Nube intervista: “Il filo rosso sono io e la mia creatività”

E’ uscito il 9 luglio “Dejavu”, il secondo singolo di Nube. “Dejavu” appartiene a quel tipo di canzoni che non conosci, ma che una parte di te ha già vissuto.

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Nube intervista

Benvenuto su Brainstorming, Nube! Come sta andando la tua estate e soprattutto che vibrazioni senti, oggi, sulla tua nuova uscita “Dejavu”?

Premettendo che odio l’estate ed il caldo, quest’estate sta andando bene e sono molto contento dell’uscita di Dejavu. Le sensazioni sono positive e spero di poterle confermare anche dopo l’uscita del brano.

Il dejavu è un processo psicologico particolare, che rimane ancora avvolto nel mistero e nella suggestione, per certi punti di vista. Che rapporto vivi con i dejavu, e che “valore” dai a questo tipo di esperienza, quando ti accade di “vivere qualcosa che ti pare di aver già vissuto”?

In un certo senso mi piace la confusione che crea il Dejavu, quella sensazione di già vissuto che per un’istante ti far sentire un supereroe con dei poteri mentali, tipo Dr. Strange.

Il ritornello del brano, effettivamente, ha tutto il piglio del tormentone. Esiste in qualche modo un filo rosso capace di collegare i tuoi due brani? Sicuramente, l’orecchiabilità è un fattore comune…

Il filo rosso sono io e la mia creatività, ogni mio brano avrà sempre un qualcosa che lo lega a quello prima. Sicuramente il cinema ed i riferimenti cinematografici sono un fattore comune così come l’orecchiabilità.

Se oggi dovessi dire quali siano gli ingredienti principali di una ricetta musicale di Nube, insomma, quegli elementi che non possono venir meno nella tua scrittura musicale, quali sarebbero?

Dal punto di vista della production direi il sound design, trovo che avere dei suoni unici e personali faccia la differenza oltre il fatto che fare sound design è divertentissimo! Altri due elementi fondamentali sono la musicalità e la memorabilità. Dal punto di vista della scrittura direi le citazioni ai miei film preferiti.

Il déjà vu di cui non riesci a liberarti. Quell’immagine del tuo passato, insomma, che ritorna ogni tanto a disturbare (o a migliorare) le tue giornate: se non un dejavu, un ricordo importante.

Il mio Dejavu quotidiano è la voglia di arrivare, il ricordo costante di ciò che sono, da dove vengo e dove voglio essere.

Domanda di rito: associa “Dejavu” ad un cocktail per salutare i nostri lettori.

Dejavu l’associo ad un qualcosa di fresco ma anche malinconico, un contrasto tra dolce e amaro e quindi vi consiglio un cocktail a base di prosecco chiamato “Pink Mimosa”.

ASCOLTA DEJAVU

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