Lazzaro: “La più musicale fra le resurrezioni”

Prosegue il percorso di resurrezione di Lazzaro: “Oro” è il suo secondo singolo. “A vent’anni si vuole spaccare il mondo, ma si è anche molto confusi. Durante la pandemia, i miei tentativi di impormi andavano a vuoto e un senso di sfiducia mi isolava sempre più, ricalcando quella che in quei mesi era semplicemente la buona condotta da seguire.

Un po’ per dote, un po’ per cause maggiori, non stavo vivendo gli anni d’oro che mi avevano promesso. Gli obiettivi che mi ero prefissato si erano rivelati tutti appuntamenti da posticipare e il conforto era solo una bugia detta da chi alla fine non ce l’aveva fatta o da chi aveva i mezzi per farcela in ogni caso, ad ogni costo.”

Abbiamo deciso di fare qualche domanda al cantautore per andare ancora più in profondità nella sua musica: buona lettura!

lazzaro intervista

Lazzaro intervista

È un piacere averti con noi su Brainstorming Mag, Lazzaro! Allora, da dove partiresti per raccontare chi sei?

Ciao a tutti e grazie! Inizio a presentarmi partendo dalla fine, quindi con “Lazzaro”. Il progetto nasce qualche anno fa, nella soffitta di un amico. Prima di ritrovarmi in quella soffitta ho attraversato aule universitarie, cucine da incubo e cantieri, tutte esperienze che mi hanno portato in qualche modo a suonare. Tralasciando le aspirazioni e le vite passate, per ora le certezze si limitano ai dati anagrafici: Yuri, 25 anni, nessun segno particolare.

Per chi ancora non ti conosce, hai pubblicato fin qui due singoli che sembrano dichiarare la tua passione per una certa dark-wave fatta di suoni oscuri e di movimenti interiori che partono dalle profondità dell’animo umano. Il tuo nome richiama in effetti ad una sorta di ritorno dalla morte. Cosa dobbiamo aspettarci, a questo punto, dal futuro immediato?

La più musicale fra le resurrezioni. Non posso nascondervi che ho sempre avuto un debole per gli accordi in minore. Come generi di riferimento ho sempre preso la new wave, il grunge e generalmente tutti quei movimenti che hanno una certa tragedia di fondo, un’estetica dolorosa e malaticcia. In realtà comunque ho sempre ascoltato un po’ di tutto, ma negli ultimi anni ho ascoltato molta più elettronica e adesso sto cercando di riportarla nel progetto.

Parliamo un po’ dei brani, sono canzoni che hai scritto nello stesso periodo (parlo, in generale, di quelle pubblicate e di quelle che saranno) oppure sono frutto di una selezione spalmata nel tempo?

Il primo, quello che ha iniziato il disco, l’ho scritto circa tre anni fa. Spalmanti nel tempo, insieme a qualche scarto, sono stati scritti anche gli altri brani. Il disco inoltre non era nei miei piani fin dall’inizio, ma mi sono affezionato subito a quella sensazione di quando hai appena scritto qualcosa, su due accordi traballanti, e senti che lì dentro c’è spazio per un mondo. Capita anche che quel qualcosa resti incompleto e infatti, sempre di quel periodo: sono pieno di progetti abbozzati con titoli come “Roba”, “Prova1”, “accordi fighi”, tutte mezze idee che sono rimaste lì in attesa di essere concluse o di essere cestinate malamente.

In “Fears” ti domandavi quali fossero i confini della paura, mentre in “Oro” sembri quasi invitare l’ascoltatore, per negazione, a non fidarsi di ciò che brilla, e allo stesso tempo di chi si concede fin troppo facilmente… Come nascono le due canzoni? Possono dirsi, in qualche modo, collegate?

Entrambi i brani sono figli della rabbia. In Fears è autoriferita, perché penso a me incapace di reagire di fronte alla paura e mi faccio domande sulla radice di questo meccanismo autodistruttivo. In Oro invece parto da una posizione personale diversa: non indago, non mi faccio domande, ma anzi punto il dito e concludo trovando un primo indiziato per gli sgambetti che mi sta facendo il mondo. Col senno di poi sono contento di questa rabbia, forse necessaria perché nascesse questo processo di resurrezione personale e quindi questo disco.

Consigliaci un disco, un film e un libro che pensi possano raccontare al meglio chi sei.

Disco – “Kid A” dei Radiohead, film – “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” con Gian Maria Volonté – libro “Delitto e castigo” (Dostoevskij).

 

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