Luigi Tenco, il genio musicale incompreso

Oggi 21 marzo 2024 Luigi Tenco avrebbe compiuto 86 anni. Un nome che ricordiamo per la terribile serata 26 gennaio 1967, ma oggi vogliamo ripercorrere prima parte della sua vita e rendere omaggio ad un artista che non è stato mai davvero compreso dal pubblico.

luigi tenco

Luigi Tenco

Luigi Tenco nacque a Cassine, in provincia di Alessandria, il 21 marzo 1938 sotto il segno dell’Ariete. Frutto di una relazione extraconiugale tra Teresa Zoccola e il sedicenne Ferdinando Micca, prese il cognome del marito della ragazza, Giuseppe Tenco, morto prima della sua nascita.

La sua vita non è facile fin dall’inizio, un po’ dovuto al periodo e alle aspettative della società. Si appassionò fin da subito di musica. Da autodidatta, ha cominciato a suonare la chitarra, il clarinetto, il sassofono. Ha anche iniziato a frequentare il Bar Igea, ritrovo di molti artisti genovesi. Ha scoperto il jazz, amando negli anni artisti come Jelly Roll Morton, Chet Baker, Gerry Mulligan e Paul Desmond. Ma ai suoi parenti l’idea che diventasse un musicista non piaceva, preferivano che continuasse gli studi. Così, per assecondarli, si è iscritto all’università: prima alla facoltà di Ingegneria elettrotecnica, poi a Scienze politiche. Non si è mai laureato: dopo qualche anno ha abbandonato gli studi, per dedicarsi totalmente alla musica.

Dal 1953 la sua carriera musicale prende il via. Prima fonda un gruppo e poi parte da solista. Viene notato da RCA e pubblica diversi capolavori che verranno apprezzati solo nel tempo.

Le difficoltà nella musica

Ma la vita artistica di Tenco, contestatore ante-litteram, non è stata facile. Diverse volte ha dovuto fare i conti con la censura. Un esempio è la canzone Cara maestra, nella quale denunciava le ipocrisie e i perbenismi della società dell’epoca e cantava: “Un giorno m’insegnavi che a questo mondo noi siamo tutti uguali/Ma quando entrava in classe il direttore tu ci facevi alzare tutti in piedi/e quando entrava in classe il bidello ci permettevi di restar seduti”. Il brano non è stato ammesso alla riproduzione radiofonica dalla Commissione per la censura e gli ha causato l’allontanamento dalle trasmissioni Rai per due anni.

Una vita in cui il suo talento non è stato mai capito e si arriva fino alla partecipazione a Sanremo nel 1967. Si presentò al festival in duetto con la compagna Dalia presentando il brano “Ciao amore ciao”.

Il 26 gennaio, alle 22.15 (penultimo in scaletta), Tenco è salito sul palco per l’ultima volta. Secondo alcuni, la sua esibizione – i cui nastri sono andati persi negli archivi Rai e di cui rimangono foto e registrazione audio – è stata condizionata dall’assunzione di alcol insieme a un tranquillante; per altri, l’artista ha proposto una versione più lenta, che appariva quasi fuori tempo, in polemica con la versione proposta da Dalida. Il risultato, comunque, è che il brano non è stato apprezzato dalle giurie, si è classificato dodicesimo e non è stato ammesso alla serata finale.

L’ultima sera

Fu un colpo durissimo per Tenco, che in quel momento parve deciso ad abbandonare la carriera da interprete per dedicarsi solo a quella da compositore. Cosa accadde dopo rimane ancora un mistero. Si dice che una volta tornato in albergo abbia effettuato due telefonate: una alla casa discografica e una alla sua amante, Valeria. Il primo non ha risposto, mentre con Valeria hanno fatto una lunga chiacchierata programmando un viaggio in Kenya.

Poche ore più tardi il corpo senza vita di Tenco è stato ritrovato da Dalia e Lucio Dalla.

Sulla testa era ben visibile un colpo di proiettile che andava dalla tempia destra a quella sinistra. Lo sparo però nessuno lo aveva sentito.

Nella camera venne trovato un biglietto scritto a mano dallo stesso Tenco. Queste le sue ultime parole: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e a una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi“.

E’ stato dichiarato morto per suicidio, ma attorno a quella sera rimangono tante domande senza risposta e un genio che non è stato mai compreso.

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