DORIAH: “Sono piacevole ed esotico finché non ne abusi”

Canzoni Secsi”, album di debutto di Doriah, autore e produttore siciliano trapiantato a Bologna. Sospese tra cantautorato classico e (post)post-moderno. Le sue canzoni, spesso dissacranti e surreali, sanno anche essere insospettabilmente romantiche e, a loro modo, indubbiamente “pop”.

Doriah

Come è cambiata la tua musica dai tempi di El Señor Pablo?

Quello è un progetto di passaggio, in cui non sapevo ancora se volevo una band o volevo essere un cantautore, credo che nel frattempo io sia maturato molto e ho messo più a fuoco quello che voglio fare. Voglio fare il pop d’autore e cercare di essere un testimone del mio tempo.

Nel 2015 hai pubblicato un album interamente in siciliano. Pensi mai di cimentarti nuovamente in qualche brano nel tuo dialetto?

Nell’album appena uscito c’è la traduzione in siciliano di Annarella dei CCCP, mi piace molto scrivere in siciliano, è la mia lingua madre e credo che mi aiuti molto ad esprimere le mie istanze più autentiche e meno filtrate. Non escludo dunque che possa ripetermi in futuro.

Quali sono le caratteristiche principali del tuo nuovo album “Canzoni Secsi”?

È un album che parla di crisi, un album che per via di tante vicissitudini testimonia un momento della mia vita di grande cambiamento, mi sono trasferito dalla Sicilia a Bologna e ho iniziato a lavorare stabilmente in psichiatria (sono uno psicologo), nel mezzo c’è stato il covid.

Ho attraversato ansie, paure, incertezze e questo album ne è testimone. Sono questioni della vita che affrontano un po’ tutti, soprattutto la mia generazione, e forse anche le generazioni a venire, per questo credo che ascoltare questo album possa essere se non rassicurante quantomeno liberatorio. Tutti abbiamo paura, tutti viviamo nell’incertezza, ce lo possiamo dire tranquillamente. Ho fatto un atto di coraggio e ho buttato il cuore oltre l’ostacolo per cacciare fuori queste dieci canzoni e vorrei che questo sforzo possa essere d’aiuto anche agli altri.

Quali sono tre dischi che sono stati fondamentali per la tua formazione musicale e perchè?

“La voce del padrone di Battiato” semplicemente perché è un album perfetto, è l’utopia verso cui tendere. “Everyday Robots” di Damon Albarn perché è un album bellissimo e commovente, ti dà la forza di attraversare i momenti peggiori e ti legittima ad ascoltarti, ad ascoltare la tua voce interiore, ad accettare che si possa essere vulnerabili.

“Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” perché è un disco folle, ambizioso, con un livello di creatività ineguagliabile e se penso che sia stato fatto dalla band più famosa del suo tempo mi scoppia la testa. Ho sempre quell’idea strana per cui penso che i Beatles siano stati un esperimento scientifico per vedere dove poteva arrivare con la creatività un gruppo di essere umani dotati di grande talento, mezzi tecnici ed economici inesauribili e totale libertà espressiva. Ecco, credo che i Beatles abbiano dimostrato che si possa fare un salto evolutivo ma credo anche che siano stati gli unici esseri umani a farlo, ad essere un qualcosa di più dell’homo sapiens sapiens.

Ultima domanda: se fossi un drink, quale saresti e perchè?

Sarei sicuramente un daiquiri, sono piacevole ed esotico finché non ne abusi, dopodiché rischi che ti si spacca il cervello.

Leggi anche –> NOFX: ANNUNCIATI GLI ALBUM CHE VERRANNO SUONATI IN ITALIA

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
0.00 avg. rating (0% score) - 0 votes