Galapaghost: “Mi ha insegnato come essere un vero artista”

Fuori il nuovo singolo del progetto Galapaghost, l’alter ego musicale del musicista e songwriter di Woodstock Casey Chandler. Un progetto stratificato e complesso che, tra le altre cose, ha composto le musiche per “Il Ragazzo Invisibile” di Gabriele Salvatores e contribuito alla promozione della serie Netflix “Tredici”.  Il nuovo brano, dal titolo “Trapeze” è stato scritto quasi tre anni fa, quando Casey viveva ancora in Colorado. Una di quelle canzoni registrate mille volte, lasciata in sospeso e ripresa dopo l’acquisto di una chitarra nuova, una Godin stupenda. 

Noi abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con Casey che per amore ha imparato l’italiano. Ecco com’è andata.

GALAPAGHOST

Galapaghost

Quali sono tre dischi che a tuo parere sono stati fondamentali per la tua formazione musicale, e per quale motivo?

I tre dischi che sceglierei sarebbero senza dubbio “The Creek Drank The Cradle” di Iron & Wine, “The Courage Of Others” dei Midlake e “Queen Of Denmark” di John Grant. Questi fanno decisamente parte dei dischi che porterei con me se fossi su un’isola deserta. Li ho ascoltati e presi come riferimento più di tutti quando ho iniziato il mio progetto come Galapaghost. Li ascolto ancora oggi in continuazione perché per me hanno tutti una qualità che trascende il tempo.

Ormai il tuo percorso musicale si può considerare abbastanza lungo. Qual è stato il momento peggiore in cui hai pensato di mollare tutto?

Haha, ho pensato TANTE VOLTE di smettere e credimi, ho davvero provato a farlo. La musica però è qualcosa di straordinario, anche nei momenti in cui diventa quasi impossibile sopravvivere contando solo su di essa. È ormai parte della mia anima, come mia moglie e mio figlio, e non riuscirei ad immaginare una vita senza musica. Il momento peggiore per me è stato probabilmente quando ho speso un quarto dei soldi nel nostro conto in banca, circa 10.000 dollari, per andare in Italia a registrare, mixare e poi pubblicare e promuovere il mio album ‘Pulse’ tra il 2017 e il 2018, senza tuttavia raggiungere il successo sperato. In quel periodo ho seriamente pensato di abbandonare la musica, visto quanto avevo investito, ma, come è mia abitudine, sono ritornato a comporre musica qualche mese più tardi (dopo essermi concesso un bel po’ di tempo per piangere e autocommiserarmi).

Ti ricordi quando ti sei avvicinato alla musica per la prima volta? E quando hai capito che avrebbe fatto sempre fatto parte della tua vita?

Non ricordo esattamente il momento in cui mi sono avvicinato alla musica, ma i miei genitori, in particolare mio padre, ascoltavano spesso musica in casa durante la mia infanzia. Inoltre, avevo una grande ammirazione per mio fratello maggiore Jesse, un pianista straordinario. Lui, più grande di me di circa nove anni, suonava sempre il pianoforte in casa e io mi divertivo a ballare al suono della sua musica. Mi ha introdotto a un’infinità di musica meravigliosa quando ero bambino e continua a farlo anche ora. Cominciai a comporre e registrare le mie canzoni al sassofono all’incirca a 10 anni, utilizzando il vecchio programma Winamp. Ricordo che rimasi affascinato dalla possibilità di registrare la mia musica. All’incirca nello stesso periodo, sviluppai una vera e propria ossessione per il mio registratore a micro cassette, con cui registravo continuamente conversazioni casuali e varie. È sorprendente pensare che, a distanza di 25 anni, lo utilizzi ancora per registrare le mie canzoni.

Come riassumeresti il tuo percorso con John Grant? Sei ancora in contatto con i tuoi compagni di quel periodo?

È stato incredibile. Il valore dell’esperienza acquisita in tour con John è impagabile. Prima di allora, non avevo mai avuto una reale esperienza di tour, e lui mi ha offerto un’opportunità irripetibile nella vita. Ha lavorato così duramente e sacrificato così tanto. La cosa principale che mi ha insegnato, però, è stata come essere un vero artista. Mi ha insegnato il fatto che è bello poter essere vulnerabili e sensibili. Di esserne orgogliosi. Che nella purità dell’emozione umana risiede una forza immensa. Non si deve “addolcire la pillola”. La vita è disordinata. E oh, John è così divertente. Abbiamo condiviso così tanti ricordi insieme ed è stato così stimolante vederlo diventare famoso grazie al suo duro lavoro e al merito che gli spettava. Non vedo John dal 2011, ma sono convinto che, se ci rivedessimo, ci scambieremmo un caloroso abbraccio e condivideremmo una buona risata. Non ho più visto nessuno di loro dal 2010, ma ci penso spesso e spero che stiano tutti bene.

Ultima domanda: se fossi un drink quale saresti, e perchè?

Hmmm… Acqua? Ho passato gli ultimi 15 minuti cercando di pensare a qualcosa di originale, ma non ci sono riuscito. Però adoro l’acqua e ne bevo tantissima.

 

Leggi anche –> Dirty Dancing e la colonna sonora che ci ha fatto sognare

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
0.00 avg. rating (0% score) - 0 votes