Dopo i primi singoli “Quel bar” e “01/12“, nel 2020 esce l’EP “Spazio” e i singoli “Amianto” e “Pillole” conquistano il pubblico. In questo anno così faticoso la sua ispirazione non si è per niente arrestata ed è uscito il 4 dicembre il suo secondo EP: “18 anni“.

Ecco la nostra recensione.

Ariete

18 anni EP – Recensione

L’EP prende il nome dal primo singolo estratto, nonché dall’età dell’artista: “18 anni“. Un brano che trasmette tutta la giovinezza della ragazza; l’innocenza e la voglia di spaccare il mondo, la consapevolezza ed anche un po’ la presunzione di essere diversi da tutti, tipica dell’età in cui si ha davvero il mondo in mano. Si apre solamente con chitarra e voce, per poi esplodere in un ritornello che rimane in testa dal primo ascolto. Sicuramente il brano più forte dell’extended play a nostro avviso.

Seconda traccia è “Freddo” feauring Lil Kvneki, giovane rapper della scena romana. Ritornello malinconico e nostalgico, tipico della cantautrice, ma coinvolgente: anche qui lascia l’impronta e si ricorda già dal primo ascolto.

Menzione speciale per “Mille Guerre” e “Stare Male“, pezzi che si evince già dal titolo essere molto introspettivi. La prima una vera e propria dedica d’amore “lo sai, farei mille guerre per te“; mentre nel secondo brano, Ariete svela tutte le sue fragilità con una sincerità disarmante ed accompagnata solo da una chitarra. Un pezzo scritto davvero a cuore aperto e questo arriva dritto alla sensibilità, pur considerando che le  debolezze di una ragazza potrebbero sembrare lontane da chi qualche anno in più lo ha già.

Alla sua scrittura schietta e personalissima, nel brano “Nottataccia” si aggiunge un sound fresco e moderno, allontanandosi dal mood chitarra e voce malinconico.

In conclusione, Ariete è sicuramente destinata ad avere un ruolo importante nella musica italiana. Finalmente l’indie, che va per la maggiore , ha la sua esponente femminile: voce riconoscibile e particolare, scrittura personale e schietta, stile semplice e malinconico che si lega alla spensieratezza e alla voglia di spaccare il mondo che si ha alla sua età. Promossa, in attesa del boom che sicuramente avrà il prossimo anno!

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