Bibopolare: “Voglio far arrivare il sentimento dietro le mie parole”

E’ uscito a fine maggio “Com a na crap”, l’album di debutto dell’artista Bibopolare. Otto pezzi cantati in dialetto lucano che raccontano sofferenze e gioie della vita dell’artista. In occasione di questa pubblicazione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’artista.

bibopolare intervista

Bibopolare intervista

Ciao Bibopolare, e piacere di averti qui. Allora, disco d’esordio per te (tra l’altro, senza nessun singolo ad introdurti). Come stai, e quali sono state le sensazioni che hai provato al momento dell’uscita?

Ciao Brainstorming e grazie per questo spazio! Adesso sto molto bene, l’11 Giugno (la data d’uscita dell’EP) è stata una grande liberazione da tantissime cose sofferte nell’arco di tre anni. Questo progetto stava cominciando a pesarmi e finalmente adesso posso concentrarmi con nuovi musicisti e ispirazioni.

Al primo ascolto, dopo aver schiacciato “play”, ci si mette un po’ a capire che quello che stai parlando è dialetto lucano. In effetti, se mi avessero detto che “Com a na crap” fosse un disco di “black soul” americano ci avrei creduto! Quindi, insomma, possiamo dire che il risultato è raggiunto! Come mai proprio il dialetto, nell’era in cui tutto sembra dover essere comprensibile e accessibile a tutti?

La mia priorità non è la comprensione del testo, per questo vado nel senso opposto. Voglio far arrivare il sentimento dietro le mie parole, non molto comprensibili ma personali e sinceri, e per me non c’è strumento migliore del dialetto per esprimere fedelmente ciò che sento.
Ricordo un episodio dove Pino Daniele in un live anni ’80, mentre parla dei meridionali, viene interrotto da un ragazzo del pubblico che gli dice: “Impara a parlare”. Pino con grande schiettezza risponde: “Nun fa nient parlà, l’importante è sape sunà”. Questa frase nella sua naturalezza è il fulcro della mia poetica: “E si capisc va buon o sino t f*tt”.

“Nient”, “Addestr”, “Arret”, “Coyote”… i tuoi titoli risultano, prima ancora dell’ascolto, fortemente evocativi. Le parole che usi spesso “ritornano” più volte, rivelando una poetica forte e consapevole. Quali sono le cose davvero importanti per Bibopolare? C’è un messaggio (a te stesso, al mondo o ad entrambi) che “Com a na crap” ha provato a lanciare?

Non mi sento di dover lanciare messaggi a qualcuno, non mi sento d’esser la voce del popolo di determinate persone, l’EP è stato il prodotto di un periodo di totale sfogo per tante frustrazioni e debolezze che mi facevano soffrire. L’ho fatto per scappare dai tanti problemi che mi affliggevano quotidianamente, sentivo che in qualcosa potevo credere, anche solo per giocare o sognare ma sentivo forte il bisogno di farlo con la musica.
Per me è importante esaltare la musica fatta con sentimento e non con il solo scopo di lucro. Credo fortemente nel processo creativo sincero e privo di maschere, senza dover dimostrare niente a nessuno.

L’amore, l’assenza di mezzi, le aspirazioni e la fame, le difficoltà e le delusioni. Insomma, “Com a na crap” sembra raccontare uno spaccato di vita importante, che in qualche modo ha accompagnato il percorso di scrittura del disco. Ti va di raccontarcene un po’ la storia?

Ho vissuto un paio di anni con una grande tristezza sul petto che mi impediva di trovare un posto nel mondo del lavoro e se ci riuscivo questo non mi soddisfava per niente. La continua precarietà incideva su ogni cosa della mia vita: la paura che da un mese all’altro per questo motivo sarei dovuto tornare nella mia città natale e ricominciare tutto daccapo mi distruggeva. Stavo molto male anche per altre questioni e l’unico sfogo per me è stata la musica. In questo EP è racchiuso tutto quello che ho vissuto, in cui ho convogliato con passione tutta la rabbia, la delusione, la malinconia.

Ma è vero che tutto il disco è registrato in un bagno?!

Certo! Ho vissuto per cinque anni in un monolocale di 30 mq e dato che la mia ragazza studiava non volevo disturbarla così mi son chiuso in bagno e ho registrato voce, basso e chitarra, la batteria ovviamente è stata registrata in sala prove con una Zoom panoramica. Se siete curiosi del famoso bagno, sui miei social ho postato la foto!

Domande di rito: tre canzoni che hanno influenzato la tua vita.

La prima direi Rock Bottom di King Krule, Alleria di Pino Daniele, Peaches En Regalia di Frank Zappa

Ultima domanda: se dovessi descriverti con il nome di un drink quale sarebbe e perché

Non sono tipo da drink, sono più un tipo da birra, la più scura possibile!

Leggi anche —> Bibopolare, fuori il suo album di debutto “Com a na crap”

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