MR. D: “Non si viaggia solo facendo km, ma anche scoprendo noi stessi”

Kid’s dream è il debut album di MR. D, moniker dietro il quale si cela Daniele Fioretti. Musicista marchigiano che, come musicista one man band con la sua chitarra e come tour manager per band estere per i tour europei, vive in continuo movimento tra le città d’Europa.

Come sempre, lo abbiamo incontrato. Ecco cosa ci ha raccontato!

Kid’s dream è il debut album di MR. D

 

Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E per quale motivo?

Difficile sceglierne 3 perché ogni mia epoca (ho 40 anni) ha avuto almeno 10 dischi fondamentali ma ci provo.
Abbey Road dei Beatles sicuro, la trovo la più bella conclusione che la più grande band avrebbe potuto regalarci, suoni meravigliosi ed il senso canzone che più trovo vicino a me.
Acme di Jon Spencer Blues Explosion ,li vidi live e ne rimasi folgorato e trovo questo disco ancora meraviglioso, la composizione, l’urgenza comunicativa ed i suoni sono un mix letale, un James Brown bianco, ascoltatelo non so tradurlo in parole.

Blonde on Blonde di Bob Dylan, per me un faro nel mare in tempesta con il motore della barca in avaria. Il disco che più mi ha fatto compagnia nei tour solitari,il disco che mi ha fatto capire l’importanza di una canzone.
Ne ho dovuti scegliere 3 e non ci sono stato a pensare molto altrimenti avrei scritto cancellato e riscritto.
Ho tatuato il titolo di un brano dei Clash, Amo Neil Young, se ascolto Fela Kuti difficilmente riesco a stare fermo, sento familiare la violenza dei Fugazi o dei Beastie Boys e mi Emoziono (anche male) con la discografia di Nick Cave e così per tanti altri artisti, non avrò mai un disco da isola deserta.

Che cosa avevi urgenza di comunicare con il tuo album di debutto “Kid’s Dream”? E a cosa fa riferimento il titolo?

Kid’s Dream racconta i miei primi 40 anni di vita, complice lo stop forzato ho iniziato a comporlo lavorando a distanza con Mattia Coletti producer e fonico del disco, Amico fraterno.
Il titolo fa riferimento ai sogni e alla totale purezza e sincerità che contraddistinguono i sogni dei bambini ed al fatto che poi ad un certo punto della vita sognare diventa “inutile”, pianificare quel futuro che qualcuno ha scritto per noi prende il sopravvento sui sogni, chi sogna è un vero Rivoluzionario ma si sa la Rivoluzione non è un pranzo di gala e non è facile.

In che senso il tuo è “un viaggio che inizia e finisce in provincia”?

Vivo nella provincia Marchigiana con precisione ai piedi del Monte Conero ed è il luogo che ad ora definisco casa, questa la consapevolezza che ho raggiunto con il tanto viaggiare.
Non si viaggia solo facendo km, ma anche scoprendo noi stessi nel profondo, nel fare km ho fatto anche questo viaggio interiore e sono arrivata al punto di non scappare da niente e da nessuno e ad Amare con una consapevolezza diversa i paesaggi dove sono nato.
Conscio degli aspetti negativi della provincia per fortuna faccio un lavoro movimentato e assolutamente non noioso e poi ho 40 anni ed il mare del Conero il mattino presto lo trovo meraviglioso nel suo silenzio, immaginatelo dopo 30 giorni di tour in cui magari hai macinato 20mila km.

E qual è il vantaggio di registrare un disco in analogico?

Kid’s Dream in realtà non è stato totalmente registrato in analogico, ma in parte, tutto è passato dentro un banco analogico compressori e macchine dal sapore vintage, poi niente nastro siamo entrati in scheda audio.
La parte analogica dona un sapore più caldo sicuramente poi mi sono adattato agli strumenti di lavoro del producer Mattia Coletti.
Non so se in realtà ci siano vantaggi, non bado alle sovrastrutture sono molto pragmatico, poi sperimentare con Mattia nelle sessioni di registrazione e di mix sono esperienze/fotografie indelebili.

 Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perché?

Domanda difficile, non sono un esperto di drink ne conosco pochi e non ne sono affascinato. Non seguo neanche la moda che impazza negli ultimi anni dove vedo sempre più chef e sommelier, che poi lavorano in ufficio, in banca o altrove, credo ognuno abbia il suo lavoro e mi fido dei professionisti. Tra un drink ed un bicchiere di vino sarei un bicchiere di vino, ma se fosse una roulette russa pistola alla tempia, un drink? Campari e vino, FERMO!

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