Mercvrio: “Identifica almeno tre cose diverse, la divinità, il pianeta e il metallo”

Fuori dal 8 dicembre 2023 “Nascosto”, il nuovo singolo di Mercvrio. Si può essere soli anche quando siamo circondati da tante persone? Si, e forse non c’è solitudine più grande, e tutti quegli sforzi che facciamo per sfuggire al baratro, per riempire i nostri vuoti, invece di accogliere le nostre debolezze, ci presentano il conto in quella notte di troppo. Quando pensavamo di essere al sicuro, di aver dimenticato il nostro dolore ecco che i nostri demoni tornano a tormentarci.

Lo abbiamo intervistato, e come sempre siamo partiti dai suoi tre dischi preferiti.

Mercvrio

Quali sono tre dischi che possono essere considerati tra i più formativi per il tuo percorso musicale? E per quale motivo?

Appetite for Destruction dei Guns n’ Roses, perché è stato il mio battesimo con la musica.

Adult Music di Immanuel Casto, perché quando uscì nel 2011 mi diede lo stimolo per cominciare a fare musica in italiano.

What Went Down dei FOALS, perché ci sono delle cose in questo album che in qualche modo oggi condizionano la direzione che ha preso il mio percorso musicale.

Quando e come mai hai scelto il nome di Mercvrio per il tuo progetto musicale? E come si pronuncia?

L’ho scelto in un momento in cui credevo particolarmente nei nomi, nell’estetica delle cose e optai per questo nome perché è un termine che identifica almeno tre cose diverse, la divinità, il pianeta e il metallo; perciò quando sentiamo nominare la parola mercurio fuori da ogni contesto possono venire in mente più significati, ed è ciò che vorrei accadesse con la mia musica: che ognuno desse il proprio significato a quello che scrivo e canto. Si pronuncia mercurio, la V al posto della U è solo per rimarcare i miei natali romani.

Hai voglia di raccontarci qualcosa in più sul tuo percorso musicale e di come ti sei avvicinato alla musica? Oggi la musica fa parte della routine?

Ho cominciato ad ascoltare musica in modo autonomo a 12/13 anni con i dischi dei guns n’ roses che mi masterizzarono i miei cugini dopo una vacanza estiva. Da lì è partita la mia deriva rock e metal che, per citare Dante, “come vedi ancor non m’abbandona”. L’esigenza di creare qualcosa di mio è stata praticamente immediata e negli anni ho fatto parte di diversi gruppi per poi decidere di iniziare un percorso solista totalmente in italiano. La musica è una parte importante della mia vita, esprimermi attraverso le canzoni mi aiuta a mantenere una certa stabilità mentale, quindi diciamo che è abbastanza fondamentale.

E come ti vivi la scena romana? È facile collaborare tra di voi?

La scena romana è sicuramente ricca di opportunità; al momento si prediligono serate in acustico che sebbene non mi facciano impazzire, però ti permettono di conoscere tante persone. Sicuramente è facile fare rete se hai voglia di uscire di casa.

E ultima domanda: se fossi un drink, quale saresti e perché?

Un chinotto, perché quando dici che vuoi un chinotto c’è sempre qualcuno che fa un’allusione sessuale.

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