Friday in Love 2025 #22 approda con le pagelle di tre nuovi singoli: ecco Ricordo di Exu Nathan, Gentlemanager di Retrophil e Le città termali di Filippo Poderini.
FRIDAY IN LOVE 2025 #22
Exu Nathan – Ricordo
Exu Nathan scava a mani nude nel proprio vissuto, e regala un brano che è prima di tutto uno sfogo, una confessione, una ferita aperta. Il singolo fonde hip hop malinconico con accenni dance che rendono l’ascolto scorrevole ma mai leggero. La voce si muove su beat morbidi e synth liquidi, mentre il testo arriva come un pugno nello stomaco: lucido, disarmante, autentico. Non si tratta solo di amore finito, ma di perdita, rinascita, identità.
Il videoclip, con la partecipazione della vera ex compagna, aggiunge un ulteriore livello di intensità, rendendo “Ricordo” una vera e propria esperienza emotiva. Exu Nathan non cerca la lacrima facile, ma punta al cuore, parlando a chi ha amato, sofferto, perso e ancora resiste. È il suono delle cicatrici che si fanno arte.
RIYL: il realismo lirico di Nayt, la vulnerabilità urbana di Ernia, le atmosfere intime di Coez.
Retrophil – Gentlemanager
Pop elettronico pungente, dove l’ironia incontra la riflessione sociale. Sotto la patina dance e il beat brillante, c’è tutta la satira di un mondo aziendale che confonde l’empatia con il CRM e l’amicizia con le fatture. “Di te posso prendermi cura a patto che si fattura” è la linea-manifesto di un brano che potrebbe tranquillamente essere la colonna sonora di una convention aziendale andata troppo oltre.
Retrophil gioca con i cliché manageriali come fa Il Milanese Imbruttito con gli afterwork, ma aggiunge una malinconia sottile: se tutto è business, che fine fanno i sentimenti? Il brano diverte, ma colpisce anche per la lucidità con cui tratteggia una società iper-performante e affettivamente disidratata. La produzione di Mauro Spenillo (già con Andrea Sannino) e Mad Man Factory veste tutto di suoni accattivanti, synth brillanti e groove danzabili.
RIYL: il sarcasmo pop di Lo Stato Sociale, l’elettronica brillante di Myss Keta, il cantautorato disilluso ma catchy di Dente.
Filippo Poderini – Le città termali
Una ballata nuda, che sembra aprirsi dai banchi di una chiesa antica e vuota, spoglia di ogni orpello. Chitarra e voce, mondi interi evocati con poche pennellate essenziali. È un brano che nasce dal margine – di un concerto mancato, di una città mai nominata, di un’atmosfera sospesa tra il rassicurante e l’inquietante. La scrittura è tagliente e lirica insieme, e l’incipit – “Le città termali e quella vaga vibe fascista” – apre la porta a immagini dense, quasi cinematografiche.
C’è qualcosa di Pasolini, ma con la voce gentile e sfiancata di chi ha già fatto pace col disincanto. E poi arriva Giacomo Di Carlo, con il suo timbro che si incastra perfettamente in questo crescendo che non esplode mai, ma vibra forte. “Le città termali” è un pezzo che respira, che cammina accanto a te in una notte strana, illuminata da lampioni gialli e silenzi carichi.
RIYL: Vasco Brondi nei momenti più dimessi, Francesco De Gregori in versione unplugged, gli Zen Circus più intimi.
Leggi anche -> Friday in Love 2025 #21: le pagelle di Filippo Poderini, Zipper Blues e Giarmalena
