Kouya: “Siamo costantemente bombardati da contenuti, sempre di più”

E’ uscito il 26 marzo “Dance in Tears”, il nuovo singolo di Kouya. Il singolo ci è piaciuto e in occasione di quest’uscita abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’artista. Andiamo a scoprire qualcosa di più su Kouya.

kouya

Kouya intervista

Ciao Kouya, iniziamo con la prima domanda. Cosa vuol dire Kouya?

Ciao, innanzitutto grazie per avermi invitato. Kuya, in filippino significa “fratello maggiore”. Quando è nata mia sorella, i miei genitori hanno iniziato a chiamarmi con quel nome, in modo tale che si abituasse a chiamarmi così. Da lì in poi, in famiglia mi chiamano tutti “Kuya”. Come avrai notato, nel mio caso c’è una “o” di troppo – l’ho aggiunta principalmente per differenziarmi; e poi scritto così mi piace di più.

Hai un album pronto, ma hai deciso di pubblicare un singolo al mese. Come mai?

Questo progetto è nato all’inizio della prima quarantena – quindi praticamente un anno fa direi. Ho concluso la prima canzone in una settimana e da lì non ho più smesso; mi sono posto l’obbiettivo di scrivere una canzone a settimana. Ho finito le prime dieci prima dell’estate e ho poi continuato dopo, arrivando a un totale di venti canzoni, cestinando anche un bel po’ di idee. Ho ragionato abbastanza su come volessi pubblicare le canzoni, e sono arrivato alla conclusione che, per me, la scelta migliore sarebbe stata pubblicare un singolo al mese per dodici mesi – per coprire un anno – e rilasciare poi l’intero album da venti tracce.  E’ una scelta che va abbastanza a braccetto con il modo in cui la gente, al giorno d’oggi, fruisce della musica o dell’arte in generale. Siamo costantemente bombardati da contenuti, sempre di più – e questo mi permette di essere costante e sempre sul pezzo; do un mese di tempo alla persone per metabolizzare la traccia e subito dopo esco con un’altra.

Qual è la canzone che non vedi l’ora di far ascoltare al mondo?

Domanda difficile, ce ne sono un po’ di quelle che ho scritto che non vedo l’ora di far ascoltare. Una di queste è la canzone che ho finito di scrivere dieci minuti fa – poco prima di iniziare questa intervista. Se proprio dovessi scegliere, direi “Little Soldier” – che sarà il mio dodicesimo singolo. Non saprei dirti se è la migliore a livello musicale, ma sono sicuramente molto legato al significato della canzone.

E’ stato difficile scegliere “Dance in Tears” come primo singolo?

In realtà no, è stato più difficile scegliere la scaletta. Ricordo che dopo aver finito di comporre “Dance in Tears” ho subito pensato: “okay, questa sarà decisamente il primo singolo che pubblicherò”. Poi, in realtà, dopo “Dance in Tears”, ce ne sono state molte altre dove ho pensato esattamente la stessa cosa. Però quella, è stata la prima.

Una domanda suggerita dal pubblico: quali sono le tre canzoni più importanti della tua vita?

Mh, per ora me ne vengono in mente solo due. La prima è “Always” dei Bon Jovi – mio padre era ossessionato da loro, cantava sempre quella canzone al karaoke e addirittura anche per farmi addormentare da piccolo.La seconda è “Man in the Mirror” di Michael Jackson – lui è uno dei miei cantanti preferiti in assoluto. Vinsi il mio primo contest e primo live in assoluto con quella canzone; avevo quindici anni e da lì in poi è sempre stato il mio cavallo di battaglia. Per quanto riguarda la terza, devo ancora scoprirlo.

Ultima domanda di rito: se dovessi descriverti con un cocktail (o un drink) quale sceglieresti?

Che domanda particolare… non saprei. Aspetta, probabilmente esiste su internet un test  che te lo dice, lo faccio e ti dico subito il risultato con la descrizione.

VODKA LEMON: “ Innanzitutto sei molto dolce, ma la tua dolcezza nasconde risvolti inaspettati. Sei una persona che sa essere pungente, che ha passione, che sa essere frizzantina ma anche molto concreta. Sei un must have di ogni posto, questo perché come il Vodka lemon, porti brio anche nelle persone più spente. Sei molto comunicativa,
e con te il benessere e il divertimento è assicurato.”

La descrizione mi piace e devo dire che mi rappresenta, però il cocktail è un po’ noioso; posso cambiarlo con il Daiquiri mantenendo la descrizione?

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