Nebbia: “L’unica cosa che conta per un musicista è il palco”

Fuori dal 16 dicembre “Altrove”, il disco di debutto di Nebbia, il progetto solista di Matteo Bonavitacola. “Altrove” è un disco che racconta tutto quello che in qualche modo è altro da sé: le persone, gli amori, i posti da cui si passa. Un insieme di pezzi di vita condensati in un contenitore fatto di synth, atmosfere anni ‘80 e neon tra i capannoni. Un disco dedicato a tutti gli ultimi romantici.

Lo abbiamo intervistato per voi e se volete saperlo no, Matteo non porterebbe una ragazza all’all you can eat al primo appuntamento.

nebbia altrove intervista

Nebbia intervista

Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E come mai?

La voce del padrone / Battiato: unire musica pop e contenuto alto non è mai facile, e questo è un capolavoro di sperimentazione e melodia
Siberia / Diaframma: essere avanti, essere cupi, essere italianissimi con una forma super internazionale: che cosa vuoi chiedere di più a un disco?
Grace / Jeff Buckley: la musica come espressione di un mondo interiore troppo vasto, quasi spaventoso ma affascinantissimo

Nella tua quotidianità, che cosa significa fare musica per te? Questa “fuga” dalla realtà, può essere uno dei temi del tuo disco di debutto “Altrove”?

No assolutamente, per me la musica non è mai fuga dalla realtà né “Altrove” vuol significare quello. Al contrario, è un’apertura all’Altro in ogni sua forma, per vivere al meglio la propria, di realtà.

“Texas Ravioli”, il tuo singolo di debutto e prima traccia che abbiamo potuto ascoltare di questo disco. Parla di qualcuno che è stato ghostato al primo appuntamento. È una storia autobiografica?

Ogni storia è autobiografica! Ma al primo appuntamento io non sarei mai andato all’all you can eat, ovviamente.

Ora che “Altrove” è uscito. Quali sono i tuoi piani?

Suonare molto dal vivo, avere feedback reali e contatti con le persone. L’unica cosa che conta per un musicista è il palco.

Se fossi un drink quale saresti? E perché?

Un Milano-Torino, anni 80 e diverso dal solito. Bello forte, non troppo lungo da bere. Ti fa venire voglia di berne un po’ di fila.

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