Baseball Gregg: “Un bicchiere di San Pellegrino gasata in bottiglia di vetro”

Giovedì 16 giugno 2022 è in uscita  “Parrots and the park”, il primo EP dei Baseball Gregg. 

Mood acustico, soft, brani tardo primaverili estivi con violoncello. Il violoncello, così come il contrabbasso, sono una novità timbrica nel suono dei Baseball Gregg.

La data di uscita non è casuale: il 16 giugno è il Bloomsday, ovvero il giorno in cui è ambientato nel 1904 l’Ulisse di James Joyce. L’autore irlandese rappresenta il fil rouge dei tre EP e dell’album.

Come sempre, abbiamo deciso di far loro qualche domanda, ed ecco com’è andata!

Baseball Gregg.

Baseball Gregg intervista

Quali sono tre dischi che a vostro parere sono stati fondamentali per la vostra formazione musicale? 

Beach boys – Pet Sounds 
Pet Sounds è probabilmente il più grande capolavoro prodotto nel pop occidentale del XX secolo, ed è stata la maggiore ispirazione per Vacation, il nostro primo disco, e Brian Wilson rimane il nostro artista preferito tutt’oggi. Peraltro ha appena compiuto 80 anni. Auguri Brian!

The Strokes – Is this it
Disco che ho ascoltato per la prima volta a 17 anni, nei mesi in cui ho deciso di iniziare a suonare la chitarra, e che ha avuto un’influenza davvero estesa sul mio gusto musicale. È curioso come abbia visto Albert Hammond Jr a 14 anni suonare in apertura ai Coldplay senza sapere che fosse il chitarrista degli Strokes, lol. Anni dopo ho anche avuto modo di incontrare Julian a Bologna, nel 2015, ed è stato una persona davvero carinissima.

The Beatles – 1 
È stato il CD che mi ha fatto compagnia per tutta l’infanzia, fisso sul lettore della mia camera per anni. I Beatles sono il mio gruppo preferito e questo CD me li ha fatti conoscere quando avevo 7 anni.

Quale connessione c’è tra la vostra musica e il vostro amore per la letteratura? È una passione che condividete? 

Sam è sicuramente un lettore più forte di me, nel senso che legge molto di più e probabilmente io non so nemmeno se posso fregiarmi del titolo di amante della letteratura: qualche mese fa ho semplicemente preso in prestito un libro dalla biblioteca della Sala Borsa, le Lettere di James Joyce, e mentre registravamo continuavo a leggere le lettere di Joyce, e la figura dello scrittore ha finito per diventare una presenza importante nell’album, influenzandone sia il titolo (“Pastimes are past times” è una citazione da Finnegans Wake), sia le copertine (quattro diversi acquerelli dipinti da Sam, ispirati ai ritratti di Lucia Joyce dipinti da Berenice Abbott), sia i testi.  Ulysses, un libro uscito cento anni fa, è ambientato il 16 giugno 1904 a Dublino: ecco perché abbiamo scelto di pubblicare in tale data il primo EP di Pastimes, che è ricordato dagli amici e dai lettori di Joyce in giro per il mondo come “Bloomsday”. Joyce invitava i lettori a mettere in musica le sue prime poesie. Magari non sarà esattamente quello che abbiamo fatto noi, ma ci piace pensare che ci possa dare la sua benedizione.

Come avviene il vostro primo incontro? 

Sam ha frequentato per un anno l’università in Italia a cavallo tra il 2013 e il 2014, e ha conosciuto Stefania – la mia ragazza – alla facoltà di Matematica, che me l’ha presentato. Siamo stati tutti e tre assieme al cinema a vedere “Bling Ring” di Sofia Coppola, un avvenimento che è anche ricordato nella nostra canzone “The Movies” cantata da Pecas. Nella primavera del 2014, poi, abbiamo deciso di registrare un EP insieme, per gioco. Sam poi è tornato in California, e probabilmente la cosa sarebbe finita lì se non fosse che abbiamo conosciuto Giovanni e Luca de La Barberia Records i quali hanno deciso di pubblicare il nostro primo EP in cassetta e ci hanno subito fatto suonare tantissimo e accolto nella loro famiglia. A questo punto abbiamo iniziato a prendere la cosa più seriamente e l’estate successiva, nel 2015, sono stato in California da Sam per registrare il nostro primo disco Vacation.

Quale fascino hanno su di voi gli Stati Uniti? 

Sam ci è nato e ci ha vissuto, quindi forse più che fascino esercitano una qualche forma di affetto. Io da piccolo avevo un’idea abbastanza precisa degli USA, formata attraverso le letture e la musica e i film, ma dopo esserci stato diverse volte, sia per registrare che in tour un paio di volte, devo dire che – almeno per quanto riguarda il nostro ambiente – è molto più simile all’Europa di quanto immaginiamo, e nonostante le distanze geografiche è un modo di vivere piuttosto vicino a noi. 

Se foste un drink quale sareste?

Non saprei, da quando il mio amico Davide ci ha regalato una SodaStream sono un grande appassionato di acqua frizzante; quindi forse ti risponderei con un bicchiere di San Pellegrino gasata in bottiglia di vetro.

 

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