Deux Alpes: “. Ci piace costruire, dipingere un panorama sonoro”

Sbarcano nel mercato discografico italiano i Deux Alpes. Duo originario di Milano, si nutre di musica elettronica, di quella fatta di suoni eleganti, ritmiche serrate e atmosfere cupe. Conosciutisi per caso e rimasti insieme professionalmente per scelta, Giuseppe ed Edoardo (questi i loro nomi) hanno in comune due passioni: la musica ovviamente e lo sport. Quale modo migliore di coniugarle, se non un concept – ep ispirato alla storica tappa di Grenoble del Tour de France del 1988? Nasce così “Grenoble 1988”, il loro lavoro di esordio, che rispecchia a pieno il loro modo di vedere la musica, senza schemi e senza confini. Di questo e molto altro ancora ci hanno parlato in questa intervista.

 

Ciao ragazzi. Partiamo dal principio. Come vi siete conosciuti e come nascono i Deux Alpes?

Ci siamo conosciuti presso il locale dove lavorava e lavora tutt’ora Edo. Abbiamo poi collaborato insieme ad un progetto dal nome Gli Ultimi Cosmonauti, da li ne è nata un’amicizia e la voglia di provare a fare qualcosa insieme.

Come vi siete avvicinati alla musica e, nello specifico, all’elettronica?
Direi che è stato un percorso piuttosto naturale e spontaneo, entrambi siamo appassionati del genere come ascoltatori, il passo è stato quindi breve.

Il vostro nome è un omaggio alla storica tappa di Grenoble del Tour de France 1998, vinta da Marco Pantani. E non solo: quelle montagne segnano anche il confine tra Italia e Francia. Quanto è distante la vostra musica da quella francese?
Guarda, non più di

tanto. In generale abbiamo l’orecchio proiettato verso ascolti oltre confine quello sì e molta musica francese ci piace, i Daft Punk ad esempio sono per noi un punto di riferimento. Però non è un discorso così automatico.

La montagna, la scalata verso la vetta, possono avere anche un significato metaforico: il percorso in salita può essere difficile, faticoso, ma arrivati in cima il panorama è talmente bello e magico da ripagare ogni sacrificio. E’ un po’ così per voi la musica?
Non so sai. Forse il bello sta proprio nella fatica, nelle curve, negli strappi. Arrivati in vetta è tutto finito. A noi piace pedalare diciamo…

Arriviamo al vostro EP di esordio, “Grenoble 1998”. Il lavoro può essere considerato un concept – ep, che racconta in musica gli eventi della quindicesima tappa del Tour De France del 1998. Ce ne parlate?
Sì esatto è una sorta di “sonorizzazione” ma non vorremmo si riducesse tutto a quello. Il contesto è una scusa è un modo per aggiungere un pezzo, una storia, un racconto. Non abbiamo un cantato quindi quel tipo di aspetto comunicativo un po’ ci manca e proviamo ad utilizzare altri strumenti per “arricchire” l’esperienza acustica che comunque rimane la principale. E’ un disco che ci piace molto perché dentro c’è il nostro modo di concepire la musica completamente senza confini o schemi. Abbiamo riversato senza una regola e una logica le nostre idee in questo progetto e questo è semplicemente quello che ne è venuto fuori.

Il vostro fine era quello di far rivivere le emozioni e i colpi di scena di quel giorno. La musica, quindi, per voi è anche uno strumento utile per risvegliare emozioni passate?
Non abbiamo grosse ambizioni da questo punto di vista. Non usiamo la musica necessariamente per esprimere un qualche tipo di messaggio. Ci piace di più costruire, dipingere un panorama sonoro. Eventi passati sono un terreno di ispirazione ma ci piacerebbe che partendo da quella “scusa” le emozioni che andiamo a trasmettere siano piuttosto attuali.

Le vostre grandi passioni sono la musica e lo sport. Lo sport insegna a non arrendersi mai; anche la musica richiede la stessa determinazione? Quali sono i loro punti in comune?
Direi l’allenamento. In entrambi i casi serve un allenamento durissimo e molta dedizione. Per arrivare a certi livelli devi dare tutto, allo sport o alla musica.

Cosa potete dirci a proposito delle vostre influenze musicali? Ci sono artisti e canzoni che hanno segnato la vostra vita e perché?
Potremmo dirti molti nomi e alcuni assolutamente distanti da quello che facciamo perché in realtà come detto nella nostra musica non abbiamo un riferimento a cui puntare, anzi spesso andiamo proprio a cercare di allontanarci rispetto certe cose.

Quali sono i vostri progetti futuri? Cosa dobbiamo aspettarci da voi?

Abbiamo alcuni live in programma e speriamo di aggiungerne molti altri. Suonare è il nostro primo obiettivo e quello che più ci piace fare e che forse ci viene meglio.
Abbiamo poi pronti molti altri pezzi quindi a breve ci piacerebbe iniziare a lavorare su un secondo Ep.

 

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Anna Gaia Cavallo

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