Fuori dall’8 dicembre “Dispnea”, l’omonimo EP della band. Quattro tracce in cui sentiamo solo synth, basso e batteria. La chitarra elettrica è stata bandita dalla musica dei Dispnea eppure il suono da band viene ricreato con grande maestria.
Dispnea
L’EP si apre con l’unico brano in italiano “Arturo” che ci ricorda molto la musica psichedelica degli anni ’70. La melodia non ci dispiace affatto, ma il testo ripetitivo arriva quasi a bucarci il cervello rendendo il brano poco fruibile. Molto simile è anche il secondo brano “I can’t Breathe”, anche se in questo caso i suoni si fanno più rock e il cantato più delicato.
Ci piace molto invece “Little mind” con questa batteria delicata che è quasi una culla per l’ascoltatore. In questo brano voce e melodia si abbracciano in perfetta armonia creando un’esperienza sublime. Sullo stesso genere ma meno delicata rimane anche “Survive”. Qui la batteria è più cattiva, più rock, ma rimane l’armonia come nel precedente brano.
Dispnea potrebbe essere “facilmente” etichettato con un album di brani inediti dei CCCP, suonati da una band Post Rock, con al posto della chitarra dei synth di matrice New Wave.
L’Ep si compone di 4 tracce, tre cantate in Inglese ed una in Italiano, i testi minimali, trattano argomenti di attualità. “I Can’t breath”, un urlo disperato che riecheggia, dopo un elenco di uomini morti a causa della polizia americana. “Survive”, è lo stato d’animo di chi sta attraversando una pandemia in prima persona ed ogni giorno si trova immerso nel dolore e nella disperazione. “Arturo”, non è una persona è il cattivo di turno, il “nemico”, il dolore, la paura, che tutti almeno una volta nella vita abbiamo affrontato e volevamo mandare a quel paese. “Little Mind”, purtroppo è la faccia della società, di chi si rifugia nelle illusioni dei social e non apre gli occhi cercando la verità.
Bandcamp: dispneaofficial.bandcamp.com
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