Luframilia: “Come un Long Island mescolo bene tè e alcol!”

E’ uscito da poco “Frammenti di Luce”, il nuovo singolo di Luframilia. Il brano ha dato anche il nome all’album pubblicato un anno fa dall’artista e per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui.

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Luframilia

Ciao Luframilia, è uscito da poco il video di Migliaia di frammenti. Come mai hai scelto di pubblicare proprio questo brano come singolo?

Migliaia di Frammenti di Luce è la title track del mio primo album, e l’ho sempre sentita un po’ come quelle cose che anche se sono piccole (è la canzone più breve di tutto il disco), riescono a darti a sorpresa una grande forza, un sostegno interiore più terapeutico e profondo. Dunque volevo rendere tributo a questa canzone piccola ma dal grande cuore, sviluppando qualcosa in più, e ho pensato che girarne un video sarebbe potuta essere un’idea molto interessante. 

Come è nata l’idea del video?

Il soggetto principale e la regia sono opera di chi si è anche occupato delle riprese: Tommaso Daffinà, Filippo Toscano e Martina Casetti, amici e professionisti molto bravi. Con loro all’inizio avevo solo condiviso delle sensazioni e atmosfere, ma l’idea di fare un video con la tecnica della body projection è venuta a loro, e l’ho trovata “alternativa” e molto figa sin dal primo momento. Poi per l’interpretazione dei protagonisti abbiamo coinvolto due bravissimi performer: Demetrio De Stefano, e dal Revolution Ballet Studio ASD Martina Fortugno. Alla fine è uscito un risultato di cui vado molto fiero, anche perché il mio obiettivo era proprio quello di creare un qualcosa in più, che mostrasse altre sfumature, che non inciampasse nell’essere banalmente didascalico e per forza strettamente legato a rappresentare in immagini ogni singola parola della canzone, ma avesse la possibilità di esplicarsi in una trama “laterale”, che approfondisse il pezzo, catturando la vista e le orecchie, e soprattutto smuovendo le emozioni del fruitore. 

Il singolo fa parte di un album uscito l’anno scorso, come è nato questo disco?

Raggruppando una manciata di canzoni che ho scritto negli ultimi dieci anni della mia vita. L’idea di creare questo mio progetto musicale più “personale” è nata prima di tutto proprio a servizio e necessità del progetto di registrare un album.

Alla fine dopo anni di rimuginamenti emozionali vari, ho deciso che era giunto il momento di farlo davvero. Ho condiviso con Alessio LeX Mauro le bozze delle tracce che avevo, e abbiamo iniziato un percorso di produzione.

Ci ho messo dentro ciò che mi piace di più, dalle influenze punk revival, a risvolti più intimi e acustici, il tutto legato da un mix sonoro che rende davvero tributo al sound americano del rock dei primi anni duemila, ma con un cantato in italiano. Per quanto riguarda il suo contenuto lirico invece, non volevo creare un vero e proprio “concept album”, ma c’è comunque un filo conduttore che lega tutte le tracce, che si snoda tra sfumature di sentimenti archetipali tra rabbia, paura, speranza e amore, e alla fine del viaggio la verità non può che stare nel mezzo di un dualismo interiore e antico come quello del buio e della luce.

Il disco è ormai uscito un anno fa, sotto l’etichetta indipendente torinese The Boring Label, ma dopo un periodo così distopico e pazzo come quello che abbiamo vissuto, per me continua a suonare molto attuale. 

E più nello specifico, come è nata Migliaia di frammenti?

Ricordo che ero nella mia stanza durante una nottata primaverile di qualche anno fa, e strimpellando con la chitarra mi è uscito a caso il giro di accordi che poi ha formato il brano, e mi ha subito ispirato. Da un po’ di tempo mi era venuta in mente questa frase, “migliaia di frammenti di luce”, che volevo già usare per dare il titolo a qualcosa, e pensavo che sarebbe potuto essere il probabile titolo del mio album, e dunque ho cercato di dispiegare questa sensazione che avevo dentro; le parole sono affiorate quasi in maniera misteriosa e scorrevano, e in meno di un’oretta avevo già finito di scrivere tutto.

Sin da subito notai che era un pezzo molto breve, e per un attimo ebbi la voglia di ampliarlo, aggiungendo altre parti, ma poi capii che la canzone era “perfetta” già così, con quella struttura, e sarebbe stato inutile forzarla aggiungendo altro che avrebbe tolto naturalezza. Presi il cellulare, e nelle memo vocali, sussurrandola pianissimo perché saranno state le 4 del mattino, la registrai. Conservo questa primissima bozza audio salvata, per ricordare quel momento, ma non credo avrò mai il coraggio di farla ascoltare a qualcuno! 

Quali sono tre canzoni che hanno influenzato la tua vita?

Domanda super bella, ma super difficile.

Boulevard of Broken Dreams dei Green Day perché è stata la canzone che mi ha riavvicinato alla dimensione musicale nell’adolescenza. Mi ha fatto capire come si possono fare dei ritornelli così belli non avendo paura di non sembrare “punk”.

All the Small Things dei Blink-182. Cito questa un po’ a rappresentanza di tutto il pop punk, quello con la P (di punk) maiuscola. È un manifesto, ha dentro uno stile cult, che racchiude dentro tutto. Per un’adolescente dei primi anni 2000 era irresistibile. Una parte del mio cuore è ferma ancora lì, lo ammetto. 

Le ragazze stanno bene de Le Luci Della Centrale Elettrica. Questo è un pezzo “fuori dal coro” del mio mondo musicale “safe” per così dire.

L’indie italiano non mi aveva mai particolarmente attratto, ma questo pezzo in un periodo della mia vita mi ha totalmente catturato. Per certi versi cambiato, aperto a nuove atmosfere, in cui mi ci sono semplicemente ritrovato, sentito vicino, e mi ha fornito nuovi spunti di ispirazione da cui mi trovo poi ad attingere.

Se dovessi descriverti con un cocktail o una bevanda, quale sarebbe? Perché?

Questa domanda in realtà è più difficile della precedente! Direi Long Island, perché innanzitutto il tè freddo è la mia bevanda generica preferita, ma nella mia musica ci sono sicuramente le chitarre elettriche e power chord, che rappresentano una parte alcolica e imprevedibile. Il tutto ben amalgamato da sembrare una cosa sola, ben compatta, come questo grande classico dei cocktail per l’appunto. 

Leggi anche –> Organizzare concerti, come si scelgono headliner e band d’apertura

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