La ragazza dello Sputnik: “Stiamo vivendo degli anni sommersi”

È uscito venerdì 19 maggio 2023 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo de La ragazza dello Sputnik dal titolo “Le mie giornate”. Un nuovo capitolo per il progetto di Valentina Zanoni nato nel 2021.

Partendo come sempre dai suoi tre dischi fondamentali, ne abbiamo parlato con lei.

La ragazza dello Sputnik

Quali potrebbero essere tre dischi che sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E per quale motivo?

Sceglierne tre è complicato perché ci sono alcuni dischi usciti di recente che mi hanno influenzata molto, inoltre sono una persona che va molto a periodi in fatto di musica.

Uno di quelli che sicuramente non posso dimenticare è ‘22 a million’ dei Bon Iver perché, ascoltandolo, ho sentito risuonare dentro di me tutte le voci che mi assorbono da una vita e mi sono sentita meno sola.

Un altro disco molto importante per me e per il modo in cui mi sono avvicinata alla musica fin da piccola è ‘La buona novella’ di Fabrizio de Andrè perché mi ha fatta innamorare del cantautorato italiano e mi ha fatto provare delle emozioni molto potenti e profonde.

Infine direi ‘Illusion’ di Edda, uscito a settembre del 2022 e quindi molto vicino a livello temporale; come tutti i dischi di questo artista sento che anche quest’ultimo ha acuito la mia sensibilità, mi ha stravolta come solo Edda sa fare e ha saputo darmi uno sguardo aggiuntivo sulla realtà, per cui mi sento di dire che è stato fondamentale per ciò che sono.

Come nasce tipicamente un brano de La Ragazza Dello Sputnik?

Direi che non c’è un iter specifico; certamente per ora nessun brano è nato a partire da un beat, ma non lo escludo per il futuro. Fino ad ora, indipendentemente dal fatto che arrivi prima il testo o prima la musica, il modo con cui lavoro è accomunato dall’utilizzo della chitarra; parto dalla stesura con chitarra e voce per poi poter dedicare tutto il tempo necessario alla produzione. Mi piace proprio la distanza che si crea tra l’intimità di un brano così minimale e la costruzione che ci si può fare attorno grazie alla produzione.

Come è nata la tua collaborazione con Federico Sali? E come hai capito che era la persona giusta per condividere idee e brani di questo progetto musicale?

Ho conosciuto, prima di tutti, Niccolò, chitarrista e produttore. Frequentava le scuole superiori con me e con il quale ho cominciato a condividere la passione per la musica; gli ho fatto ascoltare i miei brani e abbiamo deciso di lavorare a qualche pezzo. In occasione di un live però avevo bisogno di un batterista e di un bassista e, proprio Niccolò, mi ha presentato Giorgio e Federico. Da quel momento non ci siamo più lasciati ed è a loro tre che ho affidato la produzione di tutti i miei brani, esclusa ‘Citrosodina’, il featuring con PLASTICA.
Con Federico inoltre lavoro anche ai testi delle canzoni; avere uno sguardo differente dal mio dopo che ho fatto la prima stesura mi ha aiutata e mi sta aiutando davvero molto.
Ho capito subito che erano le persone giuste alle quali affidarmi perché ho percepito una profonda sensibilità musicale e umana che ci ha permesso di entrare subito in sintonia e ci permette di continuare ad avere una visione di insieme sulle cose, un rispetto e una dedizione che non sono assolutamente da dare per scontato.

Ti senti mai sommersa dalle numerosissime uscite settimanali?

Sì, direi costantemente, ma onestamente le uscite musicali non sono l’unica cosa dalla quale mi sento sommersa in questi ultimi anni. Direi che stiamo vivendo, in generale, degli anni sommersi.

Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perché?

Se fossi un drink sarei il Negroni; innanzitutto perché è uno dei miei preferiti, ma anche perché ha un gusto deciso e forte e direi che queste caratteristiche si avvicinano molto ad alcune sfaccettature del mio carattere; d’altro canto però è molto equilibrato ed è l’unione di tre bevande diverse così come io mi sento la commistione di caratteristiche diverse e a volte antagoniste tra loro, ma che in qualche modo, convivono.

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