Milo Scaglioni: “Cerco di uscire sempre dalla zona di comfort”

Torna il songwriter Milo Scaglioni con “Invincible Summer”, il nuovo disco disponibile da venerdì 5 maggio 2023 su tutte le piattaforme digitali. Un nuovo capitolo già anticipato dal singolo “Locked in a circle”, pubblicato a dicembre. Un secondo romanzo di formazione musicale firmato dal menestrello che ama la psichedelia (come lo ha definito XL Repubblica nel 2017).

Noi lo abbiamo intervistato, partendo come sempre dai suoi tre dischi preferiti. Ecco com’è andata.

milo scaglioni

Milo Scaglioni intervista

Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale, e per quale motivo? 
A Northern Soul dei Verve, il disco che mi ha cambiato la vita. Semplicemente perché non avevo mai sentito nulla del genere ma lo capii quasi subito. Mi ci volle qualche ascolto per entrarci, ma essendo prima dell’avvento della musica online ed avendo pochi soldi per comprar dischi mi obbligai a dargli diversi ascolti. Mi fece venir voglia di svegliarmi e stonarmi immediatamente, di stendermi sul tappeto del salotto di casa dei miei, chiudere gli occhi e viaggiare senza spostarmi di un centimetro.

Pet Sounds dei Beach Boys. Un disco perfettamente arrangiato, fatto di canzoni bellissime e abbastanza complicate armonicamente, che ciò nonostante sembrano semplicissime. Le voci dei beach boys e i testi di Tony Asher che esprimono la meraviglia e la paura di amare, di crescere, di trovare il proprio posto. Un’ode a dio, come lo definì lo stesso Brian Wilson

Kind of Blue di Miles Davies. Sarò banale, ma questo è il disco che non mi stanco mai di ascoltare e lo ascolto ogni volta che non so cosa ascoltare, finendo con l’amarlo ogni volta.

La realtà di Codogno ti ha in qualche modo formato anche a livello musicale? In che modo e, nello specifico, in quali luoghi?
La realtà di Codogno mi ha formato indubbiamente a livello umano. Non mi ci trovavo per nulla a mio agio e forse è per questo che la musica è venuta in mio soccorso, dandomi modo di sognare un altrove anche fisico, che poi è diventata Manchester. Da piccolo liceale ribelle e vittimista mi rifugiavo più che a codogno a casalpusterlengo, dove c’era un qualche fermento musicale ed una amministrazione di sinistra che faceva quel che poteva per i giovani e un paio di volte all’anno organizzava rassegne di musica locale. Casalpusterlengo aveva anche una biblioteca piuttosto servita in termini di dischi che si potevano prendere in prestito, e quindi copiare e a Casalpusterlengo c’era un piccolo grande negozio di dischi, Muzak del compianto Claudio Galuzzi.

E poi, perchè Manchester? Come hai scelto questa città e come hai scelto invece anche di rimanerci? 
Andai a Manchester per diventare il nuovo bassista degli stone roses e ci misi 10 anni per capire che non sarebbe successo…

Perchè dici che “Invincible Summer” è un disco che nasce per approdare in un nuovo porto. In che modo sei uscito dalla tua comfort zone?
Il semplice fare qualcosa di così diverso da quello che si è fatto in precedenza è già un approdo ad una zona nuova. E mi sembra sia quello che ho fatto. Credo sia buona cosa cercare sempre di uscire dalla propria zona di confort, almeno per una persona piuttosto irrequieta come me.

Ultima domanda: se fossi un drink, quale saresti e perchè?
Sarei un bloody mary, Oltre al fatto che mi piace combina divertimento, nutrimento e il potenziale per l’autodistruzione.

 
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