Concerti in Giappone: quali sono le differenze con l’Italia

A marzo 2024 abbiamo avuto la fortuna di assistere a diversi concerti in Giappone. Siamo volate fino a là per l’ultimo tour dei Sum 41 e abbiamo assistito a tre eventi: Punkspring 2024 a Tokyo e due concerti in differenti città Yokohama e Hiroshima. Il Giappone è una terra affascinante e sono sempre stata curiosa di scoprire come sono i concerti là ed ora finalmente lo posso raccontare.

concerti in giappone

Concerti in Giappone: differenze con l’Italia

Spostamenti e orari

Altro che la Svizzera! Il Giappone è super puntuale in ogni cosa, soprattutto con i treni e a livello di spostamenti hanno dei servizi davvero al top. Quindi raggiungere il concerto, una volta atterrato in Giappone, è super facile. Anche quelle distanze che sembrano immense là le si percorrono in al massimo due ore. Inoltre i concerti iniziano molto presto. Apertura porte alle 18. Inizio band di apertura alle 19 e concerto vero e proprio alle 19:45. Praticamente alle 21:45 era già finito tutto e questo vuol dire che all’uscita ci sono diversi mezzi che possono riportarti al tuo hotel. Altro pro è la sicurezza del Giappone anche se sono le 2 di notte e sei una ragazza sola puoi stare tranquilla, puoi trovare qualche ubriaco ma a parte quello i crimini sono molto rari.

Al primo concerto che siamo state quando abbiamo visto l’ora di fine ci siamo chieste: ma ora che facciamo? Una cosa assurda per l’Italia concludere tutto così presto, ma vi dirò: non mi dispiaceva per niente.

concerti in giappone come funzionanoQuando arrivare ad un concerto in Giappone?

In Italia se vuoi stare in prima fila devi farti ore di coda, soprattutto per i grandi eventi. In Giappone non è così! Il sistema di vendita dei biglietti è un po’ diverso dal nostro. Ad ogni biglietto è associato un numero e l’entrata nella venue va in base a quel numero, per questo non c’è bisogno di fare file.

Prima dell’inizio, circa un’oretta prima, vengono posizionate fuori dalla location le transenne per le diverse file: da 1 a 100, da 101 a 202 ecc. E quando sono le 18 ci sono gli addetti che chiamano numero per numero ed entrano TUTTI in ordine! Ma non disperare perché anche se hai un numero “alto” per prima cosa i Giapponesi vanno a posare zaini, giubbetti e farsi una birra quindi tu puoi sgattaiolare un po’ avanti.

Ma i Giapponesi sono amanti delle file e di tutto quello che è Kawaii, quindi per il live non fanno la fila, ma la fanno per il merch! File di ore per acquistare in anticipo il merch. Praticamente tutte le venue ti davano la possibilità di metterti in fila acquistare il tuo merch e poi uscire di nuovo per aspettare l’effettiva apertura delle porte. Al Punkspring l’apertura porte del merch apriva alle 15 e alle 15:30 era già finito quasi tutto: un delirio!

Attesa e live

Altro dettaglio che mi ha colpito molto è il rispetto degli spazi altrui, una cosa comune in Giappone ma che non mi aspettavo fosse rispettata anche ai concerti. Praticamente durante l’attesa si posizionano tutti equi distanti gli uni dagli altri per evitare di toccarsi e nessuno ti ruba il posto o ti spinge. Un ordine da fare invidia… tutto cambia quando si spengono le luci e il live inizia. Lì i giapponesi lasciano da parte le regole e si buttano nel pogo. Hanno uno strano modo di fare crowd surfing, invece di stare immobili e lasciarsi trasportare scalciano all’impazzata costringendo quelli sotto a lasciarli andare, ma questo non ferma il divertimento. A concerto finito c’era molta gente senza una scarpa.

A Yokohama mi ha colpito anche la perfezione con cui tutti saltavano insieme, erano talmente coordinati che il pavimento si muoveva con loro, come un terremoto.

Fine live

La conclusione del live, se non fosse chiaro, è segnata da un signore che urla “il live è finito”. In Giappone non c’è l’abitudine di aspettare il proprio artista fuori dalla venue e c’è anche parecchia sicurezza. Inoltre i musicisti non hanno un tour bus perché anche loro si spostano con i mezzi, quindi incontrare l’artista al concerto è improbabile. I luoghi più facili dove beccarli sono le stazioni ferroviari e gli aeroporti.

 

Leggi anche –> Punkspring 2024, Tokyo – Recensione

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