Opera: “Quando si parla di musica sono una persona curiosissima”

Il 17 settembre è uscito “Gazza di Monet”, il quinto singolo di Opera. Dopo la pubblicazione di quattro singoli, l’artista è pronto per restituire al mondo tutto ciò che il mondo ha saputo dargli: Bellezza, Consapevolezza, Resistenza.

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Opera intervista

Opera, qui è Brainstorming Mag e siamo molto felici di averti con noi. Dalla tua biografia, sembri essere un vero e proprio ramingo, uno che fermo non c’è mai stato. Il “melpot” biografico racconta in qualche modo anche la “contaminazione” di linguaggi e stile che sembri ricercare nella tua musica? Dal pop all’hip hop, passando per l’urban e la canzone d’autore, come sembra di notare ascoltando le tue canzoni.

Ciao! Quando si parla di musica sono una persona curiosissima. Non mi piace rinchiudermi nella mia zona di comfort. Devo uscire da li. E molte volte questo richiede sforzo. Ciò che non mi manca è la testardaggine di provare finché non riesco a vedere nuovi paesaggi.

Parliamo di te. Regalaci l’immagine più vivida che hai della tua infanzia musicale, e cerca di immaginare quale sarà la prossima foto che vorresti scattare, nel tuo immediato futuro.

Vorrei raccontare un episodio precedente ai miei inizi come scrittore. Una delle canzoni che ancora mi fa venire i brividi è “Cu’mme” di Roberto Murolo e Mia Martini. Non sono un figlio d’arte ma ricordo che mia madre la metteva in macchina quando andavamo a trovare i miei nonni a Napoli. Un brano di una potenza incredibile. Forse mi sbaglio ma credo che sentendo certe frequenze, certe melodie malinconiche mi venisse da piangere senza nemmeno capire il senso del testo. Sicuramente non è l’immagine più vivida che ho, ma è una di quelle più preziose, che stringo con gelosia.

“Gazza di Monet” è il tuo quinto singolo, ad anticipare l’uscita di un disco che stai aspettando dal 2020. Com’è stato esordire in totale pandemia, e in che modo il Covid ha inciso sulla scrittura di “L’arte prima”, il tuo primo disco in uscita il primo ottobre?

La pandemia ha sicuramente riunito le persone sul web. Non si poteva uscire, quindi tutti stavano su internet, me compreso. Quando il primo singolo è uscito iniziavano ad allentarsi alcune norme del primo lockdown, quindi alcune persone le vedevo, sia al lavoro che in paese. Il contatto con la gente è stato un termometro per misurare la prima uscita, che è piaciuta molto. Durante il lockdown ho cercato di perdere meno tempo possibile nella noia e nelle cose inutili e mi sono buttato sulla scrittura, trovando nuove ispirazioni senza mai riferirmi al virus direttamente. Ho provato a cercare un po’ più in la del mio recinto, ad evolvermi. D’altra parte il tempo a disposizione era smisurato rispetto alla vita che conducevo prima.

“Monet”, per quanto appena citata nel brano, sembra essere qui alfiere di una rivoluzione “concettuale” che racconti nel manifesto in pubblicazione (con un videoclip “speciale” di “Gazza di Monet”) il 23 settembre. Perché oggi era necessario scrivere un manifesto simile, e come sei arrivato a prendere una simile decisione?

L’idea del manifesto è stata sviluppata con la consapevolezza che insieme al disco doveva arrivare un messaggio. Qualcosa di forte però, altrimenti è meglio non dire nulla. Tutti noi di Strongvilla, l’etichetta di cui faccio parte, veniamo circa dalla stessa scuola di pensiero e questo argomento metteva tutti d’accordo. Al giorno d’oggi c’era bisogno di racchiudere in un discorso centralizzato la problematica dell’irrilevanza dell’arte. Da un po’ di tempo ci sembrava che dopo l’uscita di un disco nuovo ad esempio, l’attenzione venisse catturata dall’immagine dell’artista e che l’opera venisse nascosta dalla sua ombra. Noi abbiamo preso posizione e detto la nostra in merito. L’idea è venuta a Virgo ispirandosi al titolo del disco.

Nel video, tra l’altro, si nota che la “realizzazione” del manifesto sono state coinvolte diverse maestranze. Avrà anche uno sbocco “live”, tutta questa idea forte di comunicazione?

Assolutamente si! Francesco Testi è l’artigiano che ha realizzato la stampa a mano del manifesto dell’Arte Prima. Abbiamo ripreso tutto il processo di stampa e creato il docu-video con la regia di Edoardo Setti che uscirà il 23 settembre. Il risultato del lavoro di Francesco sarà presente come scenografia durante i live, e verrá esposto insieme al disco in contesti fuori dal circuito musicale, come gallerie d’arte, librerie, stazioni. Il disco verrà stampato in copia unica, ed esposto appunto insieme al manifesto. Vogliamo diffondere un messaggio e renderlo disponibile a quante più persone possibile.

Il primo concerto che hai visto al termine del “lockdown” e il prossimo che hai intenzione di ascoltare?

Il primo che ho visto è stato quello di Dardust al Vittoriale di D’Annunzio. Il prossimo sarà la serata al teatro Bibiena di Mantova in cui suonerà Steve Coleman con il quintetto.
Grazie mille! È stato un piacere.

Ultima domanda di rito: un cocktail a cui assoceresti il tuo ultimo singolo?

Azzardo. “Gazza di Monet” starebbe bene con un buon Old Fashioned

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