Torso Virile Colossale: “Ho scritto il brano anche pensando alla voce di Rachele”

Fuori dal 11 novembre “Mondo Peplum”, il nuovissimo album di Torso Virile Colossale. Un progetto musicale alle prese con il mondo antico e con il Cinema Peplum. L’album esce a 5 anni di distanza dal disco d’esordio. Fin dal titolo si riallaccia al Cinema Storico/Mitologico italiano con l’intento di evocarne l’immaginario e rendere omaggio alla sua forza visionaria ed ispiratrice.

torso virile colossale

Torso Virile Colossale

Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? e perché?

Citare solo tre dischi è praticamente impossibile ad ogni modo ci provo.
Faccio perciò un salto all’inizio degli anni 90 quando la musica tra noi ragazzi cresciuti in famiglie senza giradischi si ascoltava principalmente con le cassette.

Il primo disco che ricordo di avere comprato di mia iniziativa e di avere ascoltato ossessivamente è la colonna sonora de I segreti di Twin Peaks di Angelo Badalamenti. Quelle atmosfere mi hanno segnato e hanno influenzato il mio modo di intendere la musica strumentale.

Il secondo album che mi viene in mente è Lucio Dalla del 1979 (quello de L’anno che verrà per intenderci). Trovai la cassetta originale abbandonata su un marciapiedi ai piedi di un cavalcavia. Quell’album a suo modo mi ha avvicinato alla canzone d’autore.

Il terzo disco che mi viene in mente è Never Mind the Bollocks dei Sex Pistols che mi copiò su cassetta un amico. L’ascolto di quel disco mi sconvolse perché all’epoca non avevo mai ascoltato nulla di simile prima: In qualche modo inoculò in me il germe della ribellione, della smorfia e del cortocircuito.
Poi crescendo di dischi importanti ne sono venuti molti altri che di fatto hanno influenzato molto di più di questi le mie scelte però direi che questi solo i primissimi ascolti che mi hanno spinto a suonare da ragazzo.

Quale legame ti stringe al Cinema Peplum, non così comune come genere cinematografico da approfondire?

Il legame con questo Cinema ha una natura affettiva. Il Peplum era infatti il Cinema che amava mio padre da ragazzo e questa cosa mi ha sempre incuriosito. Non è che quando ero bambino mio padre me ne parlasse molto o mi facesse vedere questi film però sapevo che questo Cinema era stato la sua grande passione da ragazzo al punto che lui da giovanissimo aveva iniziato a fare ginnastica ispirandosi ai divi forzuti di film come Maciste o Ercole.

Quando ho compiuto 30 anni, un po’ per gioco un po’ spinto dal desiderio di saperne di più, ho cominciato a vedere questi film. Ad un certo  punto man mano che vedevo queste pellicole mi sono reso conto di quanto sia stato importante questo genere cinematografico per la storia del cinema in generale, soprattutto quello Italiano. Un vero laboratorio creativo e produttivo, spesso fondato sull’arte del risparmio. Un genere ingiustamente misconosciuto dal quale tanti di quelli che c’hanno lavorato hanno preso le distanze.

Il Cinema Peplum a cavallo tra gli anni 50 e 60 è probabilmente il genere che ha pagato il prezzo più alto delle rivoluzioni culturali e sociali che sono avvenute negli anni 60. Il Peplum dall’oggi al domani si è ritrovato sorpassato e inadeguato per il tempo e gli spettatori. Per questa ragione oggi bisogna guardare questo Cinema con occhi non troppo severi, lui ci racconta un epoca che fu, non solo per le storie antiche dei film ma perché è testimone di un modo di fare Cinema che è finito con lui.

Anche i musicisti che ti accompagnano hanno visto i film a cui si ispira il progetto, o li hai dovuti istruire?

Qualche musicista ne ha visti un po’, qualcuno un po’ meno. La cosa che conta è che tutti hanno sposato la causa del Cinema Peplum. Una curiosità. Kole Laca mi ha raccontato che in Albania da ragazzo passavano tutto il Cinema Peplum italiano in televisione e infatti dei musicisti di Torso Virile Colossale è quello più ferrato in fatto di Peplum. Conosce moltissimi film e ricorda a memoria alcune sequenze. Questo fa capire quanto il Cinema Peplum Italiano fuori dall’Italia sia ben conosciuto, a volte più che in Italia.

Come nasce la tua collaborazione con Rachele Bastreghi?

Nessuno come i Baustelle nell’ambito della musica Pop italiana degli ultimi anni ha saputo scrivere canzoni e musiche che sapientemente evocavano e rielaboravano stilemi estetici del migliore passato, citando grandi compositori e il grande cinema.
Di loro ho sempre apprezzato questa vocazione che si è tradotta in dischi importanti. Quando poi i Baustelle hanno fatto Fantasma ho capito che avrei voluto fare qualcosa con Rachele che in quell’album utilizza la voce in un modo che mi piaceva tantissimo e mi ricordava dei mondi che amo tanto. Con Rachele condivido certi ascolti e certe fascinazioni e quando poi è capitato di frequentarci a Milano dove viviamo e abbiamo amicizie in comune è stato ancora più naturale chiederle di collaborare. Di fatto ho scritto il brano anche pensando alla voce Rachele e infatti è stato emozionantissimo averla ospite in studio e sentire che le cose funzionavano perfettamente. Lei è arrivata per registrare e ha fatto tutto velocemente, è stata bravissima.

E se Torso Virile Colossale fosse un drink, quale sarebbe, e perché?

Ovviamente voglio dare una risposta a tema ‘Mondo Peplum’ perciò rispondo che potrebbe essere il Muslum, il vino al miele che bevevano gli antichi romani durante i loro banchetti: Saporito, piccante & dolce, come Torso Virile Colossale.

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