Quest’estate abbiamo partecipato al Warped Tour e in quell’occasione abbiamo conosciuto tantissime band davvero interessanti. Una di queste si chiama Dollyrots. Si tratta di una coppia che è passata da party rock’n’roll a girare in tour con i loro figli. Hanno pubblicato diversi album da indipendenti e l’ultimo lavoro, “Daydream explosion”, è uscito il 12 luglio 2019. Andiamo a scoprire qualcosa di più sulla band.
E’ piacere intervistarvi. Iniziamo dalla prima domanda: qual è il significato del titolo del vostro nuovo album? E perché l’avete scelto?
Avevamo milioni di idee che ci ronzavano in testa, ma quando hai due bambini piccoli hai davvero poco tempo da dedicare alla scrittura. Non avevamo tempo di rileggere, rieditare e ricreare da capo, così abbiamo lasciato che fluisse tutto in modo naturale. Abbiamo pensato “cos’è che in questo momento sogniamo e sentiamo di più?” e abbiamo lasciato che tutto venisse fuori da solo.
Avete pubblicato i vostri ultimi album da indipendenti con un approccio Do It Yourself. Alla luce della vostra esperienza pensate che questa scelta vi abbia dato più opportunità di visibilità o meno?
Dipende da cosa si intende per “opportunità”. In passato, forse non tutti si ricordano, abbiamo lavorato con una grossa etichetta discografica. Questo approccio però non ci piaceva. L’etichetta metteva bocca su tutto e ci costringeva a cambiare titoli, testi e anche il nostro look. Non era un compromesso a cui volevamo cedere. Abbiamo scelto di produrre la nostra musica in modo indipendente per renderla più vera. Siamo liberi di scrivere e creare la musica come ci pare. La libertà è una grande opportunità. Ci piacerebbe avere più budget, ma vogliamo comunque continuare su questa strada fin quando il pubblico vorrà ascoltarci.
Qual è pensate sia la canzone più significativa del vostro album?
Siamo indecisi tra “In Your Face” e “Everything”, dovremmo lanciare la monetina per scegliere. La prima parla della perdita di insicurezza e il ritrovamento della forza in se stessi, mentre la seconda è un omaggio alla nostra vita come genitori e musicisti.
Come riuscite a far funzionare la vita da genitori e l’andare in tour?
E’ un come essere dei giocolieri. In certi momenti è proprio come lo si immagina: pesante e stancante. Uno di noi va a registrare la demo, mentre l’altro porta i ragazzi al parco, o fa la cena. Alla fine però ne vale davvero la pena. Facciamo il lavoro dei nostri sogni e siamo felicissimi di avere dei bambini. I nostri figli capiscono e sono anche contenti che non abbiamo un cartellino da timbrare e quindi possiamo stare con loro più tempo. Penso che viaggiare con noi permetta i nostri figli di crescere in modo diverso e avere una mente più aperta.
Quale delle vostre canzoni consigliereste a chi ancora non vi conosce per farlo innamorare di voi?
Al momento concludiamo il nostro concerto con “Because I’m Awesome”. E’ nata come una canzone sarcastica sull’essere “fantastici”, ma con gli anni è cresciuta ed è diventata una canzone di auto-potenziamento. Dà ai nostri fan qualcosa da cantare forte. Quindi la definirei la nostra “biggest track”.
Siete emozionati di essere al 25esimo anniversario del Warped Tour? Cosa vi mancherà di più del festival?
Sicuramente ci mancherà il forte senso di comunità che l’andare in tour tutti insieme creava. E’ una cosa che da noi e altre band della scena è molto apprezzata. Grazie al Warped riusciamo ad entrare in contatto con tanti dei nostri amici sparsi per il paese. Ci mancherà molto tutto, anche le piccole cose come incontrare i fan alla tenda del merch. E’ molto triste che sia finito, ma le relazioni che si sono create nel tempo quelle dureranno ancora a lungo.
Ultima domanda: se doveste descrivere la vostra band con un drink, quale sceglieresti e perché?
Sicuramente un Old Fashioned. Perché è forte, amaro, dolce e ti stende ogni volta.
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