Pianista Indie: “Le canzoni sono dipinti di paesaggi”

Fuori da venerdì 18 febbraio 2022  “La droga”, il nuovo singolo di Pianista Indie. Archi, grilli e pianoforte.
Compagni di viaggio per parole che disegnano un quadro ricco di citazioni, grondante di dettagli trasportati dal quotidiano all’infinito; uno di quelli che guardi e riguardi per trovare il particolare che – forse – prima ti era sfuggito. Mai come per questa canzone è importante il testo, scritto e cantato da Pianista Indie, uno dei cantautori in assoluto più interessante della scena contemporanea, qui con un registro vocale inaspettato.

Abbiamo deciso di parlarne direttamente con lui.

pianista indie

Pianista indie intervista

Quali sono tre dischi che credi siano stati fondamentali per la tua formazione musicale, e come mai?
È sempre difficile rispondere a domande così, credo che il mio percorso artistico sia stato influenzato da molti dischi, sicuro più di tre. Dovendo però delimitare i confini, direi che The Dark Side dei Pink Floyd, White Album dei Beatles e Microchip dei Subsonica sono 3 bandierine importanti e ti spiego il perché. Il primo è l’Album per eccellenza, espressione di songwriting e sperimentazione, il secondo è la perfezione pop ed il terzo è il primo Album che mi ha fatto capire che in Italia era possibile fare qualcosa di diverso rispetto al suono “democristiano” radiofonico di sempre. Aggiungo infine un qualsiasi Album di Paolo Conte, fuori dagli schemi ed il più grande di tutti, per me.

Spesso è difficile riuscire ad incastrare nella propria routine le nostre “droghe”. Hai qualche consiglio a riguardo? Quali sono le tue?
Spesso è difficile incastrare la routine nella mia droga. Capovolgerei il tutto. Ho provato a rendere predominante la routine ma non ne sono capace. Ho scelto quindi di vivere per le mie passioni, la musica, la natura, l’amore, la famiglia, l’arte, la letteratura, la lettura. Ogni tanto lavoro un po’ per pagare le bollette. Il consiglio è quello di abbandonarvi al vostro fuoco interiore ma non prendetemi troppo sul serio o rischiate di morire di fame.

E, in definitiva, cosa volevi raccontare con “Droga”?
Le canzoni sono dipinti di paesaggi e in un paesaggio ognuno ci vede quello che vuole. Per me “La Droga”, questa mia ultima canzone, è un manifesto generazionale, frasi come “… dopo i dischi di platino come ricariche Wind …” per quelli come me vogliono dire tanto. Ma non pretendo che sia così anche per te.

Perché droghe e passioni in questo brano sembrano la stessa cosa?
Se vogliamo portare il discorso sulla droga, ci sentiamo al telefono e ti intrattengo per 3 o 4 ore, in quanto ritengo l’argomento molto letterario. In questo caso invece direi che utilizzo la parola Droga nella canzone, solo come metafora. Sai che ogni dipendenza ti fa bene e male allo stesso tempo. Anche l’amore è una dipendenza, anche la religione. Quindi forse come dici tu sono la stessa cosa. È un casino questo discorso. Ascoltala e basta “La Droga”, non porti troppe domande.

Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perchè?
Credo Acqua.
Perché scorre libera e tende all’infinito.

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