LorisDalì: intervista!

Il 15 gennaio è uscito “Scimpanzè”, nuovo disco targato LorisDalì. Lo abbiamo incontrato e, proprio come nelle sue dodici canzoni/storie che compongono l’album, tra crisi, quotidianità e piccole grandi aspirazioni, ne ha avute di cose da raccontarci.

LorisDalì

Parlaci di Scimpanzè, il tuo nuovo album in studio: da cosa sei partito per la sua genesi?
Tre anni fa ci siamo riuniti per una cena e per parlare del nostro futuro. Ho lanciato l’idea di lavorare ad un nuovo disco che avesse le potenzialità per trasformare ciò che è sempre stato un hobby in un vero e proprio lavoro. Quindi siamo usciti un po’ da ciò che avevamo sempre fatto, cioè del classico rock italiano, per avventurarci in una dimensione più ricercata, sia nei testi che nella musica. Volevo raccontare delle storie ed arrangiarle uscendo dalla modalità batteria, basso, chitarra e voce. Un altro aspetto importante è stato il fatto di colorare con ironia e sarcasmo i testi, perchè volevo che le canzoni facessero riflettere su temi importanti, ma sempre con un sorriso. Dal mix di tutto ciò è nato “Scimpanzè”.

Perchè la scelta del brano “Manager” per presentare al pubblico il tuo nuovo album?
Perchè credo sia il pezzo più rappresentativo per due motivi. Dal punto di vista musicale, perchè in poco più di tre minuti troviamo un assolo alla Pulp Fiction, un coro di bambini, un tenore lirico e la telefonata dell’Equitalia che ricevo al termine del brano. Inoltre è uno dei testi che mi rappresenta di più.

Il mondo del music business è stracolmo di manager e pseudo tali…….cosa non ti piace del tuo lavoro?
Per ora direi che mi piace tutto. L’unica cosa che voglio evitare è appunto avere a che fare con persone che intendono la musica come mero business. Ne ho incontrati alcuni in questo ultimo anno in cui ho cercato qualcuno che volesse seguirmi come ufficio stampa e booking. Ho avuto anche diverse proposte, ma alla fine ho scelto la mia attuale perchè mi hanno dato l’impressione di essere persone che credono in quello che fanno, nei valori della musica e che non intendono appunto la musica solo come uno strumento per fare soldi.

Pensa se domani ti svegliassi e ti trovassi ad essere un commercialista. Credo che la vita di un cantautore sia oggettivamente più viva e fascinosa di quella della maggior parte dei commercialisti.
Dal mio punto di vista sì. Credo anche che sia fondamentale individuare quella che è la propria passione, ciò per cui si prova amore profondo e cercare in tutti i modi di farlo diventare la propria professione. Mi rendo conto che è molto difficile e chissà, forse anche io tra un anno o due mi renderò conto che con la musica non si campa e tornerò a fare un lavoro normale. Però ognuno di noi ha una passione e sarebbe bello se tutti avessero la possibilità di provare a farlo diventare un lavoro.

Abbiamo saputo che vorresti far conoscere la tua musica anche ad anziani e bambini. Una decisione decisamente in controtendenza con il mondo musicale di oggi. Dicci di più.
Sì, l’ho detto perchè mi sono accorto che il disco è trasversale. Ho ricevuto lusingati apprezzamenti da persone di ogni età. Ai miei concerti, quando suono nella mia zona, ci sono davvero bambini e ragazzi che mi vengono a sentire sempre, così come anche persone di una certa età. Quindi perchè porsi dei limiti? E poi, anche in questo caso, non voglio fare ragionamenti di mercato. Ciò che scrivo lo scrivo fondamentalmente per me, se poi piace a persone diverse tanto meglio.

Ma allora..perdonami…facciamo un ritratto medio del fan di Loris Dalì: si va dalla vecchietta che prende una boccata d’aria, al giovane sbronzo, passando per l’intellettuale sui 40?
Ti faccio alcuni esempi. C’è la figlia di un mio ex cliente che da un mese appena entra in macchina vuole ascoltare “Il Principe di Piazza Castello”. I genitori mi hanno detto che in un viaggio da Torino in Francia non sono riusciti a farla desistere ed hanno ascoltato la canzone per tipo 3 ore. Questa bambina ha 4 anni. Poi c’è una signora di 75 anni che ad ogni mio concerto in zona è seduta in prima fila e non si alza dal sound check fino alla fine del concerto. Poi ovviamente c’è il pubblico dei ragazzi, dei loro genitori e dei miei coetanei che apprezzano altri aspetti della mia musica. Però davvero non credo sia possibile fare un ritratto del fan medio di LorisDalì. Mi piace l’idea di parlare a tutti, indistintamente.

Se Dovessi Morire Adesso“? Non toccarti, ti va di parlarci di questo tuo brano?

Mi è venuto in mente un giorno mentre ero in macchina. Devi sapere che registro nelle memo vocali del mio telefono centinaia di melodie che mi vengono in mente all’improvviso, mentre nelle note del cellulare ho centinaia di idee e testi. Quel giorno ho pensato: “Ma se ora mi schiantassi, cosa ne sarebbe di tutto questo materiale? I miei compagni di band potrebbero fare un album postumo triplo di materiale inedito. Riuscirebbero a ricomporre il puzzle delle mie idee disordinate?”. Allora ho iniziato a pensare alla mia morte ed alle reazioni delle persone che mi sono vicine e da questo spunto è venuto fuori questa canzone

Mi ha colpito la tua dichiarazione: “Voglio conquistare tutte le osterie d’Italia!” Pura voglia di emozioni vere o della serie: e chi se ne frega dei music club?
Guarda, l’ho detto appunto perchè nell’ottica di avere un pubblico trasversale, non vedo perchè disdegnare davvero le osterie, cosi come i circoli e tutte quelle realtà che in Italia rappresentano ancora un ambiente di vera e sana umanità così come era decenni fa. Con questo ben vengano i music club, i locali, i festival e qualunque occasione buona per far ascoltare la mia musica. Si potrebbe pensare che, per esempio, esibirsi in un locale dove ci sono solo 30 persone magari di una certa età non si addica a chi fa questo genere di musica. Invece a dire la verità credo sia molto più difficile catturare l’attenzione e l’apprezzamento di poca gente piuttosto che di folle oceaniche. Ho fatto dei concerti davvero davanti a 5 persone, ma se poi quelle 5 persone si sono divertite, mi vengono a parlare ed a farmi i complimenti a fine concerto io ho raggiunto il mio obiettivo. Ci sono band che disdegnano alcuni locali o alcune situazioni. Ognuno è libero di fare la sua scelta. Io sono quello che ogni volta che si va a cena al ristorante tra amici, arrivo al caffè che sto già suonando da un ora e vado avanti per ore. Mi piace suonare e cantare e lo faccio.

Scherzi a parte, nelle osterie come nelle canzoni, c’e’ tanta vita vera, fatti concreti; potremmo definirti “un sognatore che riflette”?
“Un sognatore che riflette” è una definizione che mi piace, grazie. Sono indubbiamente un sognatore perchè altrimenti nella mia situazione ed alla mia età forse sarei andato in un agenzia di lavoro interinale piuttosto che alla ricerca di una produzione per il mio disco. Riflessivo anche, perchè non mi posso permettere di sbagliare, quindi pianifico il progetto e lo seguo con molta attenzione e concretezza. A dire la verità credo di essere fortunato ad essere a questo punto a 40 anni. Innanzitutto a 20 anni non sarei stato in grado di scrivere queste canzoni perchè, come dicevi tu, sono davvero vita vera messa in musica. Poi a 20 anni si è tutt’altro che maturi ed avrei rischiato di bruciarmi molto in fretta.

Credo che per scrivere un disco come “Scimpanzé” si debba essere dotati di una qualità sempre più rara, quella di saper ascoltare. Si tende a sentire il nostro interlocutore, ma ascoltare è qualcosa di diverso. Per ascoltare occorre essere liberi da pregiudizi, quindi è molto difficile. In effetti per creare questo disco abbiamo ascoltato molto. Consigli, critiche, idee ecc. Come ti dicevo, abbiamo avuto la fortuna di avere intorno un sacco di amici che, oltre a dare il loro contributo musicale, ci hanno appunto dato diversi suggerimenti. Alcune idee sono state risolutive ed hanno cambiato l’essenza del brano. Questo accade anche perchè a forza di ascoltare centinaia di volte una canzone si perde un po’ di oggettività. Invece da un ascolto esterno ed oggettivo può scaturire un’idea a cui noi non saremmo mai arrivati.

Ma solitamente a casa e nel tempo libero cosa ascolti maggiormente?
Dipende da ciò che devo fare. Per esempio non riesco ad ascoltare nulla di italiano mentre scrivo anche solo una mail, perchè non riesco a non ascoltare le parole ed il testo e quindi mi confondo. Per ascoltare musica italiana devo essere libero di farlo con tranquillità. Comunque se metto su un disco a casa direi che il più delle volte finisco per scegliere Beatles, Radiohead, De Andrè, Niccolo Fabi, Jeff Buckley, Brunori e… la lista sarebbe davvero troppo lunga.

Quindi ti senti più affine al vecchio filone dei cantautori italiani o più in linea con le ultime leve (vedi Mannarino e Brunori)? Anche nel caso dei cantautori credo che il presente non sia ne migliore ne peggiore del passato. Abbiamo avuto i grandissimi Battisti, De Andrè, Dalla o Gaber, solo per citarne alcuni. Oggi abbiamo Brunori, Mannarino, Silvestri, Fabi ed altri che, a mio avviso, potranno essere considerati altrettanto grandi nei prossimi anni. Forse è cambiato l’approccio della mercato musicale. Chissà se oggi un Lucio Dalla sarebbe riuscito a venire fuori brillantemente come nel suo periodo. E De Andrè, sarebbe riuscito ad arrivare ad un talent show o a vincerlo? Beh, in questo caso direi che la risposta è che De Andrè non avrebbe nemmeno accettato di andare ai provini di un talent show.

Strano. Solitamente mi trovo ad intervistare ragazzi arrabbiati che non sanno precisamente in che mese siamo; oggi di fronte a me c’e’ un quasi quarantenne solare e padre di famiglia. Come convivi ogni giorno con questa duplice dimensione artista/papà?
I miei figli sono cresciuti a Beatles e Pink Floyd. Suonano e cantano ed entrambi hanno partecipato alla registrazione del disco. Mia figlia Morgana ha cantano nel coro di “Manager”, mio figlio Jacopo ha suonato il flauto in “C’era Una Volta” ed entrambi hanno cantato nell’ultimo brano del disco “Scimpanzè”. Loro sono i miei primi fans. Credono nel mio progetto. Ogni tanto trovo per casa o nelle tasche dei bigliettini di mia figlia con scritto:”W Scimpanzè”, “Credo in te” e cose del genere. Quindi ho i miei motivatori personali per andare avanti con tutte le mie forze in questo nuovo progetto.

Parliamo a questo punto del brano “Vita coniugale” ( Mi sembra il momento giusto !)
Vita coniugale” è un altro pezzo autobiografico, purtroppo direi. A parte gli scherzi, è inevitabile che un rapporto di coppia cambi nel corso del tempo. Convivo con la mia compagna Manuela da circa 15 anni. Non è possibile mantenere i ritmi e l’intensità iniziale di un rapporto per sempre. E’ inevitabile che ci siano dei momenti e delle sere in cui il rapporto di coppia è stare sul divano a guardare un film. Altrettanto inevitabile che le aspirazioni sessuali di uno dei due a volte debbano cozzare con il sonno dell’altro, ed ho voluto scriverci una canzone. Nei live mi accorgo che il pubblico dai 40 anni in su annuisce ad ogni strofa, quindi credo che questo accada un pò a tutti dopo un certo lasso di tempo.

Che idea ti sei fatto della scena indipendente nazionale sviluppatasi negli ultimi anni? C’è qualche artista che apprezzi in particolare?
Credo che la musica italiana sia rappresentata per eccellenza proprio dagli artisti indipendenti o di nicchia, come si suol dire. Purtroppo per molti la musica italiana sono i Modà, Laura Pausini, Vasco Rossi o Ligabue. Certo, Vasco e Ligabue hanno un passato
straordinario ma da decenni non dicono molto di nuovo. Invece se penso ad artisti come Brunori, Mannarino, Verdena, Tre Allegri Ragazzi Morti, Afterhours, Fabi, Silvestri, Gazzè e tanti altri direi che sono proprio queste realtà che dovrebbero essere l’eccellenza della nostra musica. Oppure è forse nell’essere indipendenti che si trova la giusta realtà per esprimersi in una maniera diversa e meno adattata alle logiche del mercato.

Cosa consiglieresti alle band emergenti italiane che vogliono proporre musica inedita?

Non so se sono la persona giusta per dare consigli. Se però dovessi proprio darne uno, direi che l’unica cosa da perseguire è la sincerità. Non credo porti riscontro scrivere qualcosa di finto. Se non si riesce a parlare di cose vere e personali, magari si potrebbe cercare di parlare di argomenti esterni, ma sempre e soltanto con grande sincerità. Credo che questo si senta molto dall’esterno, da chi ascolta.

Dove possiamo rimanere aggiornati sulle novità di Loris Dalì sul web?

Potete digitare lorisdali su Twitter, My Space, YouTube. ReverbNation. Però la pagina più aggiornata direi che è quella di Facebook. Lì trovate sicuramente tutte le news, i concerti, i video, le immagini e ogni cosa che abbia a che fare con LorisDalì e con “Scimpanzè”.

https://soundcloud.com/i-dal/sets/scimpanz

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